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Bitcoin scaling : perchè le transazioni bitcoin restano sospese

Moltissimi utilizzatori di bitcoin, soprattutto quelli nuovi e/o meno esperti, mi interpellano sempre più spesso perchè si trovano a fare i conti con transazioni che vengono confermate con sempre maggiore ritardo e che restano in sospeso  per giorni e giorni prima di essere finalizzate e permettere l’ulteriore spesa/invio di quei bitcoin. Tutto ciò dipende dal funzionamento stesso del bitcoin e  dall’aumento esponenziale del numero di transazioni sulla rete Bitcoin (Blockchain) che segue anche l’impennata del valore di quotazione della criptovaluta negli ultimi mesi e la sua sempre maggior richiesta e diffusione globale. Bisogna quindi fare attenzione a settare la giusta fee (commissione ) per i miners che validano le transazioni. Il + delle volte il vostro wallet lo fa in modo automatico, ma non sempre è sufficiente. Per questo motivo vi conviene forse dare un occhiata allo status della rete blockchain in tempo reale e settare manualmente le fees in modo che  che la transazione non resti a lungo tempo sospesa senza essere “lavorata” dai validatori/miners.

La brutta notizia è che non c’è molto che si può fare una volta che ci si accorge che una specifica transazione resta nel limbo (si è arrivati fino a 250.000 transazioni in ritardo e non confermate).

Un tentativo di sbloccare la situazione lo si può trovare QUI, o anche QUI,  ma già vi dico che non sempre funziona, soprattutto nei periodi di maggior traffico e intasamento della blockchain. La situazione e alcuni suggerimenti sono state trattati  in italiano sul forum mondiale delle criptovalute Bitcointalk ma la soluzione, che pur esiste, realmente non è alla portata del normale utilizzatore, ma solo dall’intervento degli sviluppatori ufficiali del bitcoin e da un’ accordo equilibrato che salvaguardi realmente gli interessi di tutte le parti in causa :  sviluppatori, minatori/verificatori, mercato . Senza il consenso a stragrande maggioranza di tutti, seguendo il protocollo e l’algoritmo voluto dal suo creatore Satoshi Nakamoto, i rischi di fallimento diventano drammaticamente alti.

Cosa si può quindi fare, oltre ad aspettare che il dibattito attorno a questo problema (già da un paio di anni in atto) si risolva e  possano essere attuate le soluzioni attualmente disponibili?

Attualmente si può solo cercare di prevenire il problema, pagando preventivamente delle fees  (commssioni) più alte rispetto a quelle che normalmente si pagano ai miners (i nodi che verificano la validità e autenticità delle transazioni bitcoin) in sede di invio dei bitcoin. Questa funzione viene normalmente svolta in maniera automatica dai wallet che utilizziamo per inviare bitcoin e, quelli più aggiornati, dinamicamente regolano le fees da mandare a seconda dell’intasamento della blockchain. Quella di aumentare manualmente le fees di transazione , sottolineo, trattasi di una efficace misura preventiva che però non vi darà lo stesso la certezza assoluta di evitare il problema nei momenti di peggior congestione. I costi di transazione possono in questi casi crescere fino a diversi euro per ogni invio e restano comunque normalmente troppo alti. L’ attuale situazione è ad un punto critico perchè premia di fatto i miners che oltre ad incassare le fees, possono scegliere quali transazioni includere nel prossimo blocco da verificare lasciando perciò quelle ” più poverelle” fuori ed in sospeso a tempo indeterminato. L’unica consolazione  è che quei bitcoin sospesi non andranno persi, alla fine  verranno confermati nel wallet destinatario e solo in poche determinate occasioni (se le fee son state per esempio settate a zero) ritorneranno in quello originario (di partenza), al massimo dopo 72 ore ( 3 gg max).

Bitcoin Scaling Problem, ExplainedPer chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento, (grazie al blog Ethereum Italia da cui il seguito di questo articolo è tratto)  il nodo cruciale del dibattito dipende dall’arbitrario protocollo che limiterebbe la dimensione massima del blocco nella Blockchain di Satoshi Nakamoto.

I blocchi di Bitcoin sono una collezione di registri delle transazioni nel network di Bitcoin. Questi vengono aggiunti dai miners alla fine della Blockchain, circa ogni 10 minuti. Adesso, la dimensione media di ogni blocco aggiunto ha raggiunto 1 MB ovvero la dimensione massima.

La dimensione massima attuale era stata creata dall’ideatore, Satoshi Nakamoto, come misura antispam agli esordi. Limitando ad un massimo di 1MB a blocco, Satoshi aveva ipotizzato che tale dimensione potesse prevenire l’attacco del network da malintenzionati. Questo vuol dire che se un minatore trova una transazione più pesante dei MB limite, questa verrà negata. Questo però limita il numero di transazioni nella Blockchain. Alcuni della comunità di Bitcoin stanno ipotizzando di voler aumentare il peso limite attraverso una Hard Fork. L’enorme numero di transazioni non verificate e negate hanno infatti generato una lentezza nel network, incrementando il tempo medio, 15 minuti (anzichè i normali 10 minuti), per ogni blocco confermato, e anche un costo maggiore di fees per le transazioni. Ovviamente questo ha anche un human cost, perché rende meno praticabile l’utilizzo della blockchain di Bitcoin per usi commerciali.

Dimensione media del blocco nella Blockchain di Bitcoin nel tempo

Barry Silbert (Digital Currency Group), Roger Ver (Bitcoin.com) and il maggiore miner Jihan Wu (Bitmain) e Valery Vavilov (BitFury), hanno raggiunto un accordo durante il CONSENSUS a New York qualche settimana fa: una Hard Fork che sposta il limite del blocco ad un peso massimo di 2MB. Anche Gavin Adresen, uno dei maggiori developer, ha affermato che la dimensione del blocco dovrebbe essere aumentata attraverso una Hard Fork.

Ovviamente, un’aumento del peso del blocco va a creare un impatto negativo tra i nodi e nei miners della comunità. Infatti, se il peso dovesse aumentare, questo porterebbe ad una maggiore centralizzazione dei miners, ovvero solo pochi miners avrebbero una potenza di calcolo (per risolve gli HASHES) sufficiente per riuscire a minare blocchi di 2MB, avendo inoltre come effetto complementare una uscita dal “mercato” di diversi nodi e miners. Altri sono molto scettici nell’utilizzare una Hard Fork nel network, la quale potrebbe compromettere la sicurezza dell’intera catena di blocchi passati.

Lo stesso problema di scaling viene trattato   e approfondito ulteriormente da questo articolo di Cointelegraph  in lingua originale .

Concludo dicendo che parrebbe che la soluzione  decisiva  sia ormai di massima urgenza  e pare finalmente che l’iter sia stato attivato (Lightening network,  SegWit2x,  BIP 148 UASF, come e quale? )dai programmatori  di Bitcoin Core (gli sviluppatori ufficiali), ma sulla certezza di ciò,  di come avverrà e su come comportarsi , mi riservo di scrivere quando ci sarà delle conferme definitive. Restate collegati…

CAMBIARE Bitcoin CON UN PRIVATO – Consigli e regole da seguire

Cambiare in Bitcoin – Quanto vi costa realmente e perchè

(lo so, è lungo, ma vale la pena di leggerlo fino in fondo)
10 Aprile 2015 (aggiornato il 04/05/2021)
Premesso che in Italia attualmente non vi è una normativa che regolarizzi la professione di cambia-criptovalute, questo post è tratto da una recente mail in cui mi si chiedeva quali fossero le commissioni che vengono applicate da questi soggetti (privati che operano come “cambiavalute”) sul cambio tra euro e bitcoin . Nel cercare di dare una risposta il più possibile esaustiva e comprensibile a chi si avvicina ora al mondo delle criptovalute e vuole acquistare bitcoin, ho pensato di pubblicare questo lungo articolo qui sul mio blog ed esaudire così le richieste dei moltissimi utenti che spesso lo chiedono. Qualora riscontraste errori o desideraste approfondire, non avete altro che contattarmi.
Il prezzo finale dei bitcoin o altre criptovalute dipende da molti fattori.

Partiamo dal fatto che il bitcoin non ha un ente regolatore che ne stabilisce il valore di quotazione, ma dipende dal mercato puro. Vale cioè quanto uno è disposto a cederli e a quanto un altro è disposto a spendere per acquisire bitcoin. Solo quando domanda e offerta si incontrano avviene la transazione. Il bitcoin è oggi presente in quasi 18,193 milioni di pezzi (31 gennaio 2020) e sappiamo che ne saranno prodotti  max 21 milioni entro il 2140. Stime del 2019 reputano che ci siano ancora solo tra i 13 e i 25 milioni di utilizzatori di criptovalute in tutto il mondo . Il numero di chi usa bitcoin sta crescendo in maniera rilevante anno dopo anno, ma la quantità circolante resta sempre limitata, il che significa, per una semplicissima regola di mercato, che il suo valore è destinato a crescere vertiginosamente nel tempo.

Miners’ Fees ( agg. maggio 2021)

Non voglio soffermarmi qui sul processo di mining, cioè di creazione di nuova moneta bitcoin attraverso la validazione delle transazioni, in quanto a parere di molti, un affare ormai fuori dalla portata del “fai da te” o “del fatto in casa” ed ormai puramente operazione industriale che coinvolge investimenti importanti. Quanto è utile sapere invece è che le miners’ fees, ovvero le commissioni pagate per la velocità con cui la propria transazione viene validata e quindi, per la velocità con cui chi riceve i bitcoin può fruire degli stessi inviandoli a sua volta, sono drasticamente aumentate ( + che decuplicate) dopo l’halving del maggio 2020. Ciò è dovuto sia dal dimezzamento dei premi dei minatori stabilito dall’algoritmo bitcoin (da 12,5 BTC a 6,25 BTC creati ogni blocco validato), che dall’aumento conseguente del valore del bitcoin che è quintuplicato solo nell’ultimo anno! La conseguenza è che, in particolari momenti di forte richiesta e intenso traffico delle transazioni sulla rete blockchain, le sole miners fees possono arrivare a 25€ e oltre per transazione con priorità standard ( cioè transazione validata e fruibile entro un’ora). Costi che, per chi ha bisogno di fruire di una cifra modesta (es. 50-100 €) in bitcoin in tempi certi,  incidono pesantemente. L’alternativa può essere scegliere una bassa priorità ( e quindi pagare di meno le miners fees) ed aspettare poi anche alcuni giorni per poter a propria volta fruire di quei bitcoin. La priorità con cui poter fruire i bitcoin che riceverete dal vostro fornitore di fiducia, va concordata al momento della transazione , così come la cifra in BTC da inviare ai miners, per non rischiare dei veri e propri salassi e magari credere erroneamente che è il dealer che vi sta fregando.

Le piattaforme di scambio o EXCHANGERS

Il bitcoin oggi è scambiato con tutte le valute esistenti al mondo su circa 20 mila mercati/piattaforme di scambio, chiamate exchanger. Queste piattaforme non sono altro che  siti internet dove si svolge il mercato di scambio del bitcoin con le diverse valute, ma che difficilmente  hanno requisiti o riconoscimento legale o finanziario, non sono cioè banche o istituti finanziari che possano garantire i depositi in valuta corrente (fiat) o in bitcoin. Nonostante la maggior parte degli exchanger cerchino oggi di adeguarsi e chiedano all’iscrizione, l’esposizione di dati personali e finanziari, seguano le  normative principali in campo finanziario, l’AML (Anti Money Laudering – antiriciclaggio) e KYC (Know Your Customer) ed infine quasi tutti adottino misure di sicurezza antipirateria molto stringenti, la quasi decennale storia del Bitcoin rimane tuttavia costellata da crack finanziari + o – clamorosi di queste piattaforme che falliscono perchè hackerate (piratate), avendo quindi subito ingenti furti che non riescono a coprire, o perchè  chi le amministra letteralmente fugge con il denaro degli utenti nel momento ritenuto più opportuno (exit scam). Quando ciò accade, per la quasi totalità dei casi, non esiste alcun rimborso per gli utenti che subiscono perdite. Tenere soldi o criptovalute su queste piattaforme (cosa che i dealers sono costretti a fare per assicurare il cambio a chi lo richiede) è quindi in assoluto la più alta fonte di rischio accertata nel mondo delle criptovalute!!

I fornitori, cambiavalute privati o “dealers”

  L’iscrizione a queste piattaforme e le tempistiche richieste, l’esposizione dei dati, il deposito iniziale e i rischi descritti per il reperimento di quella che può essere definita l’oro delle monete elettroniche e che per le sue qualità è paragonabile solo al metallo giallo o alla moneta contante, contribuiscono così alla diffusione di un mercato di scambio secondario  più snello che è quello dei dealers  che soddisfa così una richiesta veloce e  crescente di criptovaluta. Il dealer è solitamente un privato che legalmente si può considerare un collezionista che compra e scambia la sua collezione senza vincolo alcuno se non la passione per ciò che sta collezionando. Non parliamo quindi di professionisti o soggetti fiscali a cui si può richiedere fattura, scontrino o ricevuta per l’acquisto.   Ovviamente la possibilità di acquistare bitcoin in grosse somme ma anche cifre modeste  da un dealer in tempi rapidi e con modalità anche anonime (per insita natura delle criptovalute stesse e delle loro transazioni), comporta  l’aumento del valore della criptovaluta stessa.  Insomma, da qualsiasi parte possiate rivolgervi non acquisterete mai criptovaluta per il prezzo in cui l’avete vista quotata nemmeno dal sito dove la quotano.

Volatilità della quotazione  bitcoin

Diventa quindi un fattore determinante, vieppiù ai fini della formazione del prezzo finale, la volatilità della quotazione della criptovaluta.  Pur se l’andamento intraday del bitcoin sia meno tumultuoso rispetto ai primi anni di vita, non si può negare che il bitcoin possegga una estrema volatilità che lo porta a frequenti momenti improvvisi di crescita (anche del 10-20% nel giro di poche ore) e di altrettante cadute. Di certo essendo relativamente recente, non essendoci quindi uno storico solido su cui fare riferimento, è molto difficile fare previsioni sull’andamento futuro di tale criptovaluta  pur che per certo, non potendo inflazionare, il suo valore è destinato solo a salire nel tempo, ma possono capitare ancora innalzamenti o cadute verticali di valore della quotazione, anche nella stessa giornata, dovute a notizie di rilievo che la coinvolgono o addirittura semplici rumors o speculazioni. Sullo scambio “al dettaglio” ciò ha un impatto visibile, perchè il dealer si ritrova a gestire una quantità di bitcoin acquisita che potrebbe essere fruttifera o no a seconda della quotazione del bitcoin al momento della sua cessione in frazioni.

Formazione del prezzo finale. Quali le basi?

Più che la quotazione di una singola piattaforma exchanger su cui il collezionista/dealer ha acquistato, viene presa come valida per la formazione del prezzo finale di vendita, la media della quotazione dei bitcoin scambiati con la stessa valuta fiat (es. euro), o con altre criptovalute) su più piattaforme. Il sito di riferimento per la stragrande maggioranza degli operatori è coinsmarketcap.com ma ve ne sono altri come www.bitcoinaverage.com, www.preev.com o www.coinmill.com e ognuno guarda caso, ha una quotazione media diversa perchè sono presi in considerazione fattori differenti per la sua formazione.  E’ pertanto impossibile quantificare in percentuale quando la base di quotazione non è nè unica nè ufficiale. Diventa una presa in giro se non viene  stabilito prima quale sia la base  su cui si applica ( il mio 7% potrebbe equivalere al 10% di un altro dealer o al 5% di un altro ancora solo cambiando la quotazione di base…).

Altri fattori. Quantità e metodo di pagamento

Altri fattori che incidono sul prezzo finale nell’acquistare bitcoin, è sicuramente la quantità scambiata. La possibilità di cambiare piccole somme in tempi rapidi, operazione non realizzabile sulle piattaforme exchanger, incide sul valore finale proposto dal dealer. Allo stesso modo, vista la scarsa disponibilità di bitcoin in circolazione dovuta anche alla limitata produzione, quantità elevate di bitcoin comportano difficoltà, tempistiche, rischi ed esposizioni maggiori che vengono quantificate con un maggior valore  da parte dei dealers. Per quanto riguarda invece le modalità o gli strumenti di pagamento va ricordato che tutti i sistemi di pagamento elettronici (Bonifico SEPA, Paypal, Neteller, Skrill, Postepay, Superflash, Ukash, Payza, Okpay ecc), per normativa internazionale, oltre ad essere tracciabili, sono tutti reversibili per (più o meno) giustificato motivo, fino a 180 giorni dopo la transazione. Il bitcoin invece, seppur valuta elettronica ,si comporta esattamente come il denaro contante: anonimo e irreversibile. Dopo aver compiuto la transazione cioè, non è possibile dimostrare il possesso di quelle banconote (o bitcoin) che si sono scambiate e riaverle indietro se non restituite da chi le ha ricevute. Questa differenza e questo sbilanciamento espone i dealers a numerose truffe, con diversa facilità di realizzazione a seconda del metodo di pagamento utilizzato. Più alto è il rischio del dealer quindi, più alto sarà il valore che darà alle sue criptovalute.  Questo è anche uno dei motivi per cui i bitcoin non vengono mai inviati prima della ricezione del controvalore. Da ultimo, e sempre legato alla volatilità nel breve termine che il bitcoin ha , nel  prezzo finale applicabile ad un cambio valuta (anche quelle digitali), va considerato anche l’orario e la giornata in cui si effettua il cambio. Ciò è legato al fatto che il dealer, per garantirsi di ripristinare le proprie scorte  di criptovaluta in maniera stabile è costretto a usare sistemi di pagameto standard e strumenti come il bonifico bancario, che funzionano in giornate ed orari ben precisi.  Acquisire criptovalute da un dealer fuori dai canonici orari bancari potrebbe quindi costarvi di più rispetto al solito.

*Volendo entrare nello specifico ed esemplificare, per ordini fino a un certo minimo in euro ( ogni dealer ha il suo) la “commissione” sulla quotazione ufficiale potrebbe essere fissa (es. 5-10€ ), mentre per cifre superiori, varierà a seconda dei rischi e delle condizioni citate nel presente articolo.

Per tutti i pagamenti ONLINE in valuta fiat, (Bonifico SEPA, Bancoposta, Paypal, Neteller, Skrill, Postepay online o da app, Superflash, Ukash, Payza, Okpay ecc)ID CONFIRMATION PHOTO di qualsiasi cifra si tratti, il dealer ha necessità di assicurarsi della vostra identità e la corrispondenza di questa con lo strumento di pagamento che userete nella transazione. Per chiarezza , ciò significa che prima ancora di chiedere prezzi , fee o altro, se è vostra intenzione eseguire un pagamento online, e solo per la prima volta,  invierete un vostro selfie (foto autoritratto) con un documento di identità leggibile in mano ed un foglietto con la scritta “Solo per l’uso di gavriloBTC” riportante la data odierna. In aggiunta, dovrete inviare la foto/schermata del profilo utente del conto da cui pagate dove si possa leggere gli stessi dati riportati sul documento di identità. Solo dopo la positiva verifica avrete i dati su cui effettuare il pagamento per finalizzare la transazione. Se ciò vi sembra troppo invasivo della vostra privacy, nessuno vi obbliga, ma sicuramente non farete scambio di cryptovalute con il sottoscritto o chiunque sia consapevole  dell’alto tasso di rischio truffe, riciclaggio o favoreggiamento ad attività illecite nelle quali il bitcoin è visto come facile mezzo di anonimità . Patti chiari dunque per avere un rapporto trasparente, puntuale e di qualità come quello che offre un serio collezionista .

Avrete capito che l’unico modo di evitare la sopra descritta procedura di adeguata verifica da parte del dealer, è effettuare una ricarica  per contanti presso una tabaccheria, un centro Sisal o un ufficio postale  ad esempio di una  postepay i cui dati vi verranno inviati al momento in cui avrete deciso di farla e saranno validi per non più di un ora.  In queste tempistiche potrete effettuare la ricarica, inviare foto della ricevuta con la scritta “Acquisto bitcoin da (gavriloBTC)”, assieme alla stringa alfanumerica del wallet su cui riceverete i bitcoin concordati non appena sarà opportunamente verificata la ricezione della ricarica da voi effettuata ( in pochissimi minuti quindi). L’adeguata verifica vi verrà effettuata infatti sul posto dove effettuerete la ricarica (munirsi quindi sempre di documento di identità e codice fiscale).

N.B.

* Questo ultimo paragrafo è solo un esemplificazione. Ogni dealer applica le sue regole e ciò che è scritto è solo il modus operandi dell’autore, con nessuna pretesa di interferire nè tanto meno di indicare quali siano le linee da seguire.

Conclusioni

Ribadisco:  è inutile chiedere quale sia la commissione espressa in percentuale del fornitore di bitcoin al quale vi state rivolgendo. Per logica e matematica , la percentuale si fa su una base certa e concordata tra le parti e nelle criptovalute tutto ciò non è possibile. Il mio consiglio è di diffidare di quel fornitore che vi dice la propria commissione in percentuale: avete a che fare con un dealer inesperto o peggio, con un truffatore che vi darà una percentuale “di comodo” per fare comunque alla fine il prezzo che sta bene a lui. Quando volete acquistare bitcoins e volete saperne il prezzo , chiedete il prezzo finale per una precisa quantità di cryptovaluta, oppure dichiarate la cifra in euro ( o il controvalore in altra criptovaluta) che intendete spendere e il metodo di pagamento con cui pagherete chiedendo quanti bitcoin vi arriveranno.