“Perché pagare in Bitcoin” L’esperto David Orban spiega la moneta digitale

Oggi vi voglio proporre un’ intervista che spiega in maniera semplice la moneta digitale Bitcoin e perchè vale la pena cominciare ad utilizzarla. Spero che sia utile a chi si avvicina incuriosito da questo “nuovo mondo” delle cryptocurrencies.

Buona lettura

Gavrilo Princip

 

da Bergamonews – Quotidiano online di Bergamo e Provincia

Lunedì, 11 Agosto, 2014   Autore: Davide Agazzi

“Perché pagare in Bitcoin” L’esperto David Orban spiega la moneta digitale

C’è una moneta che non viene stampata, non ha una banca centrale di riferimento eppure sta prendendo sempre più potere. Si chiama bitcoin. Abbiamo incontrato David Orban, imprenditore che ha base a Bergamo, è amministratore delegato di Dotsub, una startup di New York che si occupa di indicizzazione dei video online con la traduzione dei sottotitoli. David è inoltre membro della facoltà e advisor della Singularity University. Orban segue Bitcoin dal 2010 ed è considerato uno dei massimi esperti ed è venuto in redazione a Bergamonews per spiegarci che cos’è bitcoin, come utilizzare questa moneta e che futuro potrebbe avere.

Che cos’è Bitcoin?

Bitcoin è contemporaneamente un metodo di pagamento, una moneta elettronica (bitocin in questo caso viene scritto con la lettera iniziale minuscola ndr) e una rete su cui creare innovative applicazioni finanziarie”.

Quando nasce questa moneta elettronica?

“La nascita di Bitcoin è molto recente, risale infatti al 2009, con la pubblicazione di un articolo che descrive il suo funzionamento e le basi matematiche, da parte di un autore che ha scelto di rimanere anonimo ed ha utilizzato lo pseudonimo Satoshi Nakamoto per firmarsi. Dato il suo funzionamento che si basa sulla disponibilità di calcolatori molto potenti connessi in rete a livello mondiale non sarebbe potuta nascere prima. Inoltre, il programma che ne definisce il funzionamento incorpora una novità matematica fondamentale, una vera e propria invenzione matematica, relativa ad un problema che si pensava irrisolvibile. Il cosiddetto “problema dei generali bizantini” si chiede come si possono trasmettere informazioni all’interno di una rete di cui nodi non godono di fiducia reciproca. Nella descrizione classica del problema questo gruppo di generali aveva all’interno dei traditori e quindi i piani di battaglia potevano essere trafugati o modificati. L’innovazione della rete di Bitcoin permette di eliminare il problema attraverso delle operazioni di cifratura distribuite, chiamata Blockchain, impossibili da corrompere”.

Che vantaggi può offrire?

“Sicurezza, rapidità, flessibilità, e molti altri. L’invenzione del Blockchain su cui si basa Bitcoin permette di effettuare operazioni tra due o più parti che non devono fidarsi tra di loro, e non devono fare riferimento ad una autorità centrale in cui ognuno è obbligato a riporre fiducia. L’immediata applicazione di questa possibilità si vede nei pagamenti che vengono effettuate in on-line, perché appunto sia l’emissione dell’unità di scambio, che la trasmissione e la verifica dell’operazione di pagamento avviene da parte dell’intera rete senza la mediazione di alcun’autorità centrale. Contrariamente alle banconote tradizionali e alla carta di credito, le transazioni in bitcoin non possono essere contraffatte.

Gli acquisti on-line effettuati con carta di credito hanno un grande elemento di debolezza: sono come se si consegnasse il proprio borsello al negozio dicendogli di prelevare con tranquillità nel momento in cui serve, fidandoci. Sono stati rubati centinaia di milioni di numeri di carte di credito l’anno scorso nel mondo, e i problemi conseguenti di frodi, sostituzioni, costi vari ammontano decine di miliardi di euro. Utilizzando invece Bitcoin per i pagamenti che li accetta riceve il valore senza avere la possibilità di addebiti ulteriori. Una delle aree più promettenti è nelle rimesse internazionali. Ogni anno vengono mandati a casa più di 600 miliardi di dollari da persone che vivono in un’altra nazione. Come una commissione media del 10%, che aumenta in proporzione alla povertà della nazione di destinazione, quest’industria rappresenta una vera e propria predazione sulle persone più deboli ed esposte. Le rimesse in Bitcoin possono essere gratuite, come sono adesso, oppure pensando ad un’attività sostenibile a scopo di lucro, comunque con una commissione che può essere dell’1% oppure anche meno e con una rapidità e sicurezza impareggiabili. Ci sono tantissimi altri esempi di applicazioni che mettono in evidenza i vantaggi di Bitcoin. Dato che ci sono migliaia di sviluppatori al lavoro per realizzarne di nuove, in futuro questi vantaggi saranno ancora più evidenti e numerosi”.

Dove è possibile avere questa moneta?

“Il modo migliore consiste nell’offrire prodotti o servizi facendoli pagare in Bitcoin. Naturalmente questo richiede che anche chi è dall’altra parte li abbia. Il modo più immediato per averli consiste nel comprarli in cambio di euro in un mercato on-line, oppure di persona semplicemente incontrandosi, consegnando gli euro e ricevendo immediatamente i bitcoin sul proprio smartphone”.

È facile da utilizzare?

“Sia i siti Web per l’acquisto e lo scambio di bitcoin che i borselli on-line oppure le app per smartphone sono molto diffusi e facili da utilizzare. In effetti sono più facili da usare della carta di credito, il cui funzionamento da cinquant’anni a questa parte si è diffuso progressivamente ed ormai siamo abituati alla sua particolarità e i suoi rituali. Anche Bitcoin diventerà progressivamente più intuitivo, attraverso applicazioni quotidiane e la familiarità che le persone acquisiranno nei suoi confronti. Ci vorrà qualche anno, ma chi volesse cominciare già oggi non avrà particolari difficoltà”.

Chi stabilisce il valore di questa moneta? Può subire delle svalutazioni?

“Le monete tradizionali erano basate sulle riserve auree delle autorità che le permettevano. Fino al 1971 era così anche per le monete nazionali moderne. Da allora si dice che la moneta è garantita e il suo valore esprime la fiducia nelle capacità economiche produttive che le stanno dietro. In realtà le monete nazionali moderne sono un formidabile strumento di controllo anche politico, come si vede in quelle nazioni dove vengono manipolate allo scopo di ottenere un vantaggio politico oltre che economico. Contrariamente alle monete tradizionali la cui emissione è gestita da un’autorità centrale, che ha lo scopo di mantenere un livello di inflazione modesto ma positivo, Bitcoin non ha un’autorità centrale. La sua emissione è gestita da un algoritmo condiviso da tutti i nodi che partecipano alla sua rete. Il valore di scambio contro gli euro oppure i dollari invece è determinato dal mercato, allo stesso modo con cui viene determinato il valore di scambio tra due monete nazionali tradizionali. Bitcoin quindi contrariamente alle monete tradizionali non può essere svalutato dalle azioni di un’autorità centrale. Invece può variare anche di molto, sia in positivo che negativo, il suo valore di scambio contro queste monete”.

Abbiamo assistito negli ultimi anni ad una crisi finanziaria. I bitcoin possono essere soggetti ad una bolla finanziaria?

“Al momento c’è una grande volatilità attorno al valore di scambio di bitcoin con altre monete come gli euro. Questo è dovuto al fatto che per quanto si stia diffondendo, il volume intero di valore rappresentato da Bitcoin di circa 8 miliardi di dollari è molto piccolo rispetto ai volumi di scambio delle monete tradizionali. Negli anni passati ci sono stati momenti di entusiasmo eccessivo, che poi sono stati corretti rapidamente dal mercato ed è prevedibile che sarà così anche in futuro. Tuttavia all’aumentare della diffusione di Bitcoin aumenterà anche la profondità del mercato che rappresenta ed è quindi prevedibile che le percentuali di volatilità diminuiranno”.

Il fatto che questa moneta non appartenga a nessuno Stato o Unione di Stati, può rappresentare davvero una moneta mondiale non soggetta a fluttuazioni legate ai rapporti geopolitici?

“È già di fatto così! L’emissione di Bitcoin non può essere influenzata dai politici oppure dalle banche centrali. È accessibile a chiunque in tutto il mondo, basta che sia dotato di un computer oppure di uno smartphone collegato a Internet. Chiunque può liberamente ricevere oppure trasmettere Bitcoin ad una qualunque altra persona al mondo, senza aver bisogno di autorizzazioni, permessi, sottostare regolamenti o controlli…”

Ci sono alcuni Stati che mettono in allerta i propri cittadini dall’utilizzare Bitcoin. Da dove nasce questa paura?

“Nelle forme più blande questi avvertimenti rappresentano un desiderio delle autorità di regolamentazione di non trascurare il proprio mestiere, anche se molto spesso persino loro non sono in grado di analizzare completamente l’intero spettro delle applicazioni che Bitcoin promette. È successo questo con l’Autorità Bancaria Europea che qualche settimana fa ha emesso un rapporto raccomandando alle banche di non tenere conti denominati in Bitcoin, ma nello stesso tempo fermandosi ben lontana dal pretendere di poterlo proibire. È compito delle autorità prevenire frodi commerciali, minimizzare il rischio di attività che possano finanziare il crimine, ecc.: nello stesso tempo devono fronteggiare le loro attività già esistenti, analizzare una tecnologia che non necessariamente capiscono bene, e calcolare se effettivamente le eventuali azioni repressive sono gestibili. La natura distribuita della rete di Bitcoin rende poco pratico il suo controllo repressivo, che può essere effettivo solo spegnendo Internet!”

Perché non dobbiamo temere questa sfida? Fra qualche anno rileggendo questa intervista, potremmo sorridere di fronte ai possibili timori che ci animano oggi sull’uso di questa moneta?

“Le potenzialità di emancipazione finanziaria e sociale che Bitcoin rappresenta, le flessibili applicazioni che promettono innovazioni non solo nel campo dei pagamenti ma anche in quello legale, notarile, ecc. comportano un vantaggio complessivo enorme. I relativi rischi di vario tipo verranno giustamente analizzati, affrontati e gestiti. Le persone che si avvicinano oggi al mondo di Bitcoin sono in anticipo sui miliardi che seguiranno successivamente. La rivoluzione di Internet è partita appena vent’anni fa nella sua fase di diffusione capillare. Tuttora in Italia c’è un terzo della popolazione che non usa Internet perché a sua detta non serve, in base ad un recente sondaggio condotto dall’Unione Europea. Tutti però ci rendiamo conto che Internet non è una moda, che in questi vent’anni ha rivoluzionato il modo di comunicare tra le persone, il modo di fare informazione, commercio e molto altro. Con Bitcoin, ed in generale con la nuova categoria di applicazioni permessa dall’invenzione sottostante le monete matematiche, sarà allo stesso modo: ci saranno coloro che lo adotteranno subito, quelli che si avvicineranno più tardi, e magari altrettanto come Internet quelli che continueranno a pensare che non serva. Ma il mondo attorno a noi tra vent’anni sarà trasformato e reso quasi irriconoscibile dalla presenza di questa nuova tecnologia!”.

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