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Il boom del Bitcoin risveglia la provincia tranquilla – 03/08/2015

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Prima domenica di agosto. Udine è deserta, la gente è in spiaggia o a prendere un po’ di fresco in montagna. Una giornata tutt’altro che ideale per la povera cronista di turno in servizio di redazione al Messaggero Veneto di viale Palmanova . E’ quasi arrivata in sede del quotidiano locale pensando all’ennesima giornata persa alla tintarella e alla necessità di cavare un articolo per riempire le pagine del quotidiano che uscirà lunedi (oggi) .  Distrattamente, nota passando quella scritta arancione e nera : Bitcoin, your future now… In un anno e mezzo (dal 20 febbraio 2014) non se ne era mai accorta nonostante fosse estremamente visibile su una vetrina da 7×3 mt a poche centinaia di metri dalla redazione e ci fosse passata, lei come tutti i suoi colleghi, centinaia di volte davanti  ma,  ricordando un articolo su mercato nero-bitcoin solo del giorno prima, improvvisamente si accende la lampadina! Tempo di sedersi al pc, googolare un po’ per trovare le informazioni necessarie et voilà, l’articolo è fatto, anzi toh ! un’ intera pagina e senza neanche muoversi dalla sedia o usare il telefono (a che serve la verifica delle fonti, ormai c’è già tutto pronto in Rete!).

Il bello è che Luana ( si chiama così la cronista) non sbaglia un colpo, nessuno strafalcione, nessuna inesattezza o bufala come spesso il Messaggero Veneto è abituato a pubblicare e mai a smentire. Insomma una pagina intera del quotidiano con qualche foto, equilibrata, con le informazioni giuste e corrette i pro e i contro della criptovaluta, ma soprattutto abbastanza comprensibile per i lettori poco avezzi alla tecnologia. Tutto insomma da far mordere le dita di invidia a molti dei suoi colleghi qui, presso il piccolo quotidiano locale, come quelli più accreditati delle testate nazionali ed internazionali che di topiche dal 2009 in qua ne hanno prese non poche sull’argomento. Brava Luana! Ci è voluto un anno e mezzo per scoprire di avere la notizia sulla porta di casa, anche dopo vari articoli già scritti sull’argomento. Ma l’importante è dare la notizia, sollecitare e soddisfare la curiosità, fosse anche solo per riempire una pagina del quotidiano in una domenica d’estate in cui non succedeva nulla che valesse la pena di pubblicare…

 Di seguito l’articolo di Luana De Francisco per il Messaggero Veneto…

P.S.  La mia è una ricostruzione scherzosa e di fantasia di come possano essere nati gli articoli pubblicati oggi su MV e nulla vuole togliere alla professionalità della cronista o alla veridicità degli articoli riportati dal quotidiano del gruppo Espresso-La Repubblica

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Se il Friuli torna alla Lira, l’hacker si fa pagare in Bitcoin con il CryptoLocker- Messaggero Veneto 27/03/2015

CryptoLocker, l’hacker si fa pagare in Bitcoin

Sarebbe una notizia che rientra nella norma e passa pressochè inosservata, quella della titolare di un noto ristorante della zona di Udine che per sua sbadataggine, si fa infettare il computer dall’ormai conosciutissimo virus CryptoLocker, (ne parlarono anche a Striscia la Notizia alcuni mesi fa).

Il virus CryptoLocker è la derivazione di un  worm noto ormai da diversi anni ( 2008) il Gpcode.AK, che agisce criptando i dati della vittima e richiedendo poi un pagamento per la decriptazione. CryptoLocker generalmente si diffonde come allegato di posta elettronica apparentemente lecito e inoffensivo che sembra provenire da istituzioni legittime, si installa nella cartella Documents and Settings (o “Users”, nei sistemi operativi Windows più recenti) con un nome casuale e aggiunge una chiave al registro che lo mette in avvio automatico. Successivamente tenta di connettersi a uno dei server di comando e controllo, una volta connesso il server genera una chiave RSA a 2048 bit, manda la chiave pubblica al computer infetto.  Il malware quindi inizia a cifrare i file del disco rigido con la chiave pubblica, e salva ogni file cifrato in una chiave di registro. Il processo cifra solo dati con alcune estensioni, tra queste: Microsoft Office, Open document e altri documenti, immagini e file di Autocad. Il software quindi informa l’utente di aver cifrato i file e richiede un pagamento anonimo per decifrare i file. Il pagamento deve essere eseguito in 72 o 100 ore, o altrimenti la chiave privata viene cancellata definitivamente e “mai nessuno potrà ripristinare i file”. Il pagamento del riscatto consente all’utente di scaricare un software di decifratura con la chiave privata dell’utente già precaricata. (fonti Wikipedia).

Nulla di eccezionale quindi, se non fosse che l’hacker ha trovato nel Bitcoin, la miglior valuta per farsi pagare anonimamente il riscatto.

E’ questo il motivo per cui i titolari del noto ristorante udinese hanno fatto visita, come riporta l’articolo del giornale locale, al “centro Bitcoin” di viale Palmanova a Udine, sede del primo “bancomat” Bitcoin istallato in Italia (il terzo istallato in Europa a quei tempi…).Se i titolari abbiano o meno usufruito dei servizi di cambio-valute di quel “centro Bitcoin” in cui si sono recati ed abbiano poi pagato il riscatto contrariamente a quanto affermato nell’intervista, non sta certo a noi svelarlo, ma non si può non rilevare che il Friuli è tornato all’utilizzo della vecchia Lira abbandonando l’Euro. Il Messaggero Veneto infatti, nel suo articolo che riproponiamo in foto qui sotto, afferma che il riscatto per decrittare i dati del pc infetto ammonti a 0,8 BTC pari a 240 mila lire!!!

Sarà forse questo il motivo per cui l’hacker a preferito farsi pagare in Bitcoins??    lol 🙂

Al di là degli scherzi e delle “sviste valutarie”, notiamo anche come in pochissime righe, l’autore dell’articolo, il giornalista Renato D’Argenio, abbia saputo dare le informazioni minime e necessarie sul Bitcoin al largo pubblico dei lettori locali ancora ignari della rivoluzione delle criptovalute e di ciò gliene va senz’altro reso merito.

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04/07/2014 – da Ansa.it – EBA a banche, per ora evitate Bitcoin. Un motivo in più per averli

Una notizia che non sarebbe neanche da pubblicare, tanto scontati sono gli interessi mafiosi e lobbistici che sottintendono le dichiarazioni dell’Autorità Bancaria Europea sul bitcoin, uniti a un autentico terrore che traspare evidente per il destino segnato per questa “istituzione” e  per gli accoliti che la sorreggono. La diffusione del Bitcoin significa infatti per tutti costoro la fine di un potere che ritenevano invincibile: quello di gestire e dirigere la ricchezza individuale attraverso il controllo della valuta. 

In altri Paesi più illuminati (Regno Unito e Australia solo per fare esempi recenti) dopo un’indagine scrupolosa effettuata dalle rispettive Agenzia delle Entrate (quella delle tasse governative), hanno deciso di rinunciare a legiferare su qualcosa che è impossibile da  controllare evitando almeno di essere ridicolizzati dall’evidenza (vedi immagine). BTCbannatiUn riconoscimento alla  genialità di chi, sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, ha formulato il concetto di criptovaluta fondata su algoritmo matematico che ha come fine ultimo quello di ridare sovranità monetaria a chi la detiene salvaguardando nel contempo  privacy personale ed autenticità (non è falsificabile),  salvandola da signoraggio, inflazione e quindi dagli sporchi giochi finanziari di chi ha causato l’ultima crisi economica mondiale ed in sostanza perciò da chi controlla enti come l’EBA e BCE europee o la Federal Reserve americana. Solo che negli USA si sono accorti da tempo che ci si deve alleare con il nemico che non puoi sconfiggere e, dopo il tentativo di assoggettarlo alle stesse regole che valgono per i prodotti finanziari, adesso si comincia a riconoscere il Bitcoin anche come valuta a corso legale  (vedi le decisioni del governatore della California proprio in questi giorni). In Italia invece, nonostante qualche “illuminato” legislatore abbia tentato di introdurre il concetto di Bitcoin per decreto (l’emendamento dell’on. Boccadutri al decreto Destinazione Italia nel gennaio scorso) la risposta è stata disinformazione, terrorismo mediatico o al massimo l’ammissione che il BelPaese non ha più sovranità monetaria demandando quindi qualsiasi decisione all’Europa delle banche e delle lobby finanziarie. E’ naturale perciò che la stampa di regime ( leggi Gruppo Espresso) per salvaguardare il concetto cattocomunista ” se non ci son poveri, bisogna crearli” si getti sulla pseudonotizia amplificandola il più possibile anche nelle sue propaggini artrofiche locali come ad es. il Messaggero Veneto del 05/07/14 (leggi articolo qui sotto).EBABTCMV

Nonostante il ben più importante Repubblica, suo riferimento principale su tutto ciò che non sia locale, da tempo pubblichi ormai notizie sull’argomento, questo è il  primo articolo su Bitcoin che il Messaggero Veneto fa uscire. Eppure dal 20 febbraio 2014 hanno il primo bitcoin bancomat installato in Italia a nemmeno un kilometro di distanza dalla redazione qui a Udine, ma nulla è trapelato sui bitcoin finchè una televisione locale ha messo in onda un servizio una decina di giorni fa… “A pensar male si fa peccato – diceva Giulio Andreotti – ma ci si azzecca sempre”… Sarà un caso o potrebbe sembrare tendenzioso visto che parliamo di un quotidiano di orientamento politico esattamente opposto a quelli del gruppo Espresso, ma l’opportunità scelta solo qualche giorno fa dal Giornale di accettare il pagamento  degli abbonamenti in bitcoin va invece proprio nel senso opposto a quanto predicato da EBA e vecchiume della finanza vario…chi avrà ragione?…. Qui sotto pubblico l’agenzia Ansa sulla pseudo-notizia che non cambia comunque nemmeno di una virgola quanto sopra esposto.

Ansa.itEba a banche, per ora evitate Bitcoin

Propone regime regolatorio, prima di quello sconsiglia utilizzo

(ANSA) – ROMA, 4 LUG – Gli istituti finanziari “non dovrebbero acquistare, detenere o vendere” le monete virtuali, prima che entri in vigore un regime regolatorio proposto dall’Eba. E’ quanto si legge in una nota dell’Autorità bancaria europea, che identifica più di 70 categorie di rischio dalle monete virtuali, fra cui il Bitcoin è la più famosa. Fra i profili di rischio, quelli per gli utenti e per la sicurezza finanziaria, fra cui il potenziale riciclaggio del denaro sporco.