Archivi tag: blockchain

L’Italia insieme al Sud Europa per lo sviluppo della Blockchain

Martedì, 04 Dicembre 2018

La notizia è di quelle che fanno ben sperare riguardo allo sviluppo e all’ utilizzo della rivoluzionaria tecnologia Blockchain anche nel futuro del Belpaese. Vi riporto direttamente quanto appare sulla pagina web del Ministero dello Sviluppo Economico. Rimane comunque l’affascinante dubbio di quali saranno i risvolti normativi nell’ambiente delle criptovalute ed in particolare del Bitcoin, indissolubilmente  legati proprio alla Blockchain.

L’Italia firma dichiarazione sullo sviluppo della Blockchain con i Paesi del MED7

 

Blockchain e tecnologie basate su registri distribuiti (DLT) possono giocare un ruolo determinante nello sviluppo di questi Paesi

immagine decorativa

Oggi l’Italia ha sottoscritto una dichiarazione sullo sviluppo della Blockchain nell’ambito del MED7, il gruppo costituito da sette Paesi del Sud Europa (Italia, Spagna, Francia, Malta, Cipro, Grecia e Portogallo).

Nella dichiarazione si riconosce come la Blockchain e, più in generale, le tecnologie basate su registri distribuiti (DLT) possano giocare un ruolo determinante nello sviluppo di questi Paesi. E’ necessario, pertanto, creare un coordinamento anche tecnico tra i Paesi, per sperimentare l’utilizzo di queste tecnologie e di quelle emergenti (5G, Internet of Things, AI).

Nei negoziati che hanno preceduto la firma della dichiarazione, l’Italia ha rimarcato come risulti determinante favorire la conoscenza e la sperimentazione delle tecnologie emergenti a tutti i livelli ed assicurare che, nella costruzione di una cornice giuridica di riferimento, venga garantito il mantenimento del loro carattere decentralizzato.

“Il nostro impegno è rivolto a rendere l’Italia un Paese leader nello sviluppo e nella sperimentazione della Blockchain, nel bacino Mediterraneo e in Europa. Al Ministero dello Sviluppo Economico abbiamo avviato delle sperimentazioni per la tutela del Made in Italy. I fondi stanziati con la legge di bilancio rafforzeranno queste sperimentazioni che accompagniamo con la creazione di una prima cornice giuridica di riferimento per la tecnologia Blockchain”, ha dichiarato il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio.

Intelligenza artificiale e blockchain: selezionati gli esperti

Giovedì, 27 Dicembre 2018

Elaboreranno la strategia nazionale sull’intelligenza artificiale e la strategia nazionale in materia di tecnologie basate su registri condivisi e blockchain

 

 

Si sono concluse le selezioni per i Gruppi di esperti di alto livello che insieme al Ministero dello Sviluppo Economico elaboreranno la strategia nazionale sull’intelligenza artificiale e la strategia nazionale in materia di tecnologie basate su registri condivisi e blockchain.

Le selezioni sono state effettuate in base ai criteri, riportati nell’avviso, di competenza ed esperienza comprovate e strettamente pertinenti, anche a livello europeo e/o internazionale, nell’ambito dei relativi settori di intelligenza artificiale e tecnologie basate su registri distribuiti e blockchain e nelle loro applicazioni, comprese le competenze di chiara rilevanza in ambito tecnologico, imprenditoriale, giuridico e scientifico; nonché la comprovata capacità di rendere note efficacemente le esigenze e le istanze degli stakeholder o dell’organismo di riferimento.

Il MISE ritiene priorità fondamentale per il nostro Paese conoscere, approfondire e affrontare il tema dell’Intelligenza artificiale e delle tecnologie basate su registri distribuiti e blockchain, nonché aumentare gli investimenti pubblici e privati in tale direzione e nelle tecnologie strettamente connesse alle stesse, come già espresso nelle linee programmatiche presentate dal Ministro Luigi Di Maio.

Per assicurare trasparenza e poter beneficiare della massima condivisione e del contributo dell’intera comunità di interesse, le Strategie Nazionali Intelligenza artificiale e Blockchain, una volta elaborate, saranno poi sottoposte a consultazione pubblica.  La prima riunione degli esperti selezionati si terrà nel mese di gennaio 2019.

Il Ministro Luigi Di Maio ha dichiarato: “Le numerose e qualificate manifestazioni di interesse pervenute nell’ambito della selezione dei Gruppi di esperti dimostrano il patrimonio di conoscenze ed esperienze che abbiamo in Italia sulle tecnologie emergenti.  Ringrazio tutti coloro i quali hanno manifestato la propria disponibilità e sono certo che insieme agli esperti selezionati sapremo costruire delle Strategie cruciali per lo sviluppo del nostro Paese all’insegna dell’innovazione”.

Qui link per accedere agli elenchi degli esperti

Seminario Criptovalute in CCIIAA a Udine e la strana voglia di regole

Venerdi pomeriggio scorso, 23 febbraio 2018,  c’è stato (finalmente) un seminario su criptovalute e Blockchain presso una sala, troppo piccola per l’occasione,  della sede della Camera di Commercio di Udine  . L’iniziativa è stata molto apprezzata dai partecipanti accorsi numerosi, come riportato dal comunicato stampa della CCIIAA qui sotto, e gli interventi dei relatori forse un po’ troppo tecnici per il pubblico variegato presente .  Non entro troppo nei particolari anche perchè potete seguire tutta l’iniziativa direttamente dal video youtube a fondo pagina e farvi la vostra opinione, e un doveroso ringraziamento va ai relatori, preparati e sufficientemente esaustivi per il contesto, ma ci terrei a sottolineare alcune cose che ho riscontrato e le riflessioni fatte, anche dopo aver letto oggi un interessante articolo su un blog .

Perchè anche durante questo seminario i professori e “gli esperti” hanno insistito sul pericolo di criminalità legata all’uso delle criptovalute e  sulla necessità di creare  leggi su qualcosa che ha già le regole infallibili  e necessarie  scritte in un algoritmo matematico?

E’ ormai chiaro che a quasi 10 anni dalla loro invenzione ( il libro bianco di Satoshi Nakamoto viene pubblicato nell’ottobre del 2008) Bitcoin , Blockchain e 1500 criptovalute sul mercato oggi, con un valore complessivo pari a quello del PIL dell’Olanda, non possono essere più ignorate dalle istituzioni a qualsiasi livello e, visto che la gente comune se n’è accorta già da un po’ e sta cominciando ad utilizzarle  sempre di più , si cerca in qualche modo di correre ai ripari, anche se magari pochi si rendono conto che nulla sarà come prima e che ormai siamo entrati in una fase 3.0 di sviluppo tecnologico generale.  Si consideri quindi il Bitcoin come la prima manifestazione di questo nuovo sviluppo tecnologico con le  3 caratteristiche fondamentali:

  • E’ DECENTRALIZZATO
  • E’ FEDERATO
  • E’ IPER-RESILIENTE

Essendo decentralizzato, non ha e non richiede un potere centrale  che lo governi (una disintermediazione mortale per chi è abituato a trarre vantaggi enormi dal signoraggio e dalla sua posizione di regolatore) , ma necessita  di essere federato per sfruttare tutta l’enorme potenza di calcolo sommata dei dispositivi degli utenti che usano le nuove applicazioni e, come abbiamo notato in questi anni ,  soprattutto nell’ultima ondata speculativa dello scorso dicembre/gennaio, è iper resiliente . Significa che il numero di utenti detti “early users”, i quali non smetteranno MAI di prestare la loro opera per tenere in piedi la rete, e’ superiore a quello sufficiente per tenere in piedi la rete (nel caso di bitcoin il numero e’ sovrabbondante). I dark market sono piu’ che sufficienti, in termini di cash flow, per tenere in piedi sia il mining che il trading. Potete fare speculazioni e far andare su e giu’ il valore quanto volete, ma tanto la rete non cade.

“Chiaramente, della terza caratteristica “i maghi della finanza” non avevano idea, e ce l’hanno ora: ci hanno rimesso un sacco di soldi in questa ultima  speculazione (per la semplice ragione che nessun exchanger ufficiale aveva abbastanza cash da farli vendere Bitcoin al ritmo che si illudevano di tenere), per cui quando hanno causato il ribasso artificiale del valore, non sono riusciti a sbarazzarsene abbastanza in fretta: traders ed exchangers hanno dato forfait. Del resto, il gioco di questi signori e’ di fare scalping su un prezzo,essendo quelli che decidono il prezzo” E con il  Bitcoin  non possono, così gli è andata buca per l’ennesima volta!

Adesso ovviamente metteranno in scena tutti i trucchi del caso. Siccome possiedono i giornali e i media, inizieranno con la propaganda.

E quindi si ripete lo schema già usato per le BBS degli ultimi anni ottanta, per l’internet dei primi anni novanta ed anche per il web 2.0 (quello dei social network come facebook, twitter ecc): cercano di denigrare e infangare dicendo:

  • Che ci  sono i maniaci sessuali e i pedofili.
  • Che ci sono i mafiosi e i delinquenti.
  • Che ci sono i terroristi.
  • Che ci sono gli evasori fiscali.
  • Che fa male ai giovani.

Tra 5- 10 anni useremo tutti dei servizi decentralizzati e federati. Questo produrra’ la caduta di alcune grandi aziende e la nascita di altre star, cioe’ quelli che creano i servizi e riescono a farci i soldi con un modello di business legato al client, o legato alla criptomoneta, o legato alla mediazione, come capita su OpenBazaar, ove gli arbitri hanno una percentuale sulle transazioni (e un rischio nella mediazione dei conflitti). O magari nasceranno altri modelli di business, ma la cosa certa e’ che , come e’ sempre successo, non saranno le chiacchiere , la diffamazione ed il terrorismo mediatico a fermare una nuova onda di applicazioni “disruptive”.

Perche’ alla fine le criptomonete , che vi piaccia o meno, sono arrivate e resteranno.

Anche tutta questa voglia di regolarle (BEN PRESENTE AL SEMINARIO DI CUI STIAMO PARLANDO) non cambia niente, e non puo’ cambiare niente. Chi sta operando contro questa rivoluzione già in atto lo fa in modo da ottenerne la “regolazione”, cioe’ vuole che ci siano leggi ad hoc. Queste leggi, guarda caso, cercheranno di portare queste tecnologie nelle mani di pochi. Quindi tutti vogliono “regolare le criptomonete”: queste persone pero’ stanno fallendo nell’indicare le leggi, nel dire come dovrebbero essere queste leggi, per una semplice ragione:

in Germania ci sono circa 68 milioni di cellulari smart che hanno almeno una CPU con 4 core. Se domani per fermare una qualche applicazione diffusissima si dovesse fare una legge che obbliga a centralizzare, chi diavolo costruisce un data center con la potenza equivalente di 272 milioni di core, 136Exabyte di Ram, e 544Exabyte di storage? Tralasciamo la fattibilita’, ma chi paga per il mostro?

Se chi fa un software decentralizzato decide di essere stronzo e di usare perbene le risorse del cellulare, centralizzare una simile potenza di calcolo non e’ possibile. Certo, sicuramente questi software non useranno il 100% delle risorse dei cellulari. Ma anche usandone una frazione, le cifre in gioco sono cosi’ alte che nessuno potrebbe sostituire la potenza in gioco con un server centrale. Se oggi volessimo costruire un datacenter che assommi tutta la potenza a disposizione di Bitcoin solo contando thin clients, nodi e supernodi (e non voglio nominare i miners con macchine dedicate), saremmo nella top500 di sicuro, e forse nella top100 dei supercomputer. Chi paga?

Per questa ragione, tutti stanno invocando il regolatore, ma nessuno riesce a dire in che modo centralizzare questa roba per farci i soldi. Queste tecnologie non sono difficili da centralizzare per via del design (qualcuno si illude di poterle centralizzare facendo delle modifiche al software), ma sono difficili da centralizzare perche’ sfruttano la potenza dei client, che sono troppi. La potenza di calcolo oggi e’ sbilanciata verso gli utenti in maniera mostruosa: e contro questo fatto fisico c’e’ davvero poco che il programmatore possa farci. Chi sviluppa un’applicazione decentralizzata e federata ha a disposizione potenze di calcolo inarrivabili.

Questo vi spiega anche per quale ragione Facebook, Twitter , Amazon, e tutti quanti si siano uniti nella guerra contro bitcoin: di per se’ il Web 3.0 suona per loro la campana a morto.

(la parte in corsivo è tratta  da un articolo del  blog  Böse Büro  keinpfusch.net,  che invito tutti a leggere integralmente QUI)

Bitcoin scaling : perchè le transazioni bitcoin restano sospese

Moltissimi utilizzatori di bitcoin, soprattutto quelli nuovi e/o meno esperti, mi interpellano sempre più spesso perchè si trovano a fare i conti con transazioni che vengono confermate con sempre maggiore ritardo e che restano in sospeso  per giorni e giorni prima di essere finalizzate e permettere l’ulteriore spesa/invio di quei bitcoin. Tutto ciò dipende dal funzionamento stesso del bitcoin e  dall’aumento esponenziale del numero di transazioni sulla rete Bitcoin (Blockchain) che segue anche l’impennata del valore di quotazione della criptovaluta negli ultimi mesi e la sua sempre maggior richiesta e diffusione globale. Bisogna quindi fare attenzione a settare la giusta fee (commissione ) per i miners che validano le transazioni. Il + delle volte il vostro wallet lo fa in modo automatico, ma non sempre è sufficiente. Per questo motivo vi conviene forse dare un occhiata allo status della rete blockchain in tempo reale e settare manualmente le fees in modo che  che la transazione non resti a lungo tempo sospesa senza essere “lavorata” dai validatori/miners.

La brutta notizia è che non c’è molto che si può fare una volta che ci si accorge che una specifica transazione resta nel limbo (si è arrivati fino a 250.000 transazioni in ritardo e non confermate).

Un tentativo di sbloccare la situazione lo si può trovare QUI, o anche QUI,  ma già vi dico che non sempre funziona, soprattutto nei periodi di maggior traffico e intasamento della blockchain. La situazione e alcuni suggerimenti sono state trattati  in italiano sul forum mondiale delle criptovalute Bitcointalk ma la soluzione, che pur esiste, realmente non è alla portata del normale utilizzatore, ma solo dall’intervento degli sviluppatori ufficiali del bitcoin e da un’ accordo equilibrato che salvaguardi realmente gli interessi di tutte le parti in causa :  sviluppatori, minatori/verificatori, mercato . Senza il consenso a stragrande maggioranza di tutti, seguendo il protocollo e l’algoritmo voluto dal suo creatore Satoshi Nakamoto, i rischi di fallimento diventano drammaticamente alti.

Cosa si può quindi fare, oltre ad aspettare che il dibattito attorno a questo problema (già da un paio di anni in atto) si risolva e  possano essere attuate le soluzioni attualmente disponibili?

Attualmente si può solo cercare di prevenire il problema, pagando preventivamente delle fees  (commssioni) più alte rispetto a quelle che normalmente si pagano ai miners (i nodi che verificano la validità e autenticità delle transazioni bitcoin) in sede di invio dei bitcoin. Questa funzione viene normalmente svolta in maniera automatica dai wallet che utilizziamo per inviare bitcoin e, quelli più aggiornati, dinamicamente regolano le fees da mandare a seconda dell’intasamento della blockchain. Quella di aumentare manualmente le fees di transazione , sottolineo, trattasi di una efficace misura preventiva che però non vi darà lo stesso la certezza assoluta di evitare il problema nei momenti di peggior congestione. I costi di transazione possono in questi casi crescere fino a diversi euro per ogni invio e restano comunque normalmente troppo alti. L’ attuale situazione è ad un punto critico perchè premia di fatto i miners che oltre ad incassare le fees, possono scegliere quali transazioni includere nel prossimo blocco da verificare lasciando perciò quelle ” più poverelle” fuori ed in sospeso a tempo indeterminato. L’unica consolazione  è che quei bitcoin sospesi non andranno persi, alla fine  verranno confermati nel wallet destinatario e solo in poche determinate occasioni (se le fee son state per esempio settate a zero) ritorneranno in quello originario (di partenza), al massimo dopo 72 ore ( 3 gg max).

Bitcoin Scaling Problem, ExplainedPer chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento, (grazie al blog Ethereum Italia da cui il seguito di questo articolo è tratto)  il nodo cruciale del dibattito dipende dall’arbitrario protocollo che limiterebbe la dimensione massima del blocco nella Blockchain di Satoshi Nakamoto.

I blocchi di Bitcoin sono una collezione di registri delle transazioni nel network di Bitcoin. Questi vengono aggiunti dai miners alla fine della Blockchain, circa ogni 10 minuti. Adesso, la dimensione media di ogni blocco aggiunto ha raggiunto 1 MB ovvero la dimensione massima.

La dimensione massima attuale era stata creata dall’ideatore, Satoshi Nakamoto, come misura antispam agli esordi. Limitando ad un massimo di 1MB a blocco, Satoshi aveva ipotizzato che tale dimensione potesse prevenire l’attacco del network da malintenzionati. Questo vuol dire che se un minatore trova una transazione più pesante dei MB limite, questa verrà negata. Questo però limita il numero di transazioni nella Blockchain. Alcuni della comunità di Bitcoin stanno ipotizzando di voler aumentare il peso limite attraverso una Hard Fork. L’enorme numero di transazioni non verificate e negate hanno infatti generato una lentezza nel network, incrementando il tempo medio, 15 minuti (anzichè i normali 10 minuti), per ogni blocco confermato, e anche un costo maggiore di fees per le transazioni. Ovviamente questo ha anche un human cost, perché rende meno praticabile l’utilizzo della blockchain di Bitcoin per usi commerciali.

Dimensione media del blocco nella Blockchain di Bitcoin nel tempo

Barry Silbert (Digital Currency Group), Roger Ver (Bitcoin.com) and il maggiore miner Jihan Wu (Bitmain) e Valery Vavilov (BitFury), hanno raggiunto un accordo durante il CONSENSUS a New York qualche settimana fa: una Hard Fork che sposta il limite del blocco ad un peso massimo di 2MB. Anche Gavin Adresen, uno dei maggiori developer, ha affermato che la dimensione del blocco dovrebbe essere aumentata attraverso una Hard Fork.

Ovviamente, un’aumento del peso del blocco va a creare un impatto negativo tra i nodi e nei miners della comunità. Infatti, se il peso dovesse aumentare, questo porterebbe ad una maggiore centralizzazione dei miners, ovvero solo pochi miners avrebbero una potenza di calcolo (per risolve gli HASHES) sufficiente per riuscire a minare blocchi di 2MB, avendo inoltre come effetto complementare una uscita dal “mercato” di diversi nodi e miners. Altri sono molto scettici nell’utilizzare una Hard Fork nel network, la quale potrebbe compromettere la sicurezza dell’intera catena di blocchi passati.

Lo stesso problema di scaling viene trattato   e approfondito ulteriormente da questo articolo di Cointelegraph  in lingua originale .

Concludo dicendo che parrebbe che la soluzione  decisiva  sia ormai di massima urgenza  e pare finalmente che l’iter sia stato attivato (Lightening network,  SegWit2x,  BIP 148 UASF, come e quale? )dai programmatori  di Bitcoin Core (gli sviluppatori ufficiali), ma sulla certezza di ciò,  di come avverrà e su come comportarsi , mi riservo di scrivere quando ci sarà delle conferme definitive. Restate collegati…

LA BCE AMMONISCE L’UNIONE EUROPEA A NON PROMUOVERE BITCOIN

Liberi pensieri  e considerazioni di un neocinquantenne sull’articolo di Gautham  su  newsBTC.com  – 19/10/2016

european union, blockchain technology

L’ Europa della Brexit non riesce ormai più a nascondere le sue laceranti contraddizioni. Quanto durerà ancora prima di implodere? Riusciranno i suoi popoli,  le sue nazioni, le sue intelligenze, a cambiarla prima del tragico epilogo? Gautham non se lo chiede nel suo articolo , anche se non manca di sottolineare che  gli Stati europei  non possono fare a meno di accorgersi della rivoluzione in atto  sin dal suo arrivo e poi dalla sempre maggior diffusione del Bitcoin, sia dell’interesse che la nuova tecnologia che lo  sottintende (la blockchain) sta suscitando in quelle menti   europee che rappresentano il nuovo pensiero liberista e libertario , quello cioè che si ricollega alla sincera tradizione di progresso, prosperità e crescita democratica che il libero mercato  ha garantito all’Occidente negli ultimi 150 anni, quello che odia insomma la burocrazia ma di più il lobbismo mondialista oggi imperante in Europa con la costante attuazione del Piano Kalergi.
Cosa ci racconta invece Gautham che nessuna fonte di informazione italiana rivela?  Afferma dapprima ciò che già sappiamo e andiamo dicendo da qualche anno, cioè che il Bitcoin è probabilmente l’innovazione più dirompente di questo secolo. Ma ci rivela anche che mentre la criptovaluta decentrata continua a rivoluzionare il sistema finanziario globale, la Banca Centrale Europea ha cominciato a sentire il calore sotto le terga. In una recente dichiarazione, la BCE ha chiesto ai legislatori dell’Unione europea di dare un giro di vite  regolamentando  Bitcoin e tutte le altre valute digitali per salvare se stessa dalla perdita di controllo sul sistema finanziario. La dichiarazione della BCE su Bitcoin e valute virtuali faceva parte di un parere legale pubblicato giusto ieri (18/10/2016). Nel documento, la banca centrale ha messo in chiaro che non vuole istituzioni dell’UE a promuovere l’uso di valute virtuali che oggi non hanno uno status giuridico chiaro nel continente europeo. Tuttavia, tale dichiarazione sembra essere in contraddizione con varie sentenze della Corte di giustizia europea, che ha in molte occasioni esteso privilegi al Bitcoin simili a quelli di cui godono le valute fiat (vedi la non applicabilità dell’IVA nelle transazioni in criptovaluta).

Molte nazioni dell’UE hanno un atteggiamento favorevole nei confronti del Bitcoin e della tecnologia che sta  alla sua base. Nella crescente adozione di valute virtuali in questi giorni si trova la prova della crescente popolarità della moneta digitale nel continente europeo. Ma nella dichiarazione della BCE si legge, “La fiducia degli attori economici in unità monetarie virtuali, se notevolmente aumentata, in futuro potrebbe in linea di principio influire sul controllo delle banche centrali sulla fornitura di denaro fiat … Così (gli organi legislativi comunitari) non dovrebbero cercare in questo particolare contesto di promuovere un uso più ampio di valute virtuali. “

Mentre la BCE continua a metterla giù dura con il Bitcoin, dall’altro lato la stessa banca centrale ha fatto propria l’intenzione di adottare la sua tecnologia di base. Un recente rapporto della BCE infatti, prende in considerazione varie applicazioni della blockchain, soprattutto per quanto riguarda le procedure contro il riciclaggio di denaro sporco. Il rapporto intitolato “Distributed Ledger Technologies nella sicurezza del post-trading – Rivoluzione o evoluzione?” elenca il potenziale impatto della tecnologia dei registri pubblici distribuiti (blockchains) su diversi livelli di post-trading (sui contratti e sui livelli di custodia ). Si accenna anche al potenziale impatto della tecnologia blockchain sull’ eGovernance e l’efficienza interna delle istituzioni. La visione della BCE su Bitcoin e sulla sua tecnologia di base non è nuova, molte banche centrali condividono infatti la stessa opinione. Sono tutti alla ricerca  di poter sfruttare i potenziali vantaggi della tecnologia blockchain ignorando i vantaggi offerti dal Bitcoin e dalle altre valute digitali, per timore di  dover rinunciare al loro controllo sul sistema monetario. Il problema è che non è così facile disgiungere Bitcoin o le altre criptovalute dalle loro blockchain. Se anche fosse possibile utilizzare i registri pubblici condivisi senza l’apporto valoriale della criptovaluta collegata , cosa che dubito possa essere realizzabile, assisteremmo sicuramente alla sostituzione della funzione notarile di molti servizi di garanzia forniti dallo Stato (contratti, identità, abilitazioni ecc.) a favore di tale servizio distribuito e decentralizzato con un notevole conseguente risparmio , ma l’ulteriore perdita di sovranità degli Stati Nazionali (ecco che si torna al piano Kalergi!). url

(La cancelliera tedesca Merkel durante la consegna del premio Kalergi)

Inoltre l’eventuale efficacia di queste blockchain non farebbe altro che valorizzare ancor di più il Bitcoin quale primo esperimento riuscito di tale tecnologia, cosa sicuramente non gradita alle lobbies finanziarie rappresentate dalla BCE. La strada per chi ha a cuore un’ Europa diversa da quella prefissata dai poteri forti del Nuovo Ordine Mondiale è dunque fortemente legata al successo ed alla sempre maggior diffusione del Bitcoin in quanto valore largamente riconosciuto e moneta decentralizzata capace di riconsegnare piena libertà economico-finanziaria e vero progresso sociale ai cittadini europei sempre più distanti dalle loro istituzioni e guide politiche.

I 5 fattori che secondo gli esperti favoriscono l’ascesa del Bitcoin a 700 dollari

Scritto da   per coindesk
| Pubblicato il 13/06/2016 , tradotto  da gavrilobtc

coindesk-bpi-chart (20)

Il prezzo del Bitcoin è salito di quasi il 20% durante lo scorso weekend tra l’11 e il 12 giugno e questo robusto apprezzamento ha attirato l’attenzione di molti esperti che non hanno aspettato tempo per dare giudizi su questo rally.

Gli osservatori di mercato hanno fornito una vasta gamma di spiegazioni per questa risalita, incluso l’attuale incertezza sulla ‘Brexit‘, la crescente visibilità della tecnologia blockchain e l’imminente  halving (dimezzamento) delle ricompense pagate ai partecipanti chiave del network bitcoin.

Mentre resta sempre la possibilità che la somma di questi fattori valga quanto uno solo di essi, cerchiamo di rivedere qui di seguito le più comuni teorie del perchè il prezzo del bitcoin sta raggiungendo nuovi  record :

Paura della ‘Brexit’

UK law

Più di un esperto enfatizza che la possibilità che il Regno Unito possa separarsi dal resto delle 28 nazioni facenti parte l’Unione Europea sia uno dei maggiori fattori di causa del rally del bitcoin.

Mentre un certo numero di sondaggi del passato hanno sempre dimostrato che il partito del ‘Bremain’ raccogliesse maggiore sostegno rispetto a quello a favore di una Brexit, un sondaggio di opinione condotto di recente,   ha invece rilevato che il 52% degli intervistati vorrebbe che il Regno Unito lasciasse l’Unione Europea, mentre il 33% preferirebbe che rimanesse.

“Il voto sulla  Brexit  ci sta portando verso il record più alto di tutti i tempi,” ha affermato Arthur Hayes, co-fondatore e CEO della piattaforma di trading con leva in bitcoin BitMEX.

Egli ha aggiunto che questa situazione ha già un precedente storico a dimostrazione di quanto questo incida sull’andamento del prezzo del bitcoin:

“Tutti ci ricordiamo come rispose il  Bitcoin responded quando sembrò che la Grecia avrebbe lasciato la UE. Se i britannici votano per andarsene si apriranno le cateratte dell’inferno. La crescente incertezza è molto positiva per il Bitcoin e le altre valute digitali.”

Anche Tim Enneking, chairman del fondo di investimento in criptovalute EAM, ha puntato sulla potenziale  Brexit come la causa del recente rally del bitcoin.

Egli ha notato come l’apprezzamento della valuta digitale sia favorito dalle turbolenze geopolitiche, come successo lo scorso hanno per la situazione greca, e due anni e mezzo fa per la Cina.

Il dimezzamento della ricompensa dei minatori

divide

Diversi esperti di mercato hanno citato l’imminente dimezzamento delle ricompense del network pagate ai minatori, individui od organizzazioni che processano le transazioni in rete, come uno dei motivi che spinge il prezzo verso l’alto.

Quando questo evento accadrà durante il mese di luglio, i minatori cominceranno a ricevere 12.5 BTC ogni volta che scopriranno un bloccoinvece degli attuali 25 BTC. Rik Willard, fondatore e direttore generale di Agentic Group LLC, ha constato che l’halving sta “eccitando un sacco di gente” e lo ha comparato all’effetto di uno  “stock split”.

Du Jun, co-fondatore di Huobi, ha osservato che tagliando la ricompensa del mining “rompe formalmente l’equilibrio nella relazione tra  domanda ed offerta “.

Egli ha costatato che il risultato è che l’evento “è stato considerato come una buona notizia da tutti gli investitori e bitcoin traders” e sta impattando il mercato persino prima che ciò si verifichi.

Crescita della Blockchain

code, business

Altrove  c’è ottimismo che il crescente interesse nella “blockchain”, o nella tecnologia di molti altri generici registri distribuiti , sta generando positività nella blockchain pubblica del bitcoin ed i suoi potenziali casi d’uso.

Willard ha commentato questa percezione , enfatizzando che egli crede nel suo sempre maggior uso per fini commerciali. In particolare, egli ha menzionato le società che stanno lavorando per l’utilizzo della tecnologia per controllare i diritti digitali.

Sul fatto che la blockchain sta rapidamente crescendo in risalto e i partecipanti al mercato la stanno sfruttando per fini commerciali, Willard la descrive come  “potentialmente juggernaut commerciale “.

Gli afflussi e la domanda

money, computer

Un altro fattore che potrebbe aver aiutato la spinta verso l’alto dei prezzi del bitcoin è stato l’influsso della moneta fiat, un osservazione enfatizzata da Chris Burniske proveniente da  Ark Invest’s  .

“[Qualcosa] che io trovo intrigante è la relativa stabilità contro la corsa del bitcoin,” ha dichiarato, aggiungendo:

“Ciò per me implica che abbiamo molte nuove valute fiat (correnti) che affluiscono nel bitcoin, e l’azione del prezzo del bitcoin  non è guidata da gente che esce da ether and bitcoin’s price action is not being driven by people swapping out of ether [l’asset digitale nativo di Ethereum, come avevamo precedentemente visto prima.”

L’affermazione che quel sentimento fosse positivo durante il weekend è stata supportata dai dati di mercato della piattaforma di trading  bitcoin  full service  Whaleclub, che ha mostrato che la lunga esposizione come misurato dalle posizioni, ha raggiunto il 75% e il 94% rispettivamente  l’11 e il 12 giugno .

L’offerta ha avuto un momento difficile per tenere il passo con questa forte domanda, ha detto a CoinDesk Petar Zivkovski, direttore delle operazioni per Whaleclub.

Molti degli sbalzi di prezzo  “non sono nemmeno stati causati dall’eccesso di acquisto, ma semplicemente dalla bassa liquidità del registro degli ordini”, ha affermato.

Soprattutto, Zivkovski ha dipinto un nuovo quadro di debolezza , quello dove la bassa liquidità del bitcoin è il principale conduttore al rialzo dei prezzi.

“Ci son stati così pochi ordini di vendita da eseguire per esaudire quelli di acquisto attorno al prezzo di mercato, così il prezzo è saltato nel momento in cui gli acquirenti sono andati in panico (e gli shorts sono stati schiacciati) ed hanno comprato tutto il possibile, alzando il prezzo ancora più in alto,” ha detto Zivkovski.

Egli ha aggiunto:

” In questo caso, il basso interesse alla vendita ha creato un vuoto di liquidità in cui gli acquirenti recolari (non molti) hanno potuto far alzare i prezzi nonostante i bassi volumi.”

Le preoccupazioni della Cina

China

Mentre gli osservatori di mercato hanno fornito una serie di spiegazioni per il rally del bitcoin nel weekend, alcuni esperti hanno sottolineato che la Cina sia il maggior responsabile in questo aumento verticale del prezzo.

Hayes ha predetto che la Federal Reserve non avrebbe alzato i tassi ulteriormente “nel breve periodo,” e questo, assieme all’invariabilità dei tassi  , “rallenterà il PBOC o convertirà in parte nella svalutazione del CNY.”

Pure Joe Lee, fondatore della piattaforma di trading di derivati Magnr, ha preso in considerazione il potenziale impatto della Cina sul bitcoin, puntando su diversi fattori che influiranno sulla crescita di domanda della valuta digitale nel prossimo futuro.

“La richiesta cinese di bitcoin rimane forte e crescerà nel tempo in relazione al proseguimento dell’incertezza in campo economico,” ha raccontato a CoinDesk.

“La volatilità  dei capitali continuerà in relazione al fatto che l’ IMF (International Monetary Fund) sta ora segnalando warnings sul crescente rischio di default sul debito delle corporate cinesi. L’economia della Cina sta cambiando rapidamente e la crescita del debito potrà solo essere alimentata in maniera stabile (inflazione dello Yuang).”

In contrasto, Lee ha citato il bitcoin come “copertura naturale” per gli investitori di fronte a tali preoccupazioni.

Perchè la blockchain piace ai governi più del Bitcoin.

The Blockchain Should Not Just Be Used To Issue Digitized Fiat Currency. newsbtc

Con così tanti paesi in tutto il mondo che tengono d’occhio l’evoluzione dei pagamenti dei consumatori, drastici cambiamenti sono destinati a succedere prima o poi. La Norvegia sta cercando di sbarazzarsi completamente dei pagamenti in contanti mentre in Regno Unito ci sono sollecitazioni nelle istituzioni ad abbracciare la blockchain e la valuta digitale. Ma cosa  accadrebbe se i vari paesi del mondo improvvisamente decidessero di creare la propria moneta digitale?

Emissione di valuta contante digitalizzata su una Blockchain

Pochi giorni fa, la BBC ha riportato un rapporto del capo consulente scientifico del Regno Unito che esortava il governo a mettersi in gioco per il futuro sviluppo della tecnologia blockchain. Non per aiutare il  Bitcoin direttamente, si badi bene, ma piuttosto per eseguire i servizi pubblici del paese in un modo più conveniente, trasparente e responsabile.

Non è un segreto che la blockchain che alimenta la rete Bitcoin può essere utilizzata per qualsiasi cosa possa venir in mente,  anche se questa idea  può non aver nulla a che fare con la finanza. La gestione dei dati ad esempio, sta diventando un argomento caldo, come cioè i governi stiano raccogliendo sempre maggiori e ulteriori informazioni sui consumatori, ma non riescano ad utilizzare correttamente o registrare questo vasto patrimonio di informazioni.

Come suggerisce il nome, una blockchain sposta blocchi di dati in giro su una rete  alimentata da potenza computazionale. Ogni computer dedicando il suo potere alla rete blockchain, eseguirà una copia perfetta di quelle informazioni, creando un sistema completamente decentralizzato. Rimuovendo il punto centrale di fallimento nel sistema di memorizzazione dei dati, non vi è alcuna possibilità di manomettere le informazioni registrate.

Abbracciare la blockchain per vari scopi governativi sembra essere la strada giusta. Non solo sarebbe possibile memorizzare e gestire i dati, ma sarebbe d’aiuto con quasi ogni aspetto delle azioni quotidiane che rendono un paese funzionante . In effetti, i paesi potrebbero anche decidere di digitalizzare le loro valute locali e rilasciare il nuovo modulo  su una blockchain. Ciò consentirebbe in un dato momento, di tenere sotto controllo tutta la valuta locale, eliminando completamente il rischio di falsificazione delle banconote .

Mentre non è ancora chiaro come  qualsiasi paese del mondo potrebbe o meno emettere moneta a corso forzoso in forma digitalizzata su qualsiasi blockchain, il concetto vale la pena sicuramente sia preso in considerazione. Tale sistema dovrebbe funzionare in modo  completamente autonomo rimuovendo l’elemento umano quasi completamente. Di conseguenza, i rischi di frode e di corruzione si ridurrebbero quasi a zero, il che, a sua volta, potrebbe essere molto utile per qualsiasi economia del mondo di oggi.

La Norvegia vuole rimuovere completamente l’uso del contante.

Uno dei primi paesi che potrebbero essere alla ricerca di digitalizzare completamente il contante è la Norvegia. Sulla base di una recente dichiarazione della più grande banca del paese, non c’è più bisogno di operazioni di cassa in Norvegia. Anzi, i pagamenti per cassa sono pericolosi e scomodi , diventando meno preferibili rispetto alle opzioni elettroniche.

Le statistiche sembrano indicare che sempre meno norvegesi stanno utilizzando contanti in questi giorni. La maggior parte dei pagamenti avvengono con tessere (bancomat/ carta di credito) o soluzioni anche mobili, ma c’è ancora molto spazio di miglioramento, soprattutto  nei pagamenti con carta. La blockchain potrebbe risultare più rapida nella compensazione  e nel regolamento delle transazioni.  Facendolo si rimuoverebbero problemi di liquidità dei rivenditori che potrebbero verificarsi durante i periodi di vendita affollati o nei fine settimana, in cui i trasferimenti di fondi in entrata possono avere un ritardo in alcuni casi di diversi giorni.

In un futuro molto prossimo avrebbe senso per qualsiasi governo abbracciare la tecnologia blockchain e registri distribuiti . Come questa soluzione potrebbe essere attuata, e in quale veste possa essere utilizzata, è una questione diversa, però. La digitalizzazione delle valute fiat esistenti è solo un’opzione di come la blockchain può essere adattata per soddisfare praticamente qualsiasi esigenza che viene in mente. (Un’altra sarebbe affiancare all’euro una moneta locale digitalizzata, una cripoLira ad esempio ed usarla come calmiere… n.d.gav.)

Tuttavia, l’emissione di monete digitali indipendenti su una blockchain potrebbe creare una nuova serie di problemi. Le banche e governi potrebbero tenere traccia di tutti i fondi in un dato momento – di chi li possiede e come il denaro digitale viene speso – il che si prefigura come una invasione della privacy senza precedenti (ma ottima per il controllo sull’evasione fiscale che verrebbe praticamente azzerata in Paesi come l’Italia n.d.gavr.) Inoltre, questo comporterebbe un numero spropositato di  blockchains, che non è ciò x cui questa tecnologia è stata escogitata. L’obiettivo di questo ecosistema è quello di creare una piattaforma alla quale chiunque nel mondo può accedere, a prescindere dai servizi o dai rapporti  finanziari in essere con le istituzioni.

Il Bitcoin ha mostrato al mondo come è facile da usare una blockchain che connetta chiunque in tutto il mondo. La popolare moneta digitale funziona in tutto il mondo e fornisce all’utente finale il controllo completo sulle sue finanze. Resta quindi il dubbio che blockchains private ​​- come quelli create da banche e governi – possano offrire gli stessi privilegi.

Source: IB Times

BITCOIN PER PRINCIPIANTI – La guida e le FAQ per iniziare

bitcoin per principianti

22/01/2021 . Per tutti coloro che iniziano ad interessarsi a Bitcoin e al mondo delle criptovalute, mi sono premurato di raccogliere alcune semplici guide in modo che si possa avere una conoscenza minima, ma precisa, di questo mondo. Le guide realizzate da vari autori,  me compreso, pur essendo  in alcuni casi datate, sono state aggiornate alla data odierna e rese attuali. Il consiglio, essendo l’argomento trattato da prendersi seriamente perchè coinvolge la propria personale sfera economica e finanziaria ( son soldi!), è quello di informarsi molto bene sull’argomento prima di gettarsi a capofitto con il sogno di facili guadagni,  per evitare poi di perdere denaro/bitcoin.  Per chi volesse approfondire consiglio due testi, considerati delle vere e proprie bibbie sull’argomento. Di seguito i link dove leggerli gratuitamente in italiano o dove poterli acquistare.

  • BITCOIN STANDARD di Saifedean Ammous – La guida essenziale su storia, proprietà, usi e prospettive future di Bitcoin . Cartaceo, a pagamento.  Qui puoi trovare un video-riassunto del libro.
  • MASTERING BITCOIN di Andreas M. Antonopoulos – Cos’è e come fatto Bitcoin, un testo più tecnico e in gran parte indirizzato a programmatori ed informatici – gratuito, online ed in formato pdf

Vi suggerisco inoltre di usufruire e guardare i video pubblicati qui, nella colonna sinistra del mio blog, per avere ulteriori informazioni che vi possano aiutare a conoscere ed utilizzare meglio Bitcoin.

BUONA LETTURA!! 

Gavrilo

Bitcoin spiegato in maniera semplice

(Grazie all’autore:  Emanuele Laface)

22/01/2021 – Prima di parlare di Bitcoin vale la pena menzionare il problema che risolve. Come si garantisce il fatto che il denaro non sia spendibile due volte?
Nella storia dell’umanità questo problema è stato risolto in 2 modi:
1) i soldi sono costituiti da qualcosa di fisico, una moneta, una banconota, difficile da copiare e pertanto una volta trasferito il denaro non appartiene più alla persona che lo ha speso;
2) nel mondo digitale il primo metodo fallisce per la facilità di copia dei dati (i soldi sono un numero in un database) e dunque come si fa? Si mette in mezzo un fiduciario che garantisce la regolarità delle transazioni: la banca.
Di fatto nessuno nel mondo digitale oggi può più spendere i soldi, sono solo gli intermediari a permettere gli acquisti perché dipendiamo da loro per la catena di fiducia.

Satoshi Nakamoto ha risolto questo problema in un terzo modo: Bitcoin (e per questo è un genio).

Che dice Satoshi? Dice: facciamo un registro pubblico, dove chiunque possa andare a scrivere la transazione e chiunque possa andare a leggere, in questo modo nessuno può barare.
Se io ho del denaro e lo voglio dare a Franco dentro al registro scrivo: Emanuele da a Franco 1  (bitcoin), firmato Emanuele.
Chiunque può leggere che io ho dato il bitcoin a Franco e quindi io non posso dire più di avere quel bitcoin.
Questo sistema è molto semplice e funziona, tuttavia io posso essere un criminale. Di giorno io do un bitcoin a Franco in cambio di una merce (per esempio un computer) e lo scrivo nel registro pubblico. Poi di notte vado nel registro e cancello la transazione, per cui il bitcoin di fatto non mi ha mai lasciato e però io possiedo il computer “comprato” da Franco, di fatto derubandolo.

Nel mondo normale si vedrebbe la cancellazione nel registro, ma nel mondo digitale se si cancella un dato non si lascia traccia. Allora è necessario che una volta scritta una cosa nel registro sia impossibile modificarla. E questo è tutto il casino che sta dietro a Bitcoin.
Per fare questo immaginiamo che le pagine del registro siano fatte da una carta speciale che vada presa nella foresta della Papuasia minore. Tale carta richiede un trattamento specifico per diventare pagina, e tutto questo lavoro è molto molto complicato.
Una volta creata una di queste pagine si possono scrivere dentro le transazioni e questa pagina viene incollata alla pagina precedente nel registro (chiamato Blockchain) .
Se qualcuno vuole alterare la pagina la deve staccare, riscrivere le transazioni cancellando quella che vuole alterare e rincollare la nuova pagina, ma non può farlo come vuole, deve usare quella carta speciale della Papuasia minore che deve andare a procurarsi di persona impiegando un sacco di tempo. Non solo, siccome ogni pagina è attaccata alla precedente, quando stacca quella che interessa a lui per manipolarla, nel riattaccarla deve rifare anche tutte le pagine successive, impiegando un sacco di tempo perché tutte vanno rifatte con la carta speciale.

Ora si capisce che fare una pagina non è un lavoro facile, richiede tempo e denaro, quindi perché qualcuno deve mettersi a fare sto lavoraccio per far funzionare il registro?
Perché chi fabbrica una nuova pagina ha il diritto di scriverci dentro una transazione particolare dove assegna a se stesso automaticamente dei bitcoin (6.25 BTC oggi, 22/01/2021).
Quindi ha un premio per aver fatto la pagina. Non solo, chi vuole scrivere la propria transazione dentro la pagina deve pagare una piccola (oggi grande, ma la risolveremo) commissione per avere la propria transazione inserita in quella pagina.

Questo meccanismo fa sì che ci siano persone volenterose che realizzino nuove pagine del registro ogni giorno, anzi ogni 10 minuti circa, includendo tutte le transazioni che  facciamo ogni giorno.
Siccome ogni volta che una nuova pagina viene creata la persona che la crea prende 6.25 bitcoin, il numero di bitcoin totale circolante è in aumento. Ogni 4 anni tale numero si dimezza, fra tre anni e mezzo sarà quindi di 3.125 bitcoin, fino ad andare a zero. Quindi il numero totale di bitcoin è limitato e questo limite sarà di 21 milioni.

Per allinearsi alla terminologia corretta faccio le debite traduzioni:
– il registro è la blockchain;
– le pagine del registro sono i blocchi;
– le persone che creano i nuovi blocchi sono i miners;

Quindi quando facciamo una transazione in bitcoin, creiamo una scritta del tipo: Emanuele da a Franco 1 bitcoin, firmato Emanuele e la mettiamo in un posto che si chiama mempool. Il miner lavora per creare il blocco e quando lo crea pesca le transazioni dalla mempool e le inserisce nel blocco attaccando il blocco alla blockchain. La catena continuerà con altri blocchi e più ne vengono attaccati maggiore è la nostra sicurezza che quella transazione non potrà più essere manipolata perché se cambiano il blocco dove si trova la nostra transazione si devono cambiare tutti i blocchi successivi.

Bitcoin per principianti (altra versione)

01/01/2015 – Qualcuno ne avrà sentito parlare, ma in molti ancora non riescono a spiegarsi cosa sia. Prima di trascendere in qualsiasi specifica definizione, il bitcoin è una moneta. Penserete ad una moneta come l’euro, il dollaro, ecc… qualcosa che si tocchi, qualcosa di materiale. No. Bitcoin è una moneta digitale: si puó utilizzare esattamente come gli euro, ma solo attraverso internet. È un po’ come se quando andate a far la spesa, pagaste online quel che avete comprato: niente carte di credito, niente contante. Ma il bitcoin non è una moneta “ufficiale” (a corso legale) e nemmeno una moneta “straniera”, (anche se l’Agenzia delle Entrate vorrebbe considerarla tale per quanto riguarda le operazioni fatte) da poter essere convertita in qualsiasi banca. È un valore scambiabile in euro, in dollaro, in qualsiasi altra valuta. Un valore decisamente di non poco conto, se pensiamo che oggi (22/01/2021) vale 26.000,00 euro circa. Bitcoin è una moneta che non obbliga: non obbliga né commercianti né aziende né consumatore alcuno ad utilizzarla. Vive perché è una moneta che non richiede una banca per essere gestita, un governo per essere emessa e soprattutto vive perché tante persone ormai la vogliono. La base volontaria è alle radici del bitcoin. Chiarito che cos’è il bitcoin, capiamo ora come funziona.

Esiste un registro dove viene segnato ogni entrata ed uscita di tutti gli utenti: blockchain. Ad ogni transazione avvenuta seguono delle conferme da parte dei miners che “controllano” che quei bitcoin siano utilizzati per una sola transazione ossia quella transazione appena compiuta. Semplificando, la transazione viene divisa in blocchi e la verifica da parte dei miners procede con la conferma di un blocco ogni 10 minuti da quando cominciano a “lavorarla” : questo conferisce  ai bitcoin estrema sicurezza, tanto che si considera la transazione come totalmente verificata già con  6 blocchi.

Moneta, riserva di valore, investimento o mezzo di scambio?

Bitcoin è tutto questo insieme. Le transazioni permettono un uso in quanto moneta, ricordiamo che la legge italiana obbliga all’accettazione di euro ( valuta a corso legale), ma contempla l’autonomia negoziale per cui chiunque può accettare pagamenti in bitcoin, piuttosto che in qualsiasi altra valuta. Può anche essere definito come mezzo di pagamento, se lo utilizziamo per pagare beni e servizi a distanza come un bonifico o Paypal o per fare rimesse di denaro all’estero, come Western Union . Il valore del bitcoin è cresciuto negli anni stabilizzandosi ma, non avendo un ente centrale che lo controlla, nè una quotazione ufficiale, può avere periodi di estrema volatilità. Di fatto, essendo fissa e già prevista la sua emissione totale in 21 milioni di bitcoin, il suo valore continuerà a salire seguendo la scarsità di emissione e la crescente richiesta. Nel 2015 per alcuni mesi valeva 450€, nel luglio 2016, nonostante l’ halving, 600€/btc, oggi 22/01/2021 oltre i 26.000,00 euro!!. E’ quindi un ottimo investimento e può essere considerato sia come riserva di valore ( lo tengo in caso di necessità e perchè so che il suo valore crescerà nel tempo), sia come asset finanziario (come un azione sul mercato azionario/Borsa), se voglio speculare sulla sua volatilità. Il bitcoin è frazionabile , tanto da avere delle sotto-unità: mbtc, bits e satoshi, fino a 8 cifre decimali, che potranno essere aumentate in caso di necessità. . E questo permette lo scambio con altre valute o con beni e servizi, andando così ad incrementare la domanda e l’offerta. E’ perciò anche un mezzo di scambio. Tutto ciò fa si che Bitcoin sia veramente un’invenzione rivoluzionaria ed autonoma, regolata solo dall’algoritmo matematico che ne sta alla base costitutiva e,  per queste sue molteplici caratteristiche, sia difficilmente ingabbiabile con leggi già esistenti .

Quanto vale mbtc, bits e satoshi?

1mbtc = 0.001 btc

1 bits = 0.000001 btc

1 satoshi = 0.00000001 btc

Significa che ad esempio con 5 euro abbiamo: 0.0085 bitcoin quindi 8.55 mbtc ed ancora 8557 bits o ancora infiniti Satoshi. Non è difficile capire che in base alle proprie esigenze ed aspettative si avrà “bisogno” di un bitcoin o di mbtc. Un commerciante reale o online richiederà pagamenti in mbtc. Un trader avrà una mentalità fondamentalmente ferma sugli mbtc, ma tendenzialmente volta al bitcoin. Il web potrà ricompensarvi in bits (ad es. paymeabit). Un investimento vi porterà a ragionare in bitcoin.

Chi produce bitcoin?

I bitcoin non si producono. Vivono grazie al protocollo ideato da Satoshi Nakamoto che fissa un limite di “produzione” dei bitcoin in 21.000.000. Raggiunto questo limite, non ve ne saranno altri. Oggi (22/01/2021) i miners ne hanno già immessi sul mercato  18,600,087 BTC  grazie alla conferma dei blocchi che la blockchain “invia” ai miners. I miners ad ogni transazione guadagnano inoltre delle fee (commissioni) ossia un compenso per i controlli sulla correttezza della transazione , un costo un tempo irrisorio per la brevità dei tempi e per l’invariabilità, ma oggi in continua crescita a causa della difficoltà sempre maggiore a produrre nuovi bitcoin .

Sono tassati i bitcoin ?

La disciplina ancora non è di ben difficile definizione, chi acquista e rivende bitcoin dovrebbe pagare soltanto la plusvalenza, ma non essendoci una quotazione ufficiale al momento è piuttosto di difficile attuazione …. Di più, vista ad una sua sostanziale anonimità e l’irreversibilità delle transazioni fatte in bitcoin , esso, pur non avendo un espressione fisica e tangibile, è parificabile al denaro contante (banconote e monete) o all’oro fisico e perciò non  facilmente tassabile. E se sono un’impresa?  Le imprese emettendo fattura in euro, pagheranno semplicemente le tasse in euro su ciò avranno fatturato. I bitcoin sono comprensivi di Iva? Vi è una sentenza europea che riconosce i bitcoin esenti da iva.

Bitcoin è regolamentato?

L’EBA ha espressamente documentato la difficoltà di regolamentare le criptovalute e tra queste anche il bitcoin. Sono molti gli aspetti da considerare per non incidere sul mercato e suoi operatori. Tuttavia sono molte le nazioni che ci stanno lavorando. Pochi giorni fa (2016), il North Carolina (USA) ha riconosciuto il bitcoin tra i beni, pur con le critiche del portavoce dei bitcoin che sottolineava l’esistenza di alcuni limiti non elaborati e poco chiari. Ciò nonostante i giuristi italiani, stanno lavorando sull’interpretazione della legge fino a nuove disposizioni, preoccupandosi soprattutto di tutelare i cittadini dai reati informatici e soprattutto dal rischio di riciclaggio che ha visto la costituzione dell’AML ­ anti money laundering e delle direttive europee che sono già state adottate seppur in Italia carenti e di difficile attuazione.

Grazie per la miniguida  a  Marzia dott.ssa Minieri

BITCOIN FAQ
(Domande frequenti)

Che cosa sono i Bitcoin?
(da Wikipedia) Bitcoin (simbolo: ฿; codice: BTC o XBT) è una moneta elettronica creata nel 2008 da un anonimo conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Il nome Bitcoin si riferisce anche al software open source progettato per implementare il protocollo di comunicazione e la rete peer-to-peer che ne risulta. A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, Bitcoin non fa uso di un ente centrale. Esso utilizza un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni e sfruttano la crittografia per implementare le caratteristiche più importanti come il fatto di permettere di spendere bitcoin solo al legittimo proprietario, e di poterlo fare una volta sola.

Se li acquisto, che cosa ricevo?
Ricevi un accredito in Bitcoin sul tuo portafoglio Bitcoin (wallet). La transazione è qualcosa di simile a un bonifico on-line, con la differenza che non si passa attraverso una banca ma attraverso la rete Bitcoin.

Che cos’è un portafoglio Bitcoin?
Un portafoglio Bitcoin è uno strumento che ti permette di inviare e ricevere Bitcoin. Esso include uno o più indirizzi Bitcoin che puoi utilizzare per ricevere e inviare denaro da e verso altri utenti. Proprio come accade con le e-mail, puoi ricevere Bitcoin anche quando non sei connesso, e tutti i portafogli sono compatibili fra di loro.

Dove mi procuro un portafoglio Bitcoin?
Puoi usare un client software come ELECTRUM , oppure un servizio on-line. In questo caso, per un’esperienza più semplice e immediata, noi ti consigliamo di creare un nuovo portafoglio online gratuitamente partendo da qui). Potrai sempre cambiare sistema quando diventerai più esperto.

Ho ricevuto i Bitcoin… che me ne faccio?
Li puoi spendere per acquistare beni o servizi. Per trovare un’attività commerciale che li accetta come moneta, puoi cercare qui.
È più probabile, comunque, che tu li voglia conservare per un certo periodo, con finalità di investimento. Sarai al corrente, infatti, che il tasso di cambio con le valute tradizionali è in ascesa a favore dei Bitcoin.
In qualsiasi momento potrai rivenderli ad altri utenti in cambio di valute tradizionali, contattandomi o usando appositi servizi come Bitstamp o lo stesso eBay. Ti raccomando comunque, di investire con giudizio e cautela, il Bitcoin, vista la volatilità della sua quotazione, rimane sempre un investimento ad alto rischio. Non ci spendere quindi più di quanto tu possa permetterti di perdere!

Quanto vale un Bitcoin?
Il tasso di cambio tra Bitcoin e le principali valute (Euro, Dollari, Yen, ecc.) è stabilito dalla legge della domanda e dell’offerta. Esistono specifici servizi di cambio on-line che ne definiscono il valore in ogni istante.
Se acquisti  dai dealers o su eBay il prezzo potrebbe differire da quello che vedi sugli exchange perché viene tenuto conto conto delle commissioni di eBay, del margine del venditore e dei suoi rischi ( leggi e approfondisci QUI), del tempo necessario a concludere una transazione e del fatto che si tratta di piccoli importi. È la stessa differenza che c’è tra il prezzo all’ingrosso e il prezzo al dettaglio di qualsiasi bene o servizio.

È frazionabile?
Sì, ciascun bitcoin è frazionabile fino all’ottava cifra decimale. Quindi, ad esempio, puoi ricevere 1.00 BTC, spendere 0.00000001 BTC, e sul tuo portafoglio rimarranno 0.99999999 BTC.

È legale?
Comprare e usare Bitcoin è legale esattamente come comprare frutta e verdura, francobolli o t-shirt. L’uso che ne farai dopo l’accredito è ovviamente sotto la tua responsabilità.  Attualmente (31/12/2015)  lo scambio/acquisto di Bitcoin in Italia è  accomunabile legalmente al baratto o al collezionismo. Inoltre l’Unione Europea ha recentemente stabilito che il mercato di scambio di bitcoin è esente dall’applicazione dell’IVA alla pari delle valute a corso legale.

È sicuro?
Puoi fidarti della rete Bitcoin, perché non è controllata da un ente centrale ma da tutti i nodi della rete e la sua sicurezza si basa su standard crittografici all’avanguardia.
Ricordati che sei tu, in prima persona, il responsabile del tuo portafoglio Bitcoin: se lo perdi, o dimentichi le credenziali per decrittarlo, hai perso i tuoi bitcoin. Esattamente come potresti perdere il tuo portafoglio “reale”.
Verifica sempre che il servizio o il dealer che ti vende i bitcoin sia referenziato ed abbia numerosi feedback positivi per essere più sicuro di non essere truffato. Per gli stessi motivi chi vende bitcoin vuole essere pagato prima di inviarli (è normale : se voglio cambiare euro in dollari, dovrò prima tirar fuori e consegnare la quantità di euro che voglio cambiare).

LA GUIDA  SEMPLICE SUI BITCOIN

 Mi sono accorto che mancava una guida scritta, completa e piuttosto semplice da capire per quanto riguarda il fenomeno Bitcoin, così ho finalmente trovato qualcosa di aggiornato che possa essere utile a tutti i principianti e l’ho tradotta e adattata liberamente per voi. Ringrazio Annalaura Ianniro della rubrica “Discover Bitcoin” dell’unversità Luiss Guido Carli per il testo originale in inglese.

Va da sè dire che un sito che tratta di Bitcoin debba descrivere cosa il Bitcoin sia.  Dopo tutto è anche uno dei nostri obbiettivi quello di aiutare la gente che non ha idea di cosa il Bitcoin sia, a capire il fenomeno, cominciando dalle basi. Anche per chi legge ed ha una buona conoscenza dell’oggetto potrà godere di una breve rinfrescata ai concetti basilari di questa tecnologia. Il punto è che il Bitcoin è un fenomeno estremamente complesso, a cominciare proprio dai meccanismi che lo regolano. Dietro ad essi, c’è infatti un algoritmo straordinario, e spiegarlo in maniera dettagliata richiederebbe un alto livello di conoscenza e competenza matematica, crittografica ed informatica che non tutti possiedono. Io stesso sono un imprenditore con un background inadeguato per guidarvi attraverso le insidie strettamente tecniche dell’argomento. Fortunatamente ciò non significa che non si possa comprendere il protocollo Bitcoin lo stesso. Al contrario, mantenendo le cose abbastanza in maniera semplice ed intuitiva, riusciremo ad avere una comprensione, necessaria per poter formare pareri nostri e, soprattutto, una consapevole e autonoma idea sull’argomento. Prima di procedere ulteriormente con la spiegazione, vorrei chiarire alcune notazioni: quando scrivo Bitcoin, con la lettera ‘b’ maiuscola si intende il progetto, il protocollo, l’intero fenomeno; quando scrivo bitcoin con una piccola ‘b’, mi riferisco alle monete che spendiamo in particolare.

Prima di tutto, il Bitcoin è una valuta virtuale che non ha una corrispondenza fisica se non in edizione limitata per collezionisti: ogni moneta è in realtà una stringa alfanumerica generata all’interno di un computer. Più specificatamente , come avrete sentito, il Bitcoin è una criptovaluta (cryptocurrency) . Ciò significa che tutto il suo meccanismo si basa sulla crittografia per poter funzionare in maniera appropriata. Il protocollo Bitcoin fu creato da Satoshi Nakamoto. Nessuno sa chi realmente sia costui, nei mesi scorsi alcuni giornalisti sostennero di averlo trovato a Temple City in California: un certo Dorian Satoshi Nakamoto, fisico matematico di 64 anni, ma poi la sua estraneità alle vicende della criptovaluta fu acclarata e l’opinione più accreditata rimane che quel nome sia solo uno pseudonimo per nascondere la vera identità del padre del Bitcoin, o più probabilmente i padri, vista la grandissima complessità dell’algoritmo Bitcoin. Dopo aver pubblicato un documento introduttorio su Bitcoin nel 2008 – Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System (Bitcoin: un sistema di denaro elettronico condiviso) – e lanciato il protocollo in Rete all’inizio 2009, Nakamoto letteralmente svanì nell’aria. La sua figura misteriosa e la sua possibile identità è ancora oggetto di fervide discussioni.

Il documento di Nakamoto è perciò un eccellente punto di partenza per definire il Bitcoin. Nel documento l’autore lo presenta come ” Una versione pura di denaro elettronico peer to peer che permetterebbe di eseguire pagamenti online direttamente da una parte ad un’altra senza utilizzare istituzioni finanziarie”. Nelle intenzioni di Nakamoto, Bitcoin “rappresenta un’ alternativa  di sistema elettronico di pagamento basato sulla crittografia anzichè sulla fiducia, che permette due parti che lo vogliano, di transare direttamente tra loro senza il bisogno di una terza parte fiduciaria, che faccia cioè da garante. Nakamoto, pubblicò inoltre il suo protocollo sulla Cryptography Mailing List, sul sito metzdowd.com,  mostrando così una connessione con l’ideologia Cypherpunk[1] . Essendo una rete  peer-to-peer , il sistema Bitcoin è decentralizzato, senza una Banca Centrale o un’ Autorità che lo controllino. Infatti nella rete peer to peer , tutti i nodi hanno una gerarchia equivalente, lavorando sia come server che come client tra di loro. Ogni volta che un programma Bitcoin è istallato su un computer, si aggiunge un nuovo nodo al sistema e in solo 5 anni la rete Bitcoin si è rapidamente estesa diventando un fenomeno rivoluzionario.  Una delle sue caratteristiche principali è l’anonimato delle transazioni. Come spiegarò meglio più tardi, l’utilizzo delle bitcoin permette alle parti coinvolte nella transazione di rimanere anonime, rendendo estremamente difficile la tracciabilità. E questo aspetto, insieme a molti altri, è fonte eccezionale di libertà e di molte preoccupazioni per le autorità costituite che tutto vorrebbero tenere sotto controllo. Con i concetti generali esplicati, possiamo concentrarci  su come funziona questo sistema con ulteriori dettagli.

Come ho appena spiegato, per poter diventare un nodo della rete Bitcoin, un ipotetico utente deve istallare il software Bitcoin sul proprio computer[2]. Essenzialmente si tratta di un bitcoin wallet (portafogli), che assegna un identità all’interno del sistema Bitcoin e due chiavi digitali, una pubblica ed una privata, necessarie per poter compiere le transazioni. l’identità digitale non è in alcun modo collegata con la reale identità dell’utente. E’ uno pseudonimo numerico, che nasconde la vera identità dietro ad esso. Le due chiavi, sempre alfanumeriche, possono essere viste come password e vengono utilizzate per firmare digitalmente ogni transazione bitcoin: ciò collega un documento o un messaggio al posto dell’identità di chi lo firma. Invece di utilizzare una penna, il processo di firma digitale si poggia sulla matematica e sulla crittografia.

Ci sono tre modi per procurarsi le bitcoin:

  1. Comprare bitcoin con moneta corrente (fiat) da un bitcoin exchange;
  2. Accettare bitcoin come pagamento di un bene o un servizio;
  3. Mining – minare-estrarre bitcoin (poi spiegherò cosa sia)

Focalizziamoci sulle transazioni, ora. Supponiamo che l’utente A voglia inviare 10 bitcoins all’utente B. Apre il suo bitcoin wallet, e digita la sua transazione includendo tutte le informazioni rilevanti: la sua identità (sulla rete Bitcoin non quella reale), il numero dei bitcoin coinvolti nella transazione[3], l’eventuale commissione (irrisoria), e l’identità bitcoin del ricevente (stringa/chiave alfanumerica pubblica).  Prima di inviare la transazione alla rete, l’utente la firma con la sua chiave privata, ottenendo così un stringa alfanumerica a lunghezza fissa, che ora risulterà criptata. Quando questa transazione raggiunge la sua destinazione , l’utente B usa la chiave pubblica di A per verificare che la transazione provenga proprio da A e, in questo caso, la accetta . La transazione è pubblica, ciò significa che ogni nodo all’interno della rete P2P Bitcoin può vederla. Questa pubblica evidenza è esattamente ciò che permette al sistema di prevenire il problema molto comune dei pagamenti online che è la doppia spesa. la doppia spesa si verifica quando l’utente che sta inviando il pagamento in bitcoin usa gli stessi esatti bitcoin in un’altra transazione, un po’ come dire che duplica e falsifica il denaro digitale per spenderlo più volte. In un sistema con un così alto grado di anonimità, come è il bitcoin, sarebbe estremamente facile farlo impunemente. Questo al contrario non avviene.  La ragione risiede nella prova del ” protocollo di lavoro” , che regola l’intero sistema. La prova del protocollo di  lavoro è un meccanismo, che permette di dimostrare la quantità di sforzo che un certo utente ha messo in un compito specifico. Di solito consiste in un complesso puzzle matematico che l’utente deve risolvere, consumando una considerevole quantità di tempo e di energia computazionale. Il sistema Bitcoin lavora in questo modo. Tra i vari nodi della rete Bitcoin, alcuni vengono chiamati miners, minatori. Questi nodi hanno l’importante compito di raccogliere tutte le transazioni avvenute in un certo intervallo di tempo e, risolvendo la prova di lavoro , le validano. Così, per tornare all’esempio di prima se A manda 10 bitcoins a B, come può B fidarsi che quei bitcoin non siano già stati spesi? Ecoo come i minatori entrano in gioco. Chiunque può vedere qualsiasi transazione su un pubblico registro (blockchain). Come A produce la sua transazione, anche i miners possono vederla, assieme a tutte le altre transazioni prodotte nello stesso intervallo di tempo. Così ogni miner cerca di raccogliere queste transazioni in un blocco ed attaccarle a quella che viene chiamata catena dei blocchi delle transazioni. Questa catena è fatta da tutte le transazioni avvenute, dall’inizio del protocollo Bitcoin. Se un blocco si aggiunge alla catena, le transazioni all’interno sono approvate ed acquisite dall’intero network Bitcoin,  e nel caso di una biforcazione, viene considerato solo la catena con il maggior numero di sforzo/lavoro prodotto. In termini più concreti, se il pagamento ricevuto da B è agganciato alla catena pubblica , B ha la garanzia che i bitcoins ricevuti sono autentici ed ancora non spesi . I miners possono quindi attaccare un nuovo blocco risolvendo la prova di lavoro successiva. Il primo che ce la fa a risolvere è ricompensato da tutte le commissioni che appartengono a quel blocco specifico e con le nuove monete coniate in quel momento. Essenzialmente il bitcoin mining è ciò che controlla la produzione di bitcoin. Il protocollo decide la difficoltà del compito che così, di media ci mette circa 10 minuti per aggiungere un nuovo blocco alla catena. Questa difficoltà è costantemente calibrata[4]con le dimensioni della rete e la sua forza computazionale . Dopo appena 5 anni, oggi la complessità della prova di lavoro è tale che si può fare mining solo con hardware specifici molto potenti. Dal 2013, si parla appunto di ASIC mining hardware. Un  application-specific integrated circuit (ASIC) è un microchip disegnato per uno specifico proposito.  Al giorno d’oggi , dato il potere di consumo di queste tecnologie e comparato con altre tecnologie di mining, l’ASIC hardware è il modo più veloce ed efficiente per minare. L’ammontare dei bitcoin emessi è fisso e si dimezza ogni 4 anni. E’ cominciato con 50 bitcoins ogni nuovo blocco ed ora i minatori ne ottengono solo 25 . Questo tasso fisso decrescente di produzione, insieme alla calibrazione della complessità della prova di lavoro porta alla conclusione che nell’anno 2140 il numero di bitcoin in circolazione raggiongerà la cifra di 21 milioni. Dopo di che non saranno coniati altri bitcoin e i miners verranno pagati solo con le commissioni di transazione ci si aspetta che la rete Bitcoin abbia raggiunto una dimensione considerevole e che le commissioni non siano più opzionali come ora, ma che il loro volume sarà tale da soddisfare adeguatamente i minatori senza dover alzare il costo). The implications of this fixed supply, as well as the incentive compatibility of the mining system, won’t be discussed in this specific article, but they will be the object of future ones: they deserve a much more detailed analysis.

Il meccanismo descritto qui sopra è il cuore della decentralizzazione del sistema bitcoin e probabilmente la sua caratteristica più interessante ed innovativa. Il prezzo del Bitcoin [5] ( cioè il suo tasso di cambio contro le valute correnti) ha mostrato altissimi tassi di crescita, attraendo inizialmente molti investitori ed entusiasti. Ovviamente scetticismo e preoccupazioni non possono essere evitate. Ciò che alcuni sottolineano è che il Bitcoin non è stato creato per sostituire la moneta reale. Anche se fosse questo il caso , in questo momento è troppo presto per parlarne e troppo lontani dal rispondere a quesiti ancora sconosciuti. la tassazione è uno di questi, solo per fare un esempio. Come si dovrebbe tassare il bitcoin? Le Autorità hanno dimostrato durante questo 2014 di non aver ancora la più pallida idea e molto probabilmente sarà impossibile convincere chi lo usa a pagare una tassa a meno che non lo voglia. Tutto ciò comunque non significa gettarsi nel panico, anzi. Il Bitcoin e le altre cryptocurrencies hanno un elevatissimo potenziale di cambiamento dell’economia e della finanza mondiale, una autentica rivoluzione che va oltre il Bitcoin stesso. Il Bitcoin oggi è solo la dimostrazione più eclatante di qualcosa di ben più rivoluzionario che si sta affacciando e che è collegato al suo protocollo, la Blockchain. Applicato al denaro, il concetto di blockchain rende ognuno libero di poter gestire il proprio patrionio e la propria ricchezza senza che essa sia controllata da soggetti terzi come banche o governi. Pensate quando questa tecnologia potrà essere applicata ad altre forme di contratto o addirittura all’identità personale che non abbisogni più di Stati nazionali che la certifichino, ma che sia validata dalla rete e valida per tutto il pianeta (niente più passaporti o carte di identità). Un mondo nuovo che avanza, molto più libero di quello in cui stiamo vivendo…


[1] Il movimento cypherpunk è nato alla fine degli anni 80s. I suoi membri sono attivisti che sostengono fortemente l’uso della crittografia specialmente su Internet come mezzo di cambiamento sociale e politico.
[2] Adesso ci sono anche applicazioni per smartphone cha fanno questa cosa. Non è più necessario un computer , in generale qualsiasi dispositivo elettronico dovrebbe poterlo fare.

[3]  Va fatta un ulteriore chiarezza a questo punto In una transazione è coinvolta l’intera cifra di bitcoin posseduti dall’utente.  Ciò significa ad esempio che se l’utente A possiede un totale di 30 bitcoins nel suo wallet, nella transazione esemplificata dovrà specificare:

  • 10 bitcoins a B
  • 19 bitcoins ad A (se stesso)
  • 1 bitcoin commissione sulla transazione (opzionale)
[4] La calibrazione avviene ogni 2016 blocchi. Il protocollo controlla  quanto tempo ci voglia per minare questi nuovi 2016 blocchi, se essa sia di più o meno 2 settimane (con una media di 10 minuti a blocco) . Se ci mette molto di più di 2 settimane la difficoltà viene ridotta, viceversa , se ci mette molto meno tempo, essa viene aumentata.

[5] Ciò può essere applicato anche per le altre crittovalute come ethereum o litecoin ecc.

Il processo di validazione delle transazioni

Spiegazione nel dettaglio di come funziona il processo di validazione delle transazioni bitcoin.
Si parla di Mining, di Hash e da semplici spiegazioni si scenderà maggiormente nel dettaglio per riuscire a comprendere il semplice quanto complesso sistema che rappresenta il cuore del Bitcoin.