PAYPAL ITALIA : GUERRA AL BITCOIN CON I SOLDI DEGLI UTENTI
Fin dagli inizi della prepotente diffusione del Bitcoin (inizio 2013) era facilmente intuibile che il rapporto di convivenza con Paypal sarebbe stato problematico in quanto direttamente concorrenti nella trasmissione di denaro elettronico .
Il perchè è presto detto, basti considerare la cryptomoneta nel suo aspetto più simile a Paypal, quello cioè di strumento di pagamento:
- Bitcoin ha le stesse qualità nella velocità di trasferimento di denaro, anzi maggiori di Paypal;
- Bitcoin è anonimo (per chi sa utilizzarlo appropriatamente); Paypal chiede registrazione ed esposizione di dati personali e finanziari ed usa la privacy dei propri clienti a seconda della propria convenienza;
- Bitcoin ha una maggiore sicurezza per ciò che riguarda le frodi ( le transazioni sono irreversibili), con Paypal le truffe sono all’ordine del giorno (colpa dei reverse payments e chargeback fasulli), in stragande maggioranza a discapito dei venditori, sempre soccombenti davanti ai termini di utilizzo/capestro imposti da Paypal;
- Bitcoin non ha pressochè costi di transazione, Paypal è esoso, per usare un eufemismo, soprattutto in considerazione al servizio generale che realmente offre .
Lo scorso anno, le notizie ufficiali di una possibile integrazione del Bitcoin nella piattaforma Paypal, hanno fatto pensare anche in Italia ad una storia già vista precedentemente con i pagamenti su eBay attraverso le carte prepagate Postepay, prima banditi dalla piattaforma ecommerce e poi in qualche modo integrati atrraverso l’associazione della famosa carta di Poste Italiane con il sistema Paypal. Il tutto naturalmente con maggiori commissioni ad ingrassare il processore di pagamento lussemburghese.
Da parte nostra, noi avevamo però già messo in guardia che le cose nel BelPaese non stavano proprio così (vedi
Per tutti i motivi di cui sopra, in primis la mancata protezione che Paypal dovrebbe invece dare come servizio (visto che si fa pagare profumatamente), la comunità italiana che utilizza e tratta i Bitcoin non ha mai avuto un rapporto granchè amorevole con Paypal, vero è che sono veramente pochissimi i dealers di una certa esperienza che accettano lo scambio Bitcoin/Paypal, nonostante la velocità e la praticità dei due sistemi di pagamento sia esaltata dall’uso congiunto.
Oggi, stante le nuove condizioni d’uso del servizio che Paypal ha introdotto dopo la separazione con eBay avvenuta a inizio estate, le cose sono addirittura peggiorate.
Da inizio settembre stiamo infatti ricevendo continue lamentele e segnalazioni per il modo in cui Paypal si appropria indebitamente dei saldi contenuti negli account di colleghi e degli amici bitcoiners. I metodi utilizzati dal processore sono a dir poco terroristici, da ammonimenti a blocchi e limitazioni degli account di chi accetta Paypal come mezzo di scambio di Bitcoin, fino appunto alla chiusura immediata dei rapporti con il trattenimento del saldo bitcoin per tempi biblici ed indefiniti.
Ecco a testimonianza quanto ci scrive Alberto : ” …dopo aver limitato il conto a seguito di una regolare transazione bitcoin del valore di circa 200 euro ed aver bloccato il trasferimento dell’importo sul mio conto corrente bancario, prima mi scrivono chiedendomi nuovamente copia del documento di identità e prova di residenza (già fornito in fase di iscrizione) e nel contempo di giustificare 6-7 transazioni prive di contestazioni ed avvenute nel corso del mese scorso, quindi, dopo aver perso del gran tempo a specificare e tracciare tutta la history anche su blockchain, mi hanno chiuso il conto in maniera irrevocabile scrivendomi questo :
“Gentile Alberto xxxxxxx,
Ti ringraziamo per l’interesse dimostrato per PayPal. Tuttavia, la nostra decisione di limitare permanentemente il tuo conto è definitiva.
PayPal si riserva il diritto di limitare l’accesso ai conti coinvolti in attività potenzialmente fraudolente o a rischio. Se dovessero essere aperte delle contestazioni, tenteremo di recuperare il denaro mediante addebito sul tuo conto PayPal. Se il denaro sul conto non fosse sufficiente, tenteremo di riscuotere gli importi dovuti mediante gli strumenti previsti dalla legge.
In considerazione del rischio di chargeback o storni bancari, il tuo saldo verrà trattenuto per 180 giorni dalla data dell’ultimo pagamento ricevuto. Una volta trascorsi 180 giorni, il denaro residuo sarà disponibile per il prelievo.”
Capito?? Si trattengono tutto il saldo per sei mesi (6), non solo i 200€ !! A casa mia questo porta il nome di appropriazione indebita (FURTO)!!!!
Per chi pensa che questo sia solo un caso isolato ecco cosa succede a Michele che ha fatto lo stesso percorso di Alberto (invio documenti e giustificazione di diverse transazioni avvenute e andate a buon fine su Paypal):
… Alla fine , mi hanno chiuso il conto personale Paypal vecchio di un paio di anni, senza mai una contestazione che sia una, con un saldo attivo di quasi 1500 euro che ora si tengono loro…
Gentile Michele xxxxxxxx,
siamo spiacenti di informarti che abbiamo deciso di concludere il nostro rapporto contrattuale a causa dell’alto livello di rischio dell’attività relativa al tuo conto. Questa misura è necessaria per proteggerci da eventuali perdite finanziarie.
Accesso al saldo
Quando chiudiamo un conto, non rilasciamo immediatamente i fondi presenti sul saldo poiché dobbiamo poter assicurare la necessaria copertura finanziaria a fronte di eventuali reclami fondati presentati dagli acquirenti entro i termini di legge e di contratto.
All’inizio tratterremo il denaro sul tuo conto PayPal e lo useremo per far fronte ad eventuali reclami o chargeback a tuo carico. Se il tuo saldo presenta importi dovuti a PayPal, dovrai rimborsarli. Effettueremo una prima revisione trascorsi 30 giorni dalla data di questa email e decideremo se:
1. Rendere disponibile al prelievo l’intero saldo del conto. Tieni presente che se in questa fase scegli di non prelevare il denaro, lo useremo nella successiva revisione in caso di ulteriori reclami o chargeback.
2. Rendere disponile al prelievo una parte del saldo residuo. In questo caso ti informeremo dell’importo che ti è possibile trasferire su conto bancario o carta di credito ed effettueremo un’altra revisione dopo 30 giorni; o
3. Trattenere il denaro, se riteniamo che la nostra esposizione finanziaria è uguale o superiore al saldo disponibile.
Nell’arco di 180 giorni dalla data di questa email il tuo conto potrebbe essere sottoposto a revisione fino a 5 volte, a intervalli di 30 giorni. Il saldo residuo verrà reso disponibile per il prelievo trascorsi 180 giorni.
Durante questo periodo potrai accedere al tuo conto e trasferire su conto bancario o carta di credito solo il denaro che fa parte del tuo saldo disponibile.
Saldo con importi dovuti a PayPal
Se per qualsiasi motivo il tuo saldo presenta importi dovuti a PayPal, dovrai aggiungere denaro per riportarlo a zero. In caso contrario, provvederemo al recupero dell’importo mancante ai sensi delle nostre Condizioni d’Uso.
Avrai comunque la possibilità di contestare tale decisione accedendo al tuo conto e cliccando “Contattaci” o “Aiuto” nella parte inferiore della pagina.
Per conoscere i termini e le condizioni del nostro servizio, clicca “Accordi legali” nella parte inferiore di ogni pagina del sito PayPal.”
Casi come quelli appena citati sono all’ordine del giorno, anche se si potrebbe avere una buona sicurezza delle parti coinvolte nelle transazioni (acquirente – dealer bitcoin – Paypal) utilizzando per esempio una buona e collaudata piattaforma come Localbitcoins.com che garantisce tutte le parti coinvolte (a differenza di Paypal che si schiera nettamente dalla parte di chi acquista) e mette a disposizione i propri log con i dati IP di collegamento (segnalando anche se avvengono attraverso TOR), cosa piuttosto utile anche a chi come Paypal deve verificare se i tanto temuti casi di reverse payment o chargeback sono reali o fasulli e ridurre drasticamente così i rischi anche per il venditore.
Da questo post ognuno può trarre le proprie conclusioni senza dimenticare che la richiesta di un cambio paypal-bitcoin resta sempre molto alta, ma l’offerta bitcoin-paypal si sta esaurendo per mancanza di correttezza del gestore Paypal. Non ci si lamenti quindi del dealer che accetta il rischio del cambio se anche lui diventa esoso nella sua richiesta di commissioni .
Commenti suggerimenti e segnalazioni sono comunque e sempre molto graditi.
Gavrilo
Il boom del Bitcoin risveglia la provincia tranquilla – 03/08/2015
Prima domenica di agosto. Udine è deserta, la gente è in spiaggia o a prendere un po’ di fresco in montagna. Una giornata tutt’altro che ideale per la povera cronista di turno in servizio di redazione al Messaggero Veneto di viale Palmanova . E’ quasi arrivata in sede del quotidiano locale pensando all’ennesima giornata persa alla tintarella e alla necessità di cavare un articolo per riempire le pagine del quotidiano che uscirà lunedi (oggi) . Distrattamente, nota passando quella scritta arancione e nera : Bitcoin, your future now… In un anno e mezzo (dal 20 febbraio 2014) non se ne era mai accorta nonostante fosse estremamente visibile su una vetrina da 7×3 mt a poche centinaia di metri dalla redazione e ci fosse passata, lei come tutti i suoi colleghi, centinaia di volte davanti ma, ricordando un articolo su mercato nero-bitcoin solo del giorno prima, improvvisamente si accende la lampadina! Tempo di sedersi al pc, googolare un po’ per trovare le informazioni necessarie et voilà, l’articolo è fatto, anzi toh ! un’ intera pagina e senza neanche muoversi dalla sedia o usare il telefono (a che serve la verifica delle fonti, ormai c’è già tutto pronto in Rete!).
A Benevento l’assicurazione si paga in bitcoin – 01/08/2015 – SNAchannel.it

L’Unione Europea risponde: IVA non applicabile per gli scambi in Bitcoin
Ecco il link dove viene trattato in maniera approfondita la sentenza con cui l’Unione europea risponde ai quesiti di applicabilità dell’IVA sugli scambi in bitcoin.
(altro…)
Sgominata la banda del cryptolocker – chiuso l’exchanger Coinbit.it. 08/07/2015
Udine, 08 luglio 2015

BLOCCATI I PAGAMENTI ONLINE IN GRECIA, BITCOIN SOLUZIONE PER I RISPARMI. – 30/06/2015 – DIGITALTRENDS.COM
Le stesse restrizioni ai pagamenti online significano che le carte greche non possono essere usate per acquisti su Amazon o qualsiasi altro negoziante online che fin qui era utilizzato da clienti greci. Le restrizioni coinvolgono anche gli account Paypal . Solo i conti iTunes greci aperti fuori dal suolo/internet provider nazionale riescono ad essere utilizzati e possono trasferire denaro utilizzando Paypal.(altro…)
Niente IVA sui Bitcoin in Svizzera – 12/06/2015
12 Giugno 2015
Niente IVA sui Bitcoin in Svizzera
Anche se la notizia ha ormai una quindicina di giorni, ritengo che sia utile riportarla perchè aggiunge un altro tassello all’orientamento prevalente dei governi e delle giurisdizioni europee riguardo alla criptovaluta ed alla possibile applicabilità di una tassazione su di essa. La cosa non è per niente banale in quanto uno dei maggiori pregi, ma anche delle maggiori fonti di difficoltà ad inquadrarla, è la capacità del Bitcoin di essere contemporaneamente moneta (pur con volatilità importante), asset o prodotto finanziario (azioni-shares tassabili per capital gain o con imposte sul valore aggiunto) e strumento di pagamento (alla pari e addirittura meglio di carte di credito, paypal, bonifico ecc.) Diversamente da quanto pare sia l’orientamento USA dove, tentativi di regolamentazione ed inquadramento del BTC come bene soggetto a tassazione, sull’esempio della Bit Licence adottata in quel di New York che sta però provocando la fuga degli operatori da quel territorio, in Europa del nord (Baltici e Scandinavia), così come recentemente in Spagna, l’orientamento è invece quello di non considerarne l’aspetto di bene o prodotto ivabile, evitando che ciò incida pesantemente sul suo valore complessivo e conseguentemente sullo scambio e sulla sua diffusione . Ora quindi anche la Svizzera pare orientata verso questo atteggiamento e a riportarcelo è l’Associazione Bitcoin Svizzera che ha pubblicato un comunicato che di seguito riporto:
Anche i magistrati devono pagare il riscatto in Bitcoin – Cryptolocker
Questo post non intende avvallare o sostenere in nessun modo l’ azione criminale dei pirati informatici che diffondono il virus Cript0L0cker, ma si limita a costatare e sottolineare la disinformazione che certe testate giornalistiche (Messaggero Veneto appartiene al gruppo Repubblica – Espresso) fanno sull’ argomento Bitcoin. Gli ignoranti come costoro, se non hanno intenzione di dare le corrette informazioni, potrebbero almeno tacere.
Bitcointalk.org hacked, il forum mondiale è irraggiungibile
23/05/2015
Da ieri il forum mondiale che tratta di criptovalute ed in particolare di Bitcoin è irraggiungibile. La cosa è piuttosto grave per gli appassionati e la comunità globale Bitcoin che usano il forum di Bitcointalk.org quale principale fonte di notizie, novità ed informazioni in questo campo. Il forum non è diviso infatti solo per argomenti, ma anche per spazi territoriali/nazionali indipendenti con moderatori locali ed è seguitissimo. Da quanto riportato dagli amministratori del forum su twitter (vedi foto in alto) pare che tutto ciò sia avvenuto attraverso un operazione di social engineering, un elegante forma per dire che i pirati informatici hanno recuperato informazioni preziose attraverso rivelazioni inconsapevoli dell’ISP NFOrce (il fornitore del servizio di collegamento del forum a internet). Da quanto appreso nelle ultime ore la compromissione del sito è avvenuta a livello di passwords e di email degli iscritti. Il forum è utilizzato moltissimo anche per la pubblicazione di nuovi servizi che utilizzano le criptovalute e per lo scambio libero ed on line di queste valute virtuali. Un grave colpo quindi per i dealers che basano la loro attività di cambio valute sulle inserzioni pubblicate su Bitcointalk.org. Gli stessi admin del forum stanno conducendo indagini accurate e prevedono di essere in grado di rimettere online il sito nelle prossime 12-24 ore. Molto probabilmente gli utenti iscritti saranno costretti a cambiare password per accedere di nuovo al forum o peggio, rivedere addirittura la sicurezza delle proprie caselle email collegate con il forum. L’accusa da parte di alcuni utenti da twitter e reddit è che la tecnologia alla base della gestione della sicurezza di questo importante forum sia ormai datata ed obsoleta almeno di 10 anni e vi è quindi da parte di costoro la richiesta di un nuovo forum che abbia un secure system più avanzato e moderno. Personalmente riteniamo che sia perfettamente inutile accusare di un tanto quando la causa è un errore umano e non tecnologico e dovuto a leggerezze di chi è esterno all’amministrazione del forum come l’ISP stesso.









