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ORDINALS -Tempi lunghi di attesa ed alti costi delle transazioni. – Cosa succede a Bitcoin

26/01/2024 – by gavriloBTC

Dall’inizio dell’anno scorso (2023) stiamo assistendo a periodi in cui il costo ed i tempi di conferma delle transazioni bitcoin si sono dilatati in maniera sconsiderata e assurda. In dicembre 2023 , se possibile, le cose stavano pure peggiorando e molti neofiti bitcoiners, semplici utilizzatori di criptovaluta, non capendo, sono rimasti scoraggiati da ciò che stava accadendo. A oggi, fine gennaio 2024, la situazione è abbastanza rientrata e costo transazioni (fee miners) e tempi di attesa si sono normalizzati, ma non sappiamo per quanto tempo. Cosa quindi è successo e sta succedendo?
La causa di tutto ciò è stata la creazione e nascita degli Ordinals, un protocollo implementato su Bitcoin che consente di aggiungere  NFT (opere d’arte digitali uniche , non duplicabili, come immagini, musica, video, oppure oggetti utilizzabili all’interno di videogiochi) alle transazioni Bitcoin. E’ stato sviluppato da Casey Rodarmor e lanciato il 21 gennaio 2023 e consente ai gestori dei nodi Bitcoin di inscrivere ogni sat (ogni bitcoin è suddiviso in 100 milioni di unità chiamate Satoshi, o sat) con i dati, creando Ordinal. I dati inscritti su Bitcoin possono includere smart contract, contratti intelligenti in grado a loro volta di abilitare gli NFT. Essendo delle opere uniche, non importa più quindi il valore a quotazione del sat bitcoin (bassissimo) in se stesso su cui gli ordinals transitano , ma il valore dell’opera artistica non duplicabile (ordinal) . Gli appassionati che sono disposti a pagare cifre molto importanti per queste opere non si fanno certo problemi quindi a pagare il costo della transazione di un satoshi anche decine di euro facendo così dilatare i tempi di approvazione delle normali transazioni bitcoin che si ritrovano regolarmente in coda ad aspettare per venir incluse in un blocco di conferma per la validazione. L’alternativa rimane quella di adeguarsi a tali costi con conseguenze imbarazzanti di pagare 10-20 euro per trasferirne anche solo 50€ rendendo antieconomica l’operazione. Tutto ciò rende sicuramente meno attrattivo Bitcoin per chi non ne conosce bene i meccanismi di funzionamento comunque virtuoso, che si autoregola. Infatti è chiaro che questa situazione porta ad evitare di fare transazioni bitcoin se non necessario, quindi il traffico cala e assieme a esso, anche il valore della criptovaluta mettendo in difficoltà i miners, gli operatori di rete che lavorano e validano le transazioni bitcoin, che saranno così costretti a “lavorare” anche le transazioni meno convenienti , quelle cioè che pagano meno fee/commissioni. In definitiva si può restare fiduciosi che la comunità Bitcoin, che non è solo costituita dagli sviluppatori e dai miners, ma in cui tutti sono importanti, anche il semplice utilizzatore, saprà risolvere presto il problema.

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In Italia il Bitcoin si ammazza con la burocrazia, come le imprese…

Non è una novità, già si sapeva, ma tutta questa fretta di monitorare e regolamentare ciò di cui nessuno sente il bisogno e che per giunta possiede già le sue regole scritte in un algoritmo matematico, non è solo inopportuna, ma anche sospetta. Quale bisogno ed urgenza infatti abbia il Ministero  dell’Economia e delle Finanze italiano   di indire   consultazione pubblica fino al 16 febbraio 2018 prima di emettere un decreto che , visto le elezioni incombenti nemmeno due settimane dopo e le tempistiche di insediamento di un nuovo governo che chissà, se e quando vedrà la luce ( e se sarà interessato a normare tale ambito), suscita molti dubbi ed alcune certezze.  Dubbi su opportunitò, tempistiche, utilità ed efficacia di un tale strumento normativo (per ora solo bozza di decreto), e la certezza che in Italia la burocrazia è il mostro vessatorio e liberticida che reprime il raggiungimento del legittimo benessere economico di imprese e cittadini. Mi piacerebbe infatti che i favolosi burocrati del Ministero spiegassero per quale motivo e quale vantaggio si dovrebbe avere ad autodenunciarsi come prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale, far censire il fenomeno e far attuare eventuali indagini per casi di riciclaggio di denaro o altri illeciti, posto come detto e ripetuto che bitcoin e criptovalute, proprio per loro caratteristiche peculiari, non si prestano affatto ad essere comodi strumenti di riciclaggio o di finanziamento al terrorismo. Ma evidentemente e come spiegato più volte su questo blog normare serve a riportare nelle mani di pochi quel potere finanziario e valutario che il bitcoin ha distribuito liberamente nelle mani di tutti.
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BITCOIN REGULATION – LE LOBBY FINANZIARIE AFFILANO LE UNGHIE

Gli ultimi attacchi hacker e le ingenti perdite di criptovalute su mercati non regolamentati quali sono oggi le piattaforme exchanger, insieme all’aumento generale del valore di mercato di questo settore che dopo esser passato dagli oltre 800 miliardi di dollari di dicembre scorso ai 400 miliardi di controvalore attuali destando l’interesse non solo degli investitori a livello globale, ma anche quello dei regolatori mondiali che pare si siano fissati nell’indicare il 2018 come l’anno della regolamentazione per il mondo delle criptovalute. Insomma, la torta è veramente appetitosa e ci devono mettere le grinfie sopra a qualsiasi costo, anche se personalmente dubito, per la natura stessa delle criptovalute, che  ci riescano in modo efficace.
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NANI E CRIPTOBALLERINE – STORIA DEL PRIMO EXCHANGER-CRACK ITALIANO

Nell’ultimo articolo da me pubblicato ho riportato un ingente furto avvenuto nemmeno 15 giorni fa sulla piattaforma giapponese Coincheck per un controvalore di  58 miliardi di yen (pari a 530 milioni di dollari), come una delle cause del calo di  quotazione del Bitcoin a cui abbiamo appena assistito. Queste situazioni non sono certo una rarità, anzi  sono per lo più comuni nel mondo delle criptovalute ed è una delle ragioni per cui molti preferiscono affidarsi a cambiavalute privati, ma affidabili, piuttosto che a piattaforme exchanger di cui non si sa nulla se non che i vostri denari non sono assolutamente assicurati e che questi mercati sul web non hanno alcun requisito che li accomuni a Banche, società finanziarie o Assicurazioni. Il mio consiglio è sempre quello di possedere un wallet proprietario dove conservare le criptovalute (vedi qui il tutorial su come scegliere quello giusto e sicuro) e di lasciare soldi e criptovalute il meno tempo possibile sulle piattaforme exchanger, qualora voleste usarle. Buona lettura
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Terrorismo e riciclaggio sono la scusa UE per toglierci il possesso del nostro denaro.

 31/01/2017 – Liberamente tradotto, commentato, interpretato e tratto da questo articolo di Bitcoin.com da gavriloBTC

Mentre gli USA cominciano finalmente a respirare aria nuova con l’avvento del Presidente Trump e il suo “First America”, in Europa si respirano ancora gli asfittici miasmi del Nuovo Ordine Mondiale che ci vuole tutti come individuo-consumatore e attraverso la mescolanza delle razze “uomo a taglia unica”  . In quest’ottica vanno inquadrati gli sforzi dell UE  dove contante  e cryptocurrencies diventano ora il bersaglio principale di sforzi antiriciclaggio della Commissione Europea.  Di recente, la Commissione ha infatti pubblicato una tabella di marcia della sua proposta sull’iniziativa per le restrizioni sui pagamenti in contanti, estendendole anche alle  cryptocurrencies come il  Bitcoin.

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Onecoin , il multilevel piramidale con la falsa scusa della criptovaluta.

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Il rinnovato interesse verso il Bitcoin e le criptovalute come bene di rifugio e come  investimento molto fruttuoso, ha creato parecchie aspettative in un crescente pubblico che, anche dalle mie parti, è desideroso di apprendere il funzionamento e le possibilità di guadagno a questo mondo connesse. In tutto ciò si è introdotto Onecoin che attraverso propri affiliati, organizza delle serate “informative gratuite” sulle valute virtuali, ma di fatto tenta di vendere pacchetti formativi con il chiaro intento di vendere i token Onecoin. Anche dalla foto in alto in questo articolo, che riprende una pubblicità Onecoin, questa organizzazione utilizza il Bitcoin (“Onecoin il prossimo Bitcoin”)  per vendere un prodotto ed un servizio a mio parere completamente diverso.  Ist-OneCoin-illegal-

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Come avvengono le Transazioni in BITCOIN

Dopo una breve introduzione ai wallet (portafogli), il video spiega in maniera molto semplice ed esaustiva come funzionano gli indirizzi bitcoin, le chiavi pubbliche e private, fino a introdurre il processo di validazione delle transazioni dalla rete bitcoin.
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