ATTACCO CONCENTRICO (FALLITO) AL BITCOIN

Buon anno a tutti!

Molte sono come sempre le novità in un mondo , quello delle criptovalute, che si muove ad una velocità difficilmente arrestabile e la cui comprensione è spesso ardua anche per gli operatori e gli esperti del settore.

Dopo aver raggiunto i massimi storici a dicembre scorso  e aver subito un ritracciamento importante, le istituzioni bancarie, finanziarie, governative, sono immediatamente partite lancia in resta per abbattere il mostro. Il Bitcoin fa paura perchè è libertà finanziaria pura, non è controllabile da nessuno di costoro e, grazie alla tecnologia decentralizzata che porta il nome di Blockchain, non lo sarà mai  . Ma tutti i mezzi per abbatterlo sono leciti secondo gli oligarchi, financo scomodando premi Nobel, esperti di finanza, Ministri delle economie e soloni vari. Qui sotto riporto alcuni articoli del mese di gennaio presi da varie testate per dare un rendiconto minimo di ciò che è avvenuto.  Naturalmente nessuna preoccupazione da parte mia: sono cose che ho già visto ripetersi nel corso degli anni e non mi spaventano per nulla. La certezza è che come sempre, il bitcoin saprà superarle e aspirare a nuove vette. Come me la pensano gli amici di Coinlex di cui potete leggere l’articolo a fondo pagina. Un consiglio a chi ha investito nel periodo di dicembre scorso in cui il bitcoin era in forte ascesa ci sentiamo infine di darlo:  se avete acquistato 1 BTC al prezzo di €uro 15.000, ricordatevi sempre che oggi, domani, tra un mese, un anno o dieci, avrete sempre 1 BTC.  Semprerà lapalissiano, ma è il valore in euro che cambia, non la quantità di Bitcoin che resterà sempre 1 . E quindi, solo nel momento in cui ve ne priverete o lo venderete avrete la certezza di sapere se e quanto avrete guadagnato o perso. Se decidete di venderlo oggi che è in calo, siate consapevoli che state accettando una perdita che non recupererete più . (Es. 1 BTC a 6000€ provocherebbe una perdita di 9000 €). Se non avete quindi la necessità di  venderlo subito, sarà preferibile conservarlo e venderlo solo quando avrete la certezza di poterci guadagnare.

 Buona lettura. gavriloBTC

26.01.2018  – SARA BRACCHETTI da https://www.tio.ch/finanza/borse-e-mercati/1237587/la-svizzera-insiste–benvenuti-bitcoin
La Svizzera insiste: benvenuti bitcoin
Mentre il resto del mondo prende le distanze, il governo lavora a una regolamentazione e il Ticino a un’app dedicata al mercato delle criptovalute.
STABIO – Joseph Stiglitz, Nobel per l’economia nel 2001, qualche giorno fa l’aveva in qualche modo profetizzato, invitando la Svizzera a tornare sui suoi passi. «Molti Stati vorrebbero vietare i bitcoin, solo la Svizzera va nella direzione opposta», aveva detto, segnalando «il pericolo di evasione fiscale, terrorismo e riciclaggio di denaro».

Ieri, il Financial Times ha confermato in qualche modo che non è un’autorevole illazione. È tutto vero, al punto da scomodare Johann Schneider-Ammann. Il ministro avrebbe spiegato quel che intende per «ruolo guida nel settore» che la settimana scorsa ha auspicato possa avere la Confederazione, destinata a diventare una “cripto-nazione”. Il governo starebbe lavorando a una regolamentazione in Svizzera, di recente scelta come base da quattro start-up su dieci per importanti raccolte fondi finalizzate a creare criptovalute (ICO : initial coin offering).

Sempre ieri Robert Shiller, Nobel nel 2013, ha definito il bitcoin «un classico errore di investimento». Allarmi che rieccheggiano, che convincono il resto del mondo a prendere le distanze con divieti di Stato, ma ai quali la Svizzera sembra non badare. Il Ticino neppure, desideroso di giocare stavolta un ruolo di primo piano. Nasce a Stabio, per esempio, un’app «per analizzare l’andamento di mercato delle criptovalute» che sarà lanciata a marzo da White Peaks, start-up fondata nel 2014 da Marcello Cassarà e Nicola Fiorillo.

«Per fortuna c’è la Svizzera» – Un errore? Una provocazione? Una sfida? Niente di tutto questo per il cmo Marcello Cassarà: «Noi crediamo molto nella tecnologia che sta alla base, la blockchain: vogliamo offrire alla gente la possibilità di confrontarsi con il futuro». Cambi in tempo reale, capitalizzazione, grafici che spiegano visivamente l’andamento nel tempo, notizie di giornata: «Ne siamo orgogliosi e siamo orgogliosi che questo progetto sia nato qui – conferma il socio Nicola Fiorillo – La Svizzera è uno dei pochi paesi che crede in questa rivoluzione e che consente alle aziende di fare vera innovazione nel settore del fintech».

https://www.quotidiano.net/economia/bitcoin-bolla-hacker-1.3691149
Bitcoin, maxi attacco hacker. A Davos critiche da Stiglitz e Soros
Rubati 530 milioni di dollari alla piattaforma Coincheck. Da Davos Il premio Nobel per l’economia attacca le criptovalute: “Non servono, vanno messe fuori legge”

Tokyo, 29 gennaio 2018 – Nuovo tonfo per il valore di Bitcoin e delle altre criptovalute, dopo che in Giappone un attacco hacker alla piattaforma di sambio Coincheck ha fatto sparire dal mercato 58 miliardi di yen (pari a 530 milioni di dollari). L’attacco è avvenuto nella giornata di venerdì, quando i tecnici del sito, uno dei più importanti in Giappone e Asia hanno rilevato un accesso non autorizzato al sistema. La compagnia ha annunciato che ‘risarcirà’ i circa 260mila clienti colpiti dall’operazione di pirateria che hanno perso le quote investite in ‘Nem’. La Decima più grande criptovaluta per capitalizzazione di mercato (secondo il sito CoinMarketCap.com) ha perso circa il 20% del valore nella notte tra venerdì e sabato, dopo che i tweet dell’amministrazione in cui si annunciava il bloccato dei servizi di scambio hanno scatenato il panico. Il Bitcoin ha subito il contraccolpo e ha perso il 4,5% del valore.

Nel corso di una conferenza stampa, il presidente della piattaforma giapponese, Koichiro Wada, si è scusato per l’accaduto e ha annunciato che rimborserà i beni mancanti utilizando le proprie risorse per restituire l’equivalente in yen dell’investimento iniziale dei clienti. Tuttavia, un rappresentante della società ha ammesso oggi che “nel peggiore dei casi” potrebbe non essere possibile restituire il denaro rubato ai clienti. L’operatore, presente nel mercato di Tokyo dal 2012, si è anche impegnato a riavviare i servizi, avviare un’indagine sulle cause e rafforzare il sistema di sicurezza. Anche se il Giappone è all’avanguardia nell’utilizzo e nella regolamentazione delle criptovalute, oggi il governo di Tokyo ha annunciato che saranno prese misure amministrative contro Coincheck. A darne notizia è stato Yoshihide Suga, portavoce dell’Agenzia per i servizi finanziari.

LE CRITICHE DA DAVOS – Intanto, al World Economic Forum di Davos, il guru della finanza George Soros e il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz hanno lanciano l’ultimo affondo alle criptovalute. Il primo le ha definite “una tipica bolla basata sulla mancata comprensione del fenomeno”, mentre Stiglitz in un’intervista rilasciata a Bloomberg Tv, ha spiegato che per il Bitcoin “non vede nessuna funzione legale” e che già “abbiamo un buon mezzo di scambio chiamato dollaro, perché la gente vuole Bitcoin? Per segretezza”. “La mia sensazione – ha concluso il premio Nobel – è che qualora venisse regolamentato in modo da ostacolare il riciclaggio di denaro e altre attività illegali, non ci sarebbe alcuna richiesta di Bitcoin”.

https://www.express.co.uk/finance/city/907121/bitcoin-Cryptocurrency-price-risk-bans-Emmanuel-Macron-Angela-Merkel-France-Germany

FRANCIA e Germania si apprestano a lanciare una repressione collettiva sulla criptovaluta: un CEO di assicurazioni globale di punta ha avvertito che le normative sui bitcoin sono inevitabili come la neve nelle Alpi.
Parlando alla CNBC, Wilson ha affermato che le criptovalute rappresentano una minaccia per la sovranità del paese e prevedono che una regolamentazione severa sia inevitabile. Emmanuel Macron e Angela Merkel si apprestano a lanciare un giro di vite comune sul trading di criptovalute. Il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire ha dichiarato ieri che i due paesi presenteranno proposte congiunte per regolamentare la criptovaluta bitcoin al prossimo vertice del gruppo G20. L’Unione Europea ha precedentemente proposto di trattare i mercati della criptovaluta come una minaccia alla sicurezza legata al riciclaggio di denaro e ai terroristi. Il CEO di Aviva ha spiegato: “Una delle chiavi della sovranità è il controllo della valuta e delle tasse.” La criptovaluta interferisce con entrambi, quindi è inevitabile che ci sarà un regolamento. È inevitabile come la neve a Davos. “Ha aggiunto: “Un sacco di banche centrali e legislazioni stanno lavorando a divieti e regolamenti in tutto il mondo”. La Cina ha già preso provvedimenti e l’ha messa al bando. Seguiranno altri paesi. Devono regolare. “Devi mantenere il Tesoro nei paesi soddisfatti e mantenere i consumatori al sicuro”. Anticipando il respingimento da parte dei governi europei, il bitcoin, la più grande criptovaluta del mondo, negli ultimi giorni è sceso alla metà del suo picco record di quasi $ 20.000. La Cina, che ha già vietato la criptovaluta, ha invitato le banche a “migliorare il loro monitoraggio quotidiano” per eliminare completamente il commercio.

Capire Bitcoin e Criptovalute – Articoli ed analisi condivise

 31/12/2017
Siamo giunti a fine mese e a fine di un anno incredibile per quanto riguarda le criptovalute e la loro regina Bitcoin . Molte persone  nuove hanno scoperto questo mondo dimostrando però,  per lo più, un approccio per niente consapevole a quella che senza tema di errori può essere considerata un autentica rivoluzione. Una rivoluzione paragonabile oggi a ciò che fu Internet all’inizio degli anni novanta del secolo scorso e che sconvolgerà nei prossimi anni a seguire la nostra vita in moltissimi campi . A cominciare da quello finanziario ed economico perchè Bitcoin e criptovalute riconsegnano di fatto all’individuo la facoltà di disporre pienamente delle proprie risorse   e del proprio benessere economico disintermediando il rapporto tra noi e il denaro, oggi invece affidato ad organizzazioni umane e lobbies che determinano il destino delle popolazioni. Non solo, ma quello che la Blockchain, la tecnologia che sottintende Bitcoin, può realizzare anche in innumerevoli altri campi, è il vero oggetto di studi e sviluppi ormai già da qualche anno da parte del mondo finanziario tradizionale, di quello IT e di quello burocratico governativo. E’ inoltre innegabile che la novità portata da tutto ciò non sia nè prevista nè contemplata da alcun sistema giuridico o fiscale al mondo e, ciò provoca da una parte una libertà di movimento a mio avviso benefica, ma anche tutta la pericolosità che accompagna sempre tutte le scelte pionieristiche .
Ho voluto quindi fare la scelta di pubblicare un paio di articoli e un video youtube che assolutamente condivido e che secondo me inquadrano queste problematiche a tutta utilità  di chi si approccia oggi a questo nuovo mondo, ma anche di chi già se ne interessa da un po’ ed ha voglia di approfondire.
Nel ringraziare gli autori vi do quindi una buona lettura e che il Nuovo Anno 2018 sia ricco di cripto-soddisfazioni per tutti !!!
Gavrilo

Sempre di Stefano Capaccioli ecco un suo recentissimo intervento e inquadramento giuridico/fiscale su Bitcoin e Criptovalute

Infine questo interessante e secondo me centrato e circostanziato articolo di Riccardo Mansutti che fissa il momentum del Bitcoin con un confronto storico sull’andamento della quotazione/prezzo del Bitcoin assieme ad una vision e ad un approccio di analisi non prettamente finanziaria di ciò che il Bitcoin è e rappresenta e di ciò che il futuro potrebbe riservare.

CryptoShuffler, il Malaware che rimpiazza gli indirizzi wallet copiati negli appunti

 

31 ottobre 2017

Kaspersky Labs ha recentemente pubblicato un post sul suo  blog in cui espone i rischi di uno dei malware più riusciti nell’industria crittografica: il CryptoShuffler. A differenza dei cryptoransomware (cryptolocker), questo Trojan non ha effetti appariscenti,  fa del suo meglio per scivolare sotto i radar. Il malware (virus)  risiede in modo indefinito e silenzioso  nei computer degli utenti e monitora attivamente i loro appunti. Una volta che la vittima ha copiato un indirizzo portafoglio (ad esempio il mio , 1gavriLo6TCyEEzKru4UD4FLFe6Yo7t9b ), CryptoShuffler lo sostituisce con l’indirizzo degli hacker.   Se gli utenti non prestano attenzione all’indirizzo  incollato prima di effettuare le transazioni, finisce che inviano così bitcoin agli amministratori di CryptoShuffler.

 

Dopo aver studiato il Trojan, Kaspersky Lab ha scoperto che il malware non riguarda solo Bitcoin, ma anche Ethereum, Zcash, Monero, Dash, Dogecoin e altr criptovalute

Il wallet  Bitcoin di CryptoShuffler mostra che i cybercriminali con questa truffa hanno ripulito fino ad ora 23,24 BTC (attualmente 147.500 euro!!)  alle loro vittime. 

I portafogli di criptovalute diverse dal Bitcoin  appartenenti ai creatori di CryptoShuffler contengono attualmente invece somme con un controvalore che va da decine a migliaia di dollari.

Il Trojan è stato un po ‘più di un anno per raccogliere tutti quei soldi e il picco di attività che ha avuto alla fine del 2016 è stato seguito da un crollo, ma poi nel giugno del 2017, CryptoShuffler si è risvegliato nuovamente.

Questo Trojan dimostra chiaramente che un computer o uno smartphone infetti non necessariamente rallentano o visualizzano messaggi di riscatto. Al contrario, molti tipi di malware cercano di mantenere un profilo basso e di operare il più furtivamente possibile; più a lungo rimangono inosservati, più soldi faranno per i loro creatori.

Quindi il mio consiglio a tutti gli utilizzatori di cryptovalute  è di rimanere vigili e protetti.  Kaspersky Lab che ha pubblicato questo avviso,  ha a disposizione prodotti che rilevano CryptoShuffler come Trojan-Banker.Win32.CryptoShuffler.gen e, inutile dire, bloccano tutte le loro azioni.

Il Bitcoin vola a massimi record, ma la sua corsa è appena iniziata

Molte voci si rincorrono in questi giorni per spiegare i motivi per cui il valore e la quotazione del Bitcoin, nonostante tutto e tutti,  vola ed continua a infrangere i record precedenti (l’ultimo datato il 2 settembre scorso). A nulla valgono i divieti e le restrizioni poste in Cina e in altri Paesi, le sempre maggiori difficoltà che il sistema bancario globale impone sui conti di chi cambia da moneta fiat a bitcoin e, non ultima notizia , dopo Visa, anche Mastercard, cioè i maggiori circuiti di carte di credito, chiuderà entro tre mesi tutte le carte in criptovaluta emesse fuori dallo Spazio Economico Europeo. Tutto questo , forse costoro non lo hanno capito, non fa altro che rinforzare ulteriormente  l’uso diretto di Bitcoin per acquisti di beni e servizi accelerandone così l’acceptance e la sua diffusione e quindi, vista la scarsità di reperimento e la mancanza di un regolatore che possa inflazionarlo, non fa altro che aumentarne ulteriormente il valore sul mercato. Per ribadire ciò e per controbattere  a chi in questi giorni è dubbioso se investire cambiando i propri risparmi in Bitcoin , magari perchè pensa di essere ormai in ritardo o che sia una bolla speculativa pronta a scoppiare , vi invito allora a leggere le corrette considerazioni fatte da Guido Gennaccari dal sito tradingroomroma.it:

“Bitcoin, per sintetizzare in maniera rozza, può definirsi una valuta elettronica decentralizzata (blockchain) open source e criptata, senza garante di ultima istanza, la cui unica “garanzia” è data dalla fiducia e dal grado di massima diffusione (nuovi asset finanziari) da parte di chi lo utilizza nelle transazioni economico-finanziarie. Cosa lega questo nuovo mondo blockchain  alla vecchia economia? L’immortale assioma che il prezzo, inteso come fair value, è dato dal mercato tramite l’incrocio tra domanda e offerta. La certezza della massima offerta di bitcoin, nelle cifra di 21 milioni, porterà alla saturazione dei “miners” senza la necessità di split di valore…cosa succederà ai prezzi? Siamo in bolla? Due semplici argomentazioni:

  1. Si è in presenza di bolla quando l’uomo della strada, l’ultimo della catena finanziaria, in massa negozia unidirezionalmente (long) un bene o servizio
  2. La certezza di essere in presenza di una bolla non elimina il problema angosciante principale ed imprevedibile: quando scoppierà? Keynes asseriva, come non dargli ragione, che il mercato può rimanere irrazionale più a lungo della nostra solvibilità.

Come si può capire se siamo in presenza di bolla? Semplice: analizzare la crescita media del bene nei portafogli degli acquirenti e considerare il numero di nuovi acquirenti: se la crescita dei partecipanti al business  è esponenziale, senza ragioni fondamentali, si è in presenza di bolla. Se il numero di acquirenti cresce esponenzialmente e gli ultimi entrati hanno una quantità media minore sempre più piccola del bene/servizio in portafoglio, in relazione al fatto che diventa sempre più costoso nel tempo, allora welcome bubble!  All’inizio, nel 2009, i negoziatori/miners di bitcoin erano pochi con un alto numero medio in portafoglio di cripto valuta, che quotava valori bassissimi rispetto a quelli attuali; oggi probabilmente, facendo una media, ci sono molti più negoziatori ma con un numero medio di bitcoin per conto molto più basso. Attualmente in circolazione ci sono poco più di 16,6 milioni di bitcoin con una crescita media di 1 milione l’anno si può ipotizzare  che entro 4 max 5 anni il mercato sarà saturo (2140 è la dead line ma nei prossimi 5 anni il mercato si potrebbe già ritenere “maturo” per l’alta diffusione dello strumento)  . Si può paragonare il bitcoin all’interesse composto: entro i 21 milioni anche se crescesse esponenzialmente non saremmo davanti ad una bolla perché ci sono alte aspettative di valore sulla criptovaluta, contrariamente se dopo i 21 milioni il numero di conti cresce esponenzialmente con decadimento della giacenza media (con prezzo in salita esponenziale) allora saremo in presenza di bolla ma nessuno saprà mai quando scoppierà.   ”

Se anche quanto sopra non vi avesse convinto che siamo solo agli inizi e che sia il momento giusto per investire sui Bitcoin , ecco qui di seguito solo alcune delle notizie degli ultimi giorni, prese da varie testate che penso possano aiutarvi a decidere in tal senso

Buona lettura!

 

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FINANZA ON LINE

Febbre Bitcoin, carrellata di record. Rally scatenato da rumor Cina e Amazon

Torna la febbre per il Bitcoin, che segna una nuova carrellata di record, stracciando il precedente massimo storico testato lo scorso 2 settembre, a 5.013,91 dollari(4.219,87 euro) .La criptovaluta balza inizialmente fino a $5.167,90 (4.349,82 euro), stando alle rilevazioni di Coindesk, per poi volare anche oltre la soglia dei $5.800 (4.881,86 euro)  ieri 13 ottobre 2017.

Tengono banco alcuni rumor, secondo cui la Cina potrebbe tornare a consentire il suo trading. Il balzo alle 13.40 circa ora italiana è superiore a +8%.

Verso la metà di settembre, gli investitori che puntano sul Bitcoin erano stati tramortiti dalla notizia secondo cui la seconda piattaforma maggiore del paese, BTCChina, avrebbe chiuso nel breve i battenti. Ancora prima, sempre la Cina aveva messo al bando le offerte ICO, ritenendole illegali e pericolose per i mercati finanziari. Negli ultimi giorni sono tuttavia emerse indiscrezioni, secondo cui Pechino potrebbe decidere di rivedere la propria posizione. In particolare Cryptocoinnews, citando l’agenzia di stampa cinese Xinhua, ha riportato che il trading del Bitcoin potrebbe tornare a essere riattivato, sebbene sottoposto a maggiori regole. Intervistata dalla Cnbc, Aurelien Menant, AD della piattaforma di criptovalute Gatecoin, ha commentato le indiscrezioni, affermando che “gli speculatori sono rialzisti sul valore del Bitcoin, in quanto anticipano il ritorno della Cina nei mercati globali delle criptomonete”. Incidono anche le view di gestori di hedge fund comunicate nelle ultime sedute: come quella di Michael Novogratz che, lo scorso martedì, ha detto di prevedere che il Bitcoin potrebbe testare la soglia di $10.000 e avanzare anche di più, nell’arco dei prossimi sei mesi. Novogratz è così convinto del suo outlook, che sta creando ora un proprio fondo di criptomonete, del valore di $500 milioni.

Ci sono poi quei rumor su Amazon, secondo cui il colosso retail online potrebbe accettare pagamenti in Bitcoin nella sua piattaforma. In un post pubblicato su Seeking Alpha, gli analisti di Giesbers Investments hanno sottolineato che “Amazon potrebbe fare l’annuncio già in occasione del prossimo incontro con gli investitori,atteso per il 26 ottobre“.

I rumor su Amazon alimentano una catena di ulteriori speculazioni, tanto che Naeem Aslam, responsabile analista dei mercati presso Think Markets UK, intervistato da Marketwatch, fa notare che, “se Amazon dovesse riuscire a portare con successo il Bitcoin sulla sua piattaforma, sarebbe solo una questione di tempo prima che anche eBay decidesse di fare un annuncio simile”. E così, altri retailer online.

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Market Analysis Report

13 October 2017

Oggi il Bitcoin è salito a un nuovo prezzo record di $ 5815 dopo  aver veleggiato oltre i  $ 5.000 giovedì. Da allora, il prezzo è salito fino a  livelli di $ 5.600. Questo rally si ritiene sia collegato con gli hard fork prossimi di SegWit2X e Bitcoin Gold. Gli hard fork generano uno sdoppiamento nella  blockchain e ciò è visto da alcuni investitori come un’opportunità per ottenere “monete gratis” sulla nuova catena creatasi. La pressione regolamentativa in corso su altcoins e ICO in paesi come la Cina e  Corea del Sud, ha  spinto gli investitori a cercare alternative più sicure all’interno del panorama delle crittovalute. Come notato anche da Bloomberg, la domanda globale di Bitcoin si sta spostando e il Giappone e la Corea del Sud stanno assumendo gran parte del volume lasciato dalla Cina, il paese che che era solito rappresentare la maggior parte del volume delle negoziazioni. Attualmente (h.10.30 del 13/10/17), il prezzo di Bitcoin è stabile a $ 5,708 ed è aumentato dell’11,3% nelle ultime 24 ore, con oltre $ 1,24 miliardi di BTC scambiati sulla coppia BTC / USD, rappresentando una quota del 26% del volume giornaliero, seconda solo agli scambi in yen (JPY) al 57%.
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BITCOIN: Giappone e Svizzera corrono, la UE è immobile, l’Italia inciampa

Mentre il Giappone  si è da poco dotato di una regolamentazione per quanto riguarda gli scambi di criptovalute considerando di fatto il Bitcoin e le sue sorelle minori alla stregua di strumenti di pagamento,  dall’altra parte del mondo anche  la Svizzera si è mossa da tempo considerando il bitcoin come valuta straniera e accettandolo comunemente per il pagamento di servizi pubblici locali , trasporti  ed altro. L’Unione Europea invece su questo come su altri temi importantissimi per la vita dei propri cittadini, soffre di un immobilismo preoccupante. A dimostrazione di un tanto, il presidente della Banca Centrale Europea (BCE), Mario Draghi, ha infatti dichiarato ieri che il bitcoin non rientra nelle competenze normative della BCE. La dichiarazione è stata presentata in risposta a una domanda della commissione per i problemi economici Bitcoin is Outside the Regulatory Jurisdiction of the European Central Banke monetari del Parlamento europeo.  “Non è in nostro potere  proibire o regolamentare (il Bitcoin)” – Ha dichiarato  Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea . La commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo era intervenuta  in merito alla questione interpellando  la BCE se  intendesse sviluppare un’architettura  di regolamentazione relativa al bitcoin e quali fossero i rischi che i crittografi possano causare all’economia europea attraverso le criptovalute. Secondo una traduzione di Google di una storia pubblicata da Eunews.it, Draghi ha dichiarato che dopo aver considerato “la grandezza, l’accettazione dell’utente e l’impatto sull’economia reale (del Bitcoin) … sarebbe comunque molto prematuro considerarlo come strumento di pagamento per il futuro” (aspettiamo allora che sia così maturo da cadergli in testa!! ndr.) Il presidente della BCEBitcoin is Outside the Regulatory Jurisdiction of the European Central Bank ha dichiarato che la Banca Centrale Europea”non ha ancora discusso” sul tema, aggiungendo che “non sarebbe nel nostro potere  vietare o regolamentare (il Bitcoin)”. Draghi ha anche espresso l’intenzione della BCE di valutare i rischi informatici associati a bitcoin e cryptocurrencies. Le dichiarazioni di Draghi  in merito alla tecnologia Blockchain  sono state ribadite anche durante un evento al Trinity College di Dublino durante un evento di dialogo giovanile , dove ha risposto a una  domanda  se “le nuove tecnologie, in particolare la blockchain, avranno un ruolo nella  futura politica monetaria . Draghi ha risposto:” noi alla BCE stiamo esaminando questo aspetto e  lo stiamo esaminando da un po ‘di tempo. La conclusione è che, a questo punto, la tecnologia non è ancora abbastanza matura per essere considerata sia nella politica delle banche centrali, sia nel sistema dei pagamenti. Dobbiamo guardare prima e ancora a come progredirà questa tecnologia in futuro. ” In entrambi gli eventi, il presidente della BCE ha sottolineato inoltre la volontà della Banca centrale europea di valutare  invece i rischi informatici associati alle nuove tecnologie. Al Trinity College di Dublino, Draghi ha descritto “il rischio cyber” come dominante  nel regno della digitalizzazione”. Ha aggiunto che “qualsiasi innovazione, come la Blockchain, verrà sottoposta a screening dal punto di vista dell’ esposizione al rischio informatico  che si considera in crescita ogni qualvolta si presenta una nuova tecnologia “. Il presidente della BCE ha anche recentemente rifiutato i piani dell’Estonia per lanciare una valuta digitale crittografica (criptovaluta) a livello statale, affermando che secondo la legge dell’Unione europea” nessun Stato membro può introdurre propria valuta. La valuta dell’area euro è l’euro “. Precedentemente  sempre questa settimana, il vicepresidente della BCE, Vitor Constancio, ha paragonato il bitcoin alla” bolla dei tulipani”che ha attraversato i Paesi Bassi nel XVII secolo. Constancio ha anche respinto il suggerimento di vedere  il bitcoin  come una minaccia per il settore finanziario europeo, dichiarando che il bitcoin ” non è certamente una moneta e non lo vediamo come una minaccia alla politica della banca centrale”.

Stante anche queste ultime dichiarazioni di Mario Draghi, appare evidente  l’eccessivo balzo in avanti fatto dall’Italia con la Gazzetta Ufficiale del 29 giugno scorso, citata in questo articolo, in cui si introduce la figura di cambiavalute virtuale, rendendo soggetto attivo per la normativa antiriciclaggio chiunque scambi criptovalute. Tutto ciò presuppone appunto che le criptovalute siano riconosciute legalmente come valute, cosa che così non è e non potrà essere finchè non vi sia una direttiva europea in tale senso e ad oggi, non sembra per niente  imminente. Al contrario, qualora vi fosse un qualsiasi contenzioso a causa di tale disposizione in Gazzetta Ufficiale , tra un cittadino “collezionista  di criptovalute” e un qualsiasi organismo statale preposto alla sorveglianza sulla normativa antiriciclaggio , potrebbe scattare invece una procedura di infrazione  verso lo Stato Italiano per aver legiferato su una materia di competenza europea e non più nella sua sovranità, esattamente come il caso estone di cui sopra .

Quando si dice l’eccesso di zelo burocratico….

BITCOIN , MANUALE PRATICO SULL’ORO DEL 21° SECOLO – VIII. SEGWIT E LIGHTENING NETWORK

Cari amici  bitcoiners e newbies (novizi),

sono lieto di annunciarvi questa bella novità: un Manuale pratico e alla portata di tutti che vi aiuterà a capire ed entrare nel mondo delle criptovalute. Scritto da 3 giovani colleghi imprenditori italiani, che sono impegnati come me nel campo delle valute digitali decentralizzate, un mondo nuovo ed estremamente  rivoluzionario, ma ricco di opportunità. Come ho scritto nella prefazione/introduzione di questo libro/manuale, il Bitcoin oltre ad aver cambiato radicalmente ed in meglio la nostra vita  ci ha mosso l’esigenza di fornire ad una platea quanto più eterogenea, degli strumenti di conoscenza anche approfondita , ma scritta in maniera semplice ed alla portata di tutti, nel mio caso in lingua italiana ( ma il libro verrà tradotto in più lingue) .  Il manuale non ha alcuna pretesa scientifica o tecnica, ma solo divulgatoria. Vi preghiamo quindi in anticipo di scusarci ed eventualmente segnalarci se vi troverete eventuali imprecisioni. Molti sono però i punti di contatto anche ideali tra me e questi giovani colleghi entrapreneurs ed è per questo che ho deciso di aiutarli e collaborare con loro alla correzione e diffusione di questo manuale che è acquistabile su Amazon QUI ed anche in bitcoin contattandomi direttamente.  Vi potrà sembrare un controsenso pagare in bitcoin un manuale per iniziare a conoscerli, ma  la novità è che,  per chi nuovo di questo mondo cryptofinanziario volesse approfondire ed imparare le prime nozioni e notizie sulle criptovalute comprandolo e soprattutto leggendolo, sono disponibile ad insegnargli da subito a scaricarsi il suo primo portafoglio e a cambiare in bitcoin inviandogli la cifra necessaria poi all’acquisto del manuale.

A dimostrazione del linguaggio semplice e diretto utilizzato per il manuale, in accordo con gli autori, pubblico qui in anteprima assoluta un capitolo, quello che tratta un argomento piuttosto astruso per i non addetti ai lavori :

VIII CAPITOLO

SEGWIT E LIGHTENING NETWORK

All’interno della comunità Bitcoin, per molto tempo, ha tenuto banco un dibattito, riguardo la dimensione dei blocchi della Blockchain, all’interno dei quali vengono registrate le transazioni di Bitcoin. Il problema sorgeva da un conflitto di
interessi tra le parti in giochi. Per questo ora parliamo di SegWit
(Segregated Witness).
Il protocollo Bitcoin prevede che ogni 10 minuti, un nuovo blocco
della capacità di 1 Megabyte si aggiunga alla Blockchain. Grazie al
successo maturato nel corso dei mesi e l’aumento degli utilizzatori,
è stato raggiunto il limite di archiviazione delle transazioni
disponibile per blocco. Questo ha portato ad una saturazione del
network, ragion per cui si è arrivati ad un momento nel quale tra
l’invio e il ricevimento di una somma di Bitcoin, potevano passare
anche molte ore o persino giorni. L’unico modo per velocizzare il
processo era chiedere di pagare delle FEE (commissioni) più alte ai
Miner per avere maggiore priorità sulle altre transazioni, ma ad un
punto tale per cui utilizzare Bitcoin per piccole somme, diventava
persino sconveniente.
Gli alti costi di transazione rappresentano un problema, sia per gli
utenti finali, sia per tutte le aziende che volessero iniziare a fare
business con i Bitcoin; da ciò deduciamo che se come mezzo di
pagamento nell’utilizzo su larga scala non dovesse più funzionare, si
perderebbe lo scopo per cui è stato creato. A tal proposito, Satoshi
Nakamoto nella prima frase del “White paper”, il documento con
cui presentò il funzionamento alla base del protocollo Bitcoin,
afferma: “Commerce on the Internet has come to rely almost
exclusively on financial institutions serving as trusted third parties to
process electronic payments”, parlando apertamente di commercio
su Internet.

La soluzione per tutte le parti chiamate in causa è rendere Bitcoin
scalabile e cioè che abbia la possibilità di crescere in funzione delle
necessità per l’adozione di massa. Per fare ciò esistono due
possibilità:
1) Scalare “onchain”, tramite l`aumento delle dimensioni dei blocchi
e quindi portarli da 1 Megabyte a 2, 4 o 8, in base all`esigenza,
permettendo l’inclusione di un numero notevolmente superiore di
transazioni per ogni blocco, mantenendo un basso costo per gli
utenti.
2) Scalare “offchain”, la cui unica applicazione al momento
conosciuta consiste nella creazione della Lightning Network, una
rete di canali di pagamento che permette bassi costi di gestione e di
transazioni. Per creare la Lightning Network è stato necessario
l’upgrade a Segwit.
Prima di affrontare dettagliatamente Segwit, cerchiamo di andare a
capire dal punto di vista ideologico, ma anche geopolitico, le
posizioni degli schieramenti in campo, che vedono da una parte i
Miner, di cui le maggiori mining pool sono presenti in Cina e
dall’altra parte aziende come Blockstream, presente negli Stati
Uniti, che raccoglie i migliori sviluppatori al mondo e che è uno dei
maggiori finanziatori di Bitcoin Core (software principale e di
riferimento di Bitcoin).
Per molto tempo la conflittualità tra gli schieramenti ha portato ad
un impasse riguardo la soluzione possibile da adottare per
permettere a Bitcoin di scalare, fino ad arrivare al 23 maggio 2017,
data in cui venne stato siglato il New York Agreement, sottoscritto
da 58 firmatari. L’accordo consiste in un compromesso tra le due
parti del dibattito: coloro che vogliono scalare tramite SegWit e
coloro che vogliono scalare tramite aumento della dimensione del
blocco.

Segwit2x è il nome dato al progetto e consiste in due fasi
sequenziali. La prima riguarda l’attivazione di SegWit, avvenuta
ufficialmente il 24 agosto 2017 al blocco 481.822 e la seconda che
consente l’aumento del blocco a 2 Megabyte, che dovrebbe
avvenire a Novembre 2017.

In cosa consiste Segwit (Segregated Witness)?
SegWit è un aggiornamento del protocollo Bitcoin, che consente di
separare la parte della firma dal resto dei dati della transazione.
Questo non solo permette l’implementazione della Lightning
Network, ma riduce il peso in byte delle transazioni, aumentandone
quindi la quantità possibile al secondo. Si stima che l’aumento della
capacità possa essere equivalente ad un aumento virtuale del
blocco a circa 1,8 MB. “Segretate” significa “separare” e con
“Witnesses” si intendono le firme delle transazioni.
Nonostante possa sembrare un intervento per gli “addetti ai lavori”,
le modifiche apportate a Bitcoin sono epocali, perché hanno
concretizzato la scalabilità della criptomoneta, permettendone la
sopravvivenza.
La speranza ora è che la rete Lightning Network si sviluppi il prima
possibile, in modo da non rendere più necessario l’aumento della
dimensione dei blocchi. Nel caso in cui non si arrivi al risultato
sperato, l’aumento dei blocchi a 2 MB dovrebbe evitare un nuovo
intasamento della rete e il conseguente nuovo aumento delle
commissioni.
Finiamo questo capitolo spiegando brevemente in cosa consiste la
Lightning Network.
Questa crea dei canali di pagamento “offchain”, ovvero al di fuori
della Blockchain, con l’obiettivo di facilitare le microtransazioni nella
rete con notevoli benefici in termini di tempi e costi.

 

 

8 anni di BITCOIN e 58 fatti rilevanti da sapere

8 ANNI DI BITCOIN E 58 FATTI RILEVANTI DA SAPERE
 04/09/2017

Mi hanno segnalato questa interessante infografica che a quasi 10 anni dalla nascita del Bitcoin raccoglie 58 fatti rilevanti che lo riguardano. Per chi ha difficoltà con la lingua inglese troverà la traduzione in italiano in fondo, sotto l’immagine. Leggeteli, sono veramente interessanti, soprattutto per imparare le cose fondamentali da sapere sul Bitcoin, ma anche utili per chi  usa questa criptovaluta da tempo. Buon divertimento!!

1.  La leggenda del misterioso SATOSHI NAKAMOTO , il nome inventato del creatore (o dei creatori)  del bitcoin

2. Si crede che  Nakamoto possegga il primo milione di bitcoin che oggi vale circa 3.5 miliardi di euro

3. Nessuna singola entità o governo ha il controllo sulla criptovaluta Bitcoin

4. C’è un numero finito di Bitcoin: 21 milioni

5. L’ 1% della comunità bitcoin controlla il 99% del suo valore

6. Dal marzo 2015 il costo delle commissioni di transazione bitcoin è salito del 1289 %

7. Il 69% degli istituti bancari sta sperimentando  applicazioni basate sulla tecnologia blockchain

8. Il market cap totale è di 43 miliardi

9. Il valore del bitcoin si è moltiplicato di 879.999 volte dal 2010 al 2017

10. Il 64% dei bitcoin non è mai stato utilizzato  e potrebbe  essere così anche per il futuro

11. Blockchain, un wallet bitcoin, ha racimolato 40 usd da Google Adventures e da Richard Branson

12. Circle, Blockstream e Digital Asset Holding sono tre tra le più grosse startup nel mondo Bitcoin

13. L’ FBI possiede l’1,5% dei bitcoin di tutto il mondo

14. Circa il 5% dell’economia bitcoin è attiva sul deep web e sui mercati neri del dark web

15. Nel 2014, il crack  della più grande piattaforma mondiale di scambio Bitcoin di allora,   Mt. Gox,  provocò un crollo del 40% nella quotazione della criptovaluta

16. Il potenziale risparmio per una banca che utilizzasse la tecnologia Blockchain sarebbe di 8-12 milioni di usd all’anno

17. Solo 807 persone hanno dichiarato le entrate in bitcoin ai fini della tassazione

18. Bithumb, la quarta piattaforma exchanger esistente ha dichiarato di essere stata hackerata per un controvalore di miliardi nel luglio del 2017

19. Ci sono 7 tipi di carte di debito in bitcoin per privati e società

20. SatoshiDice  è stata la prima grande acquisizione societaria in bitcoin per una cifra di 126.315 BTC pari a 11,5 milioni di dollari

21. Mr Nakowa vinse 11.000 BTC su un sito di gioco d’azzardo nel 2013( pari allora a 1,3 milioni di dollari)

22. Le mining pools cinesi controllano più  del 70% dell’hashrate collettivo della rete Bitcoin

23. La mining pool cinese Antpool ha scoperto il 20% dei blocchi bitcoin prodotti tra il 2016 e il 2017

24. Pizza day. Il 22 maggio 2010, 2 pizze furono pagate 10 mila bitcoins. Fu il primo scambio di bitcoin per un bene/prodotto. Il 22 maggio del 2017 il loro valore sarebbe stato di 20 milioni di dollari

25. Il Bitcoin su GitHub ha 147 mila stargazers (bookmars) e   oltre 9 mila forks

26. I rimborsi non sono possibili nelle transazioni bitcoin

27.Le transazioni sono misurate in satoshi/bytes. 1 satoshi = 0,00000001 bitcoin

28. Perdere un portafogli bitcoin = perdere i bitcoin contenuti per sempre. James Howell ha perso 7500 bitcoins buttando nella spazzatura il suo hard disk contenente 4 milioni di sterline di controvalore

29. I bitcoins generati come ricompensa per il lavoro di mining (attualmente in blocchi da 12,5 bitcoin ), si dimezzano ogni 4 anni finchè tutti i bitcoin verranno completamente scoperti

30. Un nuovo blocco di monete “nasce” ogni 10 minuti con  6 nuove scoperte di blocchi in circa un’ ora

31. Diversamente dalle valute tradizionali , i Bitcoin sono decentralizzati e basati su un algoritmo (Satoshi algorithm), quindi sulla matematica

32. Tutti i dati riguardanti le transazioni bitcoin sono pubblici, trasparenti  e non falsificabili, sempre consultabili sul registro Blockchain

33. Sha256 è una funzione hash a 64 caratteri che viene utilizzata per crittografare gli indirizzi bitcoin

34. Da agosto 2017 ci sono 16,5 milioni di bitcoin prodotti ed  in circolazione

35. Nel dicembre del 2016 fu donato il 4 millesimo bitcoin a Wikileaks raggiungendo così il controvalore totale di 3 milioni di dollari

36. La rete Bitcoin ha una forza di calcolo maggiore dei 500 supercomputers mondiali messi insieme

37. Nel 2016 un bitcoiner mandò accidentalmente 137mila dollari di controvalore invece di 5 dollari senza nessun modo per recuperarli

38. Ci si aspetta  17 milioni di bitcoin in uso nei prossimi dieci anni

39. Il limite massimo di bitcoin prodotti sarà pari a 21 milioni, produzione che cesserà nel 2140

40. Austin Craig e Beccy Binghams del famoso “Life on Bitcoin” hanno dimostrato come vivere per 90 giorni solo con i bitcoin

41. Il phisher di Alphabay Phisherkingz ha affermato di aver fatto un milione di dollari in 14 mesi rubando bitcoins

42. L’università di Nicosia, Cipro, è stata la prima ad accettare bitcoin in pagamento per le rette universitarie

43. Virgin Galactic , il teorico club di avventure spaziali accetta prenotazioni in bitcoin

44. Puoi vincere dei bitcoin extra giocando al gioco della Blockchain

45. La Corte circondariale della Florida ha rigettato un processo per riciclaggio di denaro affermando che per le norme statali il bitcoin non è considerata valuta

46. Il valore del Bitcoin è aumentato di ben oltre il 162% nel 2017

47. Bitcoin Savings and Trust ha pagato 700 mila bitcoin a Trendon Shavers in una causa legale SEC per un Ponzi scheme

48.  Dell computers, Microsoft, Newegg, Overstock, Dish, Expedia, sono solo alcune delle grandi società che accettano bitcoin

49. Reeds Jewelers,  One Shot Hotels e Holiday in New York sono solo un esempio di famose società quotate in borsa che usano i bitcoins

50. Il numero degli esercizi commerciali che accettano bitcoin è cresciuto da 36 mila a 82 mila solo nel 2014

51.  Ethereum con 18,7 miliardi usd e Litecoin con 2,27 miliardi usd di market cup sono le due criptovalute che seguono il Bitcoin come importanza

52. il 90% degli indirizzi wallet bitcoin hanno saldo zero o di infimo valore

53. Roger Ver 52 milioni usd , Charlie Shrem  45 milioni usd, Dave Carlson con 35 milioni di usd sono solo alcuni dei milionari in bitcoin

54.  Attualmente ci sono 1525 Bitcoin ATM (bancomat ) istallati nel mondo, in 58 paesi, con 21 produttori di ATM e 261 operatori ( me compreso)

55.  Il Bitcoin è esente IVA in Belgio

56. la Svizzera ha classificato il bitcoin come valuta estera

57. Il bitcoin è illegale in  Kirgykistan, Vietnam, Bolivia, Islanda, Ecuador e Bangladesh

58. Nel 2013 la Thailandia ha bandito il Bitcoin

Courtesy of: Bitcoin Casino

Exchangers virtuali e antiriciclaggio, l’Italia si muove prima di tutti

E’ l’ Italia  la prima nazione che si mette a normare su criptovalute e cambiavalute, anticipando  le disposizioni della proposta di modifica della IV Direttiva europea  — che passerà attraverso una discussione plenaria non prima della fine di ottobre 2017.  La IV Direttiva antiriciclaggio (Direttiva UE 2015/859) è stata infatti  introdotta in Italia con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Italiana del Decreto Legislativo 25 maggio 2017, n. 90 (G.U. n. 140 del 19 giugno 2017) con la riscrittura totale del Decreto Legislativo 231/2007 ed entrata in vigore proprio in questi giorni,  il 4 luglio 2017. Come al solito un bel pasticcio all’italiana in cui si accomunano i linden dollars di Second Life alle criptovalute decentralizzate  e trustless come bitcoin e altcoins e le piattaforme exchanger che girano milioni di euro con i dealers che cambiano qualche centinaia di euro in rete . Con questa occasione viene per la prima volta introdotta però la definizione giuridica di “valuta virtuale” e di “cambiavalute virtuale” rendendo così gli exchanger soggetti destinatari delle normative antiriciclaggio di cui alla direttiva antiriciclaggio citata e  la previsione che questi ultimi ottengano una licenza e l’iscrizione in un registro apposito. Il testo contiene anche le modalità con cui i prestatori del servizio devono comunicare alle autorità la loro presenza sul territorio.

Ho contattato telefonicamente l’amico Stefano Capaccioli, tra i massimi esperti italiani nel settore  per quanto riguarda gli aspetti giuridici sulle criptovalute, collaboratore del blog CoinLex in cui potrete approfondire l’argomento che sto trattando.

“La normativa anticiriclaggio italiana in vigore dal 04.07.2017, ha anticipato le tendenze europee, normando esclusivamente determinati attori dell’ecosistema delle criptovalute per introdurre i presidi antiriciclaggio. Ciò si è reso necessario soprattutto per l’intersezione degli stessi con il mondo finanziario e l’exchanger opera nel punto di congiunzione tra il mondo delle monete legali e il mondo delle criptovalute, scambiandole. Quindi, entra necessariamente in contatto con il mondo finanziario tradizionale e le sue regole.”

Ma è sull’applicazione di tale normativa e sulla burocrazia varia a corredo  che si gioca veramente  la partita.  Se il vantaggio di poter emergere legalizzando e responsabilizzando gli attori della rivoluzione criptovalutaria viene soffocato dalla tipica burocrazia italiota,  o peggio, da una futura e pesante  tassazione, non solo si tarperanno le ali ad un settore emergente in grado di creare in prospettiva moltissimi nuovi posti di lavoro e benessere diffuso, ma avremo l’effetto esattamente contrario. La  buona percentuale di anonimità che bitcoin e altcoins riescono comunque a garantire, giocherà a favore della clandestinità dei suoi attori principali vanificando, come è successo ovunque nel mondo, qualsiasi approccio normativo tradizionale.  E’ richiesto dalle istituzioni italiane quindi,  un cambio di passo e di atteggiamento, non più costrittivo o come sempre meramente punitivo, ma  aperto e propositivo, sulle orme di quel Giappone e Australia che contribuiscono alla diffusione globale delle criptovalute  e all’aumento del valore di quotazione del Bitcoin.

 

Bitcoin scaling : perchè le transazioni bitcoin restano sospese

Moltissimi utilizzatori di bitcoin, soprattutto quelli nuovi e/o meno esperti, mi interpellano sempre più spesso perchè si trovano a fare i conti con transazioni che vengono confermate con sempre maggiore ritardo e che restano in sospeso  per giorni e giorni prima di essere finalizzate e permettere l’ulteriore spesa/invio di quei bitcoin. Tutto ciò dipende dal funzionamento stesso del bitcoin e  dall’aumento esponenziale del numero di transazioni sulla rete Bitcoin (Blockchain) che segue anche l’impennata del valore di quotazione della criptovaluta negli ultimi mesi e la sua sempre maggior richiesta e diffusione globale. Bisogna quindi fare attenzione a settare la giusta fee (commissione ) per i miners che validano le transazioni. Il + delle volte il vostro wallet lo fa in modo automatico, ma non sempre è sufficiente. Per questo motivo vi conviene forse dare un occhiata allo status della rete blockchain in tempo reale e settare manualmente le fees in modo che  che la transazione non resti a lungo tempo sospesa senza essere “lavorata” dai validatori/miners.

La brutta notizia è che non c’è molto che si può fare una volta che ci si accorge che una specifica transazione resta nel limbo (si è arrivati fino a 250.000 transazioni in ritardo e non confermate).

Un tentativo di sbloccare la situazione lo si può trovare QUI, o anche QUI,  ma già vi dico che non sempre funziona, soprattutto nei periodi di maggior traffico e intasamento della blockchain. La situazione e alcuni suggerimenti sono state trattati  in italiano sul forum mondiale delle criptovalute Bitcointalk ma la soluzione, che pur esiste, realmente non è alla portata del normale utilizzatore, ma solo dall’intervento degli sviluppatori ufficiali del bitcoin e da un’ accordo equilibrato che salvaguardi realmente gli interessi di tutte le parti in causa :  sviluppatori, minatori/verificatori, mercato . Senza il consenso a stragrande maggioranza di tutti, seguendo il protocollo e l’algoritmo voluto dal suo creatore Satoshi Nakamoto, i rischi di fallimento diventano drammaticamente alti.

Cosa si può quindi fare, oltre ad aspettare che il dibattito attorno a questo problema (già da un paio di anni in atto) si risolva e  possano essere attuate le soluzioni attualmente disponibili?

Attualmente si può solo cercare di prevenire il problema, pagando preventivamente delle fees  (commssioni) più alte rispetto a quelle che normalmente si pagano ai miners (i nodi che verificano la validità e autenticità delle transazioni bitcoin) in sede di invio dei bitcoin. Questa funzione viene normalmente svolta in maniera automatica dai wallet che utilizziamo per inviare bitcoin e, quelli più aggiornati, dinamicamente regolano le fees da mandare a seconda dell’intasamento della blockchain. Quella di aumentare manualmente le fees di transazione , sottolineo, trattasi di una efficace misura preventiva che però non vi darà lo stesso la certezza assoluta di evitare il problema nei momenti di peggior congestione. I costi di transazione possono in questi casi crescere fino a diversi euro per ogni invio e restano comunque normalmente troppo alti. L’ attuale situazione è ad un punto critico perchè premia di fatto i miners che oltre ad incassare le fees, possono scegliere quali transazioni includere nel prossimo blocco da verificare lasciando perciò quelle ” più poverelle” fuori ed in sospeso a tempo indeterminato. L’unica consolazione  è che quei bitcoin sospesi non andranno persi, alla fine  verranno confermati nel wallet destinatario e solo in poche determinate occasioni (se le fee son state per esempio settate a zero) ritorneranno in quello originario (di partenza), al massimo dopo 72 ore ( 3 gg max).

Bitcoin Scaling Problem, ExplainedPer chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento, (grazie al blog Ethereum Italia da cui il seguito di questo articolo è tratto)  il nodo cruciale del dibattito dipende dall’arbitrario protocollo che limiterebbe la dimensione massima del blocco nella Blockchain di Satoshi Nakamoto.

I blocchi di Bitcoin sono una collezione di registri delle transazioni nel network di Bitcoin. Questi vengono aggiunti dai miners alla fine della Blockchain, circa ogni 10 minuti. Adesso, la dimensione media di ogni blocco aggiunto ha raggiunto 1 MB ovvero la dimensione massima.

La dimensione massima attuale era stata creata dall’ideatore, Satoshi Nakamoto, come misura antispam agli esordi. Limitando ad un massimo di 1MB a blocco, Satoshi aveva ipotizzato che tale dimensione potesse prevenire l’attacco del network da malintenzionati. Questo vuol dire che se un minatore trova una transazione più pesante dei MB limite, questa verrà negata. Questo però limita il numero di transazioni nella Blockchain. Alcuni della comunità di Bitcoin stanno ipotizzando di voler aumentare il peso limite attraverso una Hard Fork. L’enorme numero di transazioni non verificate e negate hanno infatti generato una lentezza nel network, incrementando il tempo medio, 15 minuti (anzichè i normali 10 minuti), per ogni blocco confermato, e anche un costo maggiore di fees per le transazioni. Ovviamente questo ha anche un human cost, perché rende meno praticabile l’utilizzo della blockchain di Bitcoin per usi commerciali.

Dimensione media del blocco nella Blockchain di Bitcoin nel tempo

Barry Silbert (Digital Currency Group), Roger Ver (Bitcoin.com) and il maggiore miner Jihan Wu (Bitmain) e Valery Vavilov (BitFury), hanno raggiunto un accordo durante il CONSENSUS a New York qualche settimana fa: una Hard Fork che sposta il limite del blocco ad un peso massimo di 2MB. Anche Gavin Adresen, uno dei maggiori developer, ha affermato che la dimensione del blocco dovrebbe essere aumentata attraverso una Hard Fork.

Ovviamente, un’aumento del peso del blocco va a creare un impatto negativo tra i nodi e nei miners della comunità. Infatti, se il peso dovesse aumentare, questo porterebbe ad una maggiore centralizzazione dei miners, ovvero solo pochi miners avrebbero una potenza di calcolo (per risolve gli HASHES) sufficiente per riuscire a minare blocchi di 2MB, avendo inoltre come effetto complementare una uscita dal “mercato” di diversi nodi e miners. Altri sono molto scettici nell’utilizzare una Hard Fork nel network, la quale potrebbe compromettere la sicurezza dell’intera catena di blocchi passati.

Lo stesso problema di scaling viene trattato   e approfondito ulteriormente da questo articolo di Cointelegraph  in lingua originale .

Concludo dicendo che parrebbe che la soluzione  decisiva  sia ormai di massima urgenza  e pare finalmente che l’iter sia stato attivato (Lightening network,  SegWit2x,  BIP 148 UASF, come e quale? )dai programmatori  di Bitcoin Core (gli sviluppatori ufficiali), ma sulla certezza di ciò,  di come avverrà e su come comportarsi , mi riservo di scrivere quando ci sarà delle conferme definitive. Restate collegati…

BITCOIN WALLET – Il portafoglio bitcoin – Guida pratica

Il wallet Bitcoin è il conto o il portafogli su cui si detengono, inviano e ricevono i bitcoin, visualizzato con una stringa alfanumerica molto lunga (34 caratteri) detta CHIAVE PUBBLICA, iniziante per 1 o per 3  nel caso di indirizzi wallet legacy o per “bc” nel caso di indirizzi wallet segwit. Esso  ha la funzione di RICEVERE i bitcoin che arriveranno a quel wallet e si usa proprio come un IBAN bancario. Il wallet contiene anche la CHIAVE PRIVATA, che non è normalmente visibile e che permette di  INVIARE i bitcoin. La  chiave privata è desumibile dal backup del wallet attraverso una PASSPHRASE, ovvero una serie di dodici (o più) parole che servono a recuperare il wallet ed i fondi in bitcoin in esso contenuto in caso di smarrimento o distruzione/furto del wallet. E’ quindi buona pratica fare SEMPRE il back up del wallet per evitare di perdere irrevocabilmente i fondi bitcoin in esso contenuti. Da una chiave pubblica ( indirizzo bitcoin) infatti, non si può mai risalire alla chiave privata, mentre la chiave privata può generare “n” (infinite) chiavi pubbliche. Le transazioni bitcoin sono identificate con stringhe alfanumeriche ancora più lunghe di quelle dei wallet ( Transaction ID) . Queste stringhe alfanumeriche (transaction ID) e gli  indirizzi wallet (address wallet) possono svelare il saldo e tutti i movimenti del wallet se posti in consultazione sulla Blockchain, un registro pubblico inalienabile e immutabile, condiviso in rete tra tutti gli utenti bitcoin perchè contenuto nel wallet. Blockchain e indirizzi bitcoin non rivelano MAI e non sono MAI associabili al proprietario del wallet e dei bitcoin contenuti, nè il luogo fisico dove sono conservati i bitcoin. Questo è il motivo perchè i Bitcoin ed i wallet sono considerati anonimi, anche se in realtà è più corretto affermare che siano pseudonimi come, ad esempio, un indirizzo email  al cui proprietario si può risalire solo attraverso l’analisi dell’IP collegato in rete.  Esattamente il contrario perciò di quanto si possa desumere da un IBAN bancario che rivela il nominativo del proprietario del conto e l’indirizzo fisico della filiale dove quel conto è stato acceso, ma non il saldo e i movimenti del conto rappresentato in IBAN.

Fatte queste doverose premesse, una delle prime domande che ci si pone quando si vuole cominciare ad utilizzare i bitcoin è come fare a riceverli, detenerli, inviarli.     Si tenga sempre preliminarmente presente che il Bitcoin è uno strumento di piena libertà economica e finanziaria  e non necessita, anzi rifugge dall’essere affidato a intermediari come banche, istituti finanziari o assicurativi o peggio, come alcuni erroneamente fanno, su wallet/conti di terze parti come le piattaforme exchanger (Coinbase, Localbitcoin, Paxful  su tutte) o servizi vari online: è un po’ come lasciare il proprio portafogli dal salumiere e utilizzare i soldi che vi sono contenuti per comprare da lui o spenderli solo negli orari di apertura del negozio, quando il salumiere sarà disponibile. Uno dei problemi più diffusi dei wallet su terze parti  rispetto ad  un wallet di proprietà,  è infatti che non  si possiedono le chiavi private ( quelle che di fatto ci permettono di spendere/inviare i nostri bitcoin) e si resta  così esposti al volere ed alle regole del servizio che ospita i nostri bitcoin. Significa nel concreto che anche quando vi inviano bitcoin a quel wallet, non li vedrete immediatamente come normalmente accade con un wallet di proprietà , ma dovrete aspettare  che la transazione abbia le prime conferme dei blocchi di verifica  (cominci cioè ad essere verificata); ciò significa che potrebbero passare decine di minuti se non addirittura ore prima che possiate vedere su quel wallet i bitcoin che vi sono stati inviati, con il disagio che potete immaginare e il sospetto magari di essere stati imbrogliati. La scelta del wallet bitcoin appropriato  è quindi fondamentale per iniziare con il piede giusto e questo significa scaricarsi un wallet che ti permetta di gestire e salvare le chiavi private in modo di avere sempre il controllo dei propri bitcoin.

Quando si ha a che fare con i bitcoin si deve anche sempre tenere presente che chi li ha inventati , ha mutuato l’oro e il denaro contante, perciò molte domande che ci poniamo, trovano soluzione nel mondo reale proprio comportandoci come se possedessimo la stessa quantità d’oro o il suo equivalente in banconote. Ve ne andreste in giro con 50.000 euro in contanti  in tasca nel portafoglio? Ne dubito, soprattutto per il pericolo di perdere questa ingente somma e per motivi di sicurezza personale. Per questa ragione ed essendo  i wallet (portafogli) bitcoin scaricabili gratuitamente dalla Rete anche seguendo questo link, vi invito a scegliere  sempre i wallet adeguati alle vostre esigenze .

Il loro funzionamento è estremamente semplice ed intuitivo: tutti i wallet hanno tre sezioni : SALDO dove troverete il saldo attuale e lo storico di tutte le transazioni , INVIA per inviare i bitcoin dal vostro wallet ad un altro indirizzo ( bitcoin address) , RICEVI dove si genera il bitcoin address da passare alla controparte o il qr-code da far scansionare  per ricevere i bitcoin.  Tutti i bitcoin wallet hanno la possibilità di accesso sotto password, anche se naturalmente ciò non basta per mettere al sicuro il vostro capitale in bitcoin. L’importante è ricordare che i bitcoin non scompaiono per magia dal vostro wallet e virus e hackers riescono a penetrare nei vostri sistemi informatici perchè VOI li fate entrare, con qualche vostra disattenzione o negligenza.

Passiamo ora a vagliare quale tipo di wallet potrebbe servire alle nostre esigenze e quale scegliere. Ricordate sempre che i wallet bitcoin sono ANONIMI e GRATUITI,  anche quelli ” di proprietà”  che scaricate su pc o su cellulare. Se quindi vi saranno richieste credenziali soldi o dati personali, sicuramente potrete saltarli piè pari e scaricare comunque il wallet.  Se per esempio vogliamo che il nostro wallet abbia lo stesso utilizzo del portafoglio che abbiamo in tasca per le spese quotidiane, diciamo fino ad un massimo di 500- 1000€ , consiglio di aprire un wallet online come Blockchain walletche ha la praticità di poterlo configurare sul web e clonare poi anche sui propri dispositivi portatili come tablet e smartphones utilizzando l’omonima app scaricata dai rispettivi store e viceversa, si può scaricare come app e poi utilizzare le credenziali con il browser web  dal vostro computer.  Per il fatto di avere costantemente online  i vostri bitcoin e quindi sempre disponibili ad attacchi informatici,, sconsiglio di tenere per lungo tempo cifre superiori a quelle descritte su wallet sempre online.

Se l’esigenza invece è quella di conservare quantitativi di bitcoin di maggior valore e per più lungo tempo , diciamo fino a 5-10 mila euro su wallet bitcoin che equivalga ad un conto corrente bancario, ecco che sarà consigliabile depositarli su programmi wallet scaricabili solo su pc per Windows, IOS o Linux dove si potrà evitare virus e hackers anche semplicemente  staccando il computer dalla rete internet o meglio ancora spegnendolo dopo l’utilizzo. Suggerisco in questi casi di scaricarsi programmi come Electrum  e  di leggere questa guida approfondita su come utilizzarlo.

Infine per proteggere continuativamente quantitativi di bitcoin rilevanti e superiori anche ai 10.000 euro di valore il consiglio è di usare hardware wallets, portafogli fisici come il CASE di cui trovate qui la recensione o in alternativa il Trezor o un Ledger Nano.

Un discorso a parte va fatto per i paper wallets . Un paper wallet è un modo di custodire i bitcoins che consiste nello stampare il bitcoin address (la stringa alfanumerica o indirizzo bitcoin)e le chiavi private su un foglio di carta. Quando fatto in maniera appropriata  è uno dei modi possibili più sicuri (e meno costosi) di custodire i bitcoins. I suoi limiti sono dati dall’evidenza in cui le chiavi pubbliche e private sono stampate sulla carta e il supporto stesso che richiede sia conservato in luoghi adeguati (ad es. in cassaforte). Per poter inviare i bitcoin contenuti in un paper wallet bisognerà assorbire attraverso la scansione del qr-code, le chiavi private sulla applicazione wallet del proprio dispositivo portatile. Uno dei primi e migliori siti di generazione di paper wallet che vi invito ad utilizzare è Bitaddress, facile ed assolutamente intuitivo.

IMPORTANTISSIMO

 Tutti i wallet di proprietà vi danno la possibilità di fare il backup delle chiavi private ( quelle che di fatto permettono l’invio dei bitcoin dal wallet a un altro wallet), cosa che vi consiglio caldamente di fare e nella maggior parte dei casi sono rappresentate da 12 o più parole che vanno conservate in un luogo sicuro FUORI dal pc o dal dispositivo dove avete scaricato il wallet per evitare, se hackerati, di farsele rubare. Queste 12 o più parole vi permetteranno di ricostruire i vostro wallet ovunque e di recuperare sempre i vostri bitcoin.

Per chi volesse leggere e approfondire l’argomento:

http://www.portafoglioelettronicomigliore.com/bitcoin-wallet.asp

Come inviare i Bitcoin da un portafoglio di carta

http://www.kensan.it/articoli/Paper_wallet.php

http://darkwhite666.blogspot.it/2016/10/differenze-tra-wallet-virtuali-software.html

https://www.bitaddress.org/

Articolo aggiornato al 20 novembre 2020

CATENA FIDE DIGNORUM AD NIHILUM CONEXA .