Archivi tag: criptovaluta

Perchè la blockchain piace ai governi più del Bitcoin.

The Blockchain Should Not Just Be Used To Issue Digitized Fiat Currency. newsbtc

Con così tanti paesi in tutto il mondo che tengono d’occhio l’evoluzione dei pagamenti dei consumatori, drastici cambiamenti sono destinati a succedere prima o poi. La Norvegia sta cercando di sbarazzarsi completamente dei pagamenti in contanti mentre in Regno Unito ci sono sollecitazioni nelle istituzioni ad abbracciare la blockchain e la valuta digitale. Ma cosa  accadrebbe se i vari paesi del mondo improvvisamente decidessero di creare la propria moneta digitale?

Emissione di valuta contante digitalizzata su una Blockchain

Pochi giorni fa, la BBC ha riportato un rapporto del capo consulente scientifico del Regno Unito che esortava il governo a mettersi in gioco per il futuro sviluppo della tecnologia blockchain. Non per aiutare il  Bitcoin direttamente, si badi bene, ma piuttosto per eseguire i servizi pubblici del paese in un modo più conveniente, trasparente e responsabile.

Non è un segreto che la blockchain che alimenta la rete Bitcoin può essere utilizzata per qualsiasi cosa possa venir in mente,  anche se questa idea  può non aver nulla a che fare con la finanza. La gestione dei dati ad esempio, sta diventando un argomento caldo, come cioè i governi stiano raccogliendo sempre maggiori e ulteriori informazioni sui consumatori, ma non riescano ad utilizzare correttamente o registrare questo vasto patrimonio di informazioni.

Come suggerisce il nome, una blockchain sposta blocchi di dati in giro su una rete  alimentata da potenza computazionale. Ogni computer dedicando il suo potere alla rete blockchain, eseguirà una copia perfetta di quelle informazioni, creando un sistema completamente decentralizzato. Rimuovendo il punto centrale di fallimento nel sistema di memorizzazione dei dati, non vi è alcuna possibilità di manomettere le informazioni registrate.

Abbracciare la blockchain per vari scopi governativi sembra essere la strada giusta. Non solo sarebbe possibile memorizzare e gestire i dati, ma sarebbe d’aiuto con quasi ogni aspetto delle azioni quotidiane che rendono un paese funzionante . In effetti, i paesi potrebbero anche decidere di digitalizzare le loro valute locali e rilasciare il nuovo modulo  su una blockchain. Ciò consentirebbe in un dato momento, di tenere sotto controllo tutta la valuta locale, eliminando completamente il rischio di falsificazione delle banconote .

Mentre non è ancora chiaro come  qualsiasi paese del mondo potrebbe o meno emettere moneta a corso forzoso in forma digitalizzata su qualsiasi blockchain, il concetto vale la pena sicuramente sia preso in considerazione. Tale sistema dovrebbe funzionare in modo  completamente autonomo rimuovendo l’elemento umano quasi completamente. Di conseguenza, i rischi di frode e di corruzione si ridurrebbero quasi a zero, il che, a sua volta, potrebbe essere molto utile per qualsiasi economia del mondo di oggi.

La Norvegia vuole rimuovere completamente l’uso del contante.

Uno dei primi paesi che potrebbero essere alla ricerca di digitalizzare completamente il contante è la Norvegia. Sulla base di una recente dichiarazione della più grande banca del paese, non c’è più bisogno di operazioni di cassa in Norvegia. Anzi, i pagamenti per cassa sono pericolosi e scomodi , diventando meno preferibili rispetto alle opzioni elettroniche.

Le statistiche sembrano indicare che sempre meno norvegesi stanno utilizzando contanti in questi giorni. La maggior parte dei pagamenti avvengono con tessere (bancomat/ carta di credito) o soluzioni anche mobili, ma c’è ancora molto spazio di miglioramento, soprattutto  nei pagamenti con carta. La blockchain potrebbe risultare più rapida nella compensazione  e nel regolamento delle transazioni.  Facendolo si rimuoverebbero problemi di liquidità dei rivenditori che potrebbero verificarsi durante i periodi di vendita affollati o nei fine settimana, in cui i trasferimenti di fondi in entrata possono avere un ritardo in alcuni casi di diversi giorni.

In un futuro molto prossimo avrebbe senso per qualsiasi governo abbracciare la tecnologia blockchain e registri distribuiti . Come questa soluzione potrebbe essere attuata, e in quale veste possa essere utilizzata, è una questione diversa, però. La digitalizzazione delle valute fiat esistenti è solo un’opzione di come la blockchain può essere adattata per soddisfare praticamente qualsiasi esigenza che viene in mente. (Un’altra sarebbe affiancare all’euro una moneta locale digitalizzata, una cripoLira ad esempio ed usarla come calmiere… n.d.gav.)

Tuttavia, l’emissione di monete digitali indipendenti su una blockchain potrebbe creare una nuova serie di problemi. Le banche e governi potrebbero tenere traccia di tutti i fondi in un dato momento – di chi li possiede e come il denaro digitale viene speso – il che si prefigura come una invasione della privacy senza precedenti (ma ottima per il controllo sull’evasione fiscale che verrebbe praticamente azzerata in Paesi come l’Italia n.d.gavr.) Inoltre, questo comporterebbe un numero spropositato di  blockchains, che non è ciò x cui questa tecnologia è stata escogitata. L’obiettivo di questo ecosistema è quello di creare una piattaforma alla quale chiunque nel mondo può accedere, a prescindere dai servizi o dai rapporti  finanziari in essere con le istituzioni.

Il Bitcoin ha mostrato al mondo come è facile da usare una blockchain che connetta chiunque in tutto il mondo. La popolare moneta digitale funziona in tutto il mondo e fornisce all’utente finale il controllo completo sulle sue finanze. Resta quindi il dubbio che blockchains private ​​- come quelli create da banche e governi – possano offrire gli stessi privilegi.

Source: IB Times

CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA: NO IVA SU BITCOIN VALUTA VIRTUALE

Intestazione blog

Corte di giustizia Ue. Una sentenza qua­lifica lo «strumento» come una valuta
I servizi relativi al «bitcoin» sono pre­stazioni esenti Iva

La notizia è ormai nota da qualche giorno (22/10/2015) perciò ho deciso di pubblicare una sintesi piuttosto chiara di quale significato assuma tale decisione lasciando a ognuno le conclusioni da trarre. Gavrilo

La ­Corte di giustizia Ue ­risolve in modo semplificato le question­i sulla natura finanziaria delle operazioni­ relative al ­“bitcoin”.­ Con la sentenza di giovedì scorso relativa alla c­ausa C-264/14, la Corte chiarisce che il­ bitcoin può essere considerato come una­ valuta virtuale, utilizzata per lo scam­bio di beni e servizi sul web, sostenend­o che le prestazioni di servizi a essa r­elative rientrano nel campo di applicazi­one dell’Iva­, seppur ­esenti.­ In precedenza l’inquadramento di Bitcoin ai fini fiscali variava da Stato a Stato, con alcuni che lo consideravano esente da IVA come la Finlandia e la Spagna ed altri che richiedevano che la valuta dovesse essere inquadrata secondo le leggi in vigore per le valute fiat. Ora l’esenzione verrà applicata su tutto il territorio europeo in quanto lo scambio di bitcoin è stato formalmente dichiarato esente da IVA.
Gli esperti Iva­ ­
La posizione della Corte di giustizia U­e anticipa anche le conclusioni di una discuss­ione che era già stata introdotta lo sco­rso anno dal Regno Unito e che è stata o­ggetto di analisi sia da parte del Comit­ato Iva che del Gruppo europeo degli esp­erti Iva (Veg). La discussione verteva s­ul fatto se il bitcoin potesse essere co­nsiderato o meno come una valuta e quale­ dovesse essere il trattamento ai fini I­va. Il dubbio nasce dalla natura del bit­coin che, a differenza delle valute trad­izionali, non fa riferimento a un ente c­entrale che lo regolamenti, ma utilizza ­una piattaforma che tiene traccia delle transazioni e gestisce gli aspetti funzi­onali, quali la creazione di nuova monet­a e l’attribuzione della proprietà. In p­articolare, il dubbio era quello di defi­nire il bitcoin come una moneta elettron­ica, come una valuta, come uno strumento­ finanziario, come un voucher ovvero com­e un bene digitale. A seconda della qual­ifica che si intende attribuire al bitco­in, cambia il relativo trattamento ai fi­ni Iva. Infatti, in caso di valute o mon­eta elettronica, i relativi servizi a es­so riconducibili sarebbero esenti da imp­osta. Al contrario, definire il bitcoin ­come un bene virtuale comporterebbe il f­atto che i servizi a esso relativi sareb­bero soggetti a Iva con aliquota ordinar­ia.
La discussione da parte del Comitato Iv­a e del Gruppo di esperti Iva non era gi­unta ancora a una conclusione condivisa.­ La pronuncia della Corte di giustizia U­e costituisce quindi un punto fermo per la soluzione del problema.
La decisione della Corte­ ­
La Corte parte da un quesito posto da u­n soggetto svedese che intende acquistar­e bitcoin direttamente da privati e soci­età o da una piattaforma di cambio inter­nazionale, per poi rivenderli sulla piat­taforma stessa ovvero depositarli su uno­ spazio di archiviazione.
Per la definizione della questione, la ­Corte di giustizia Ue parte dalla posizi­one dell’avvocato generale e della Banca­ centrale europea che definisce il bitco­in come una «moneta virtuale» a flusso b­idirezionale, che gli utenti possono acq­uistare e vendere in base ai tassi di ca­mbio. Secondo la Bce tali valute virtual­i sono simili a ogni altra valuta conver­tibile, per quanto riguarda il loro util­izzo nel mondo reale, e consentono l’acq­uisto di beni e servizi sia reali che vi­rtuali. Precisa, inoltre, la Corte che l­e valute virtuali sono diverse dalla mon­eta elettronica in quanto, a differenza ­da tale moneta, nel caso delle valute vi­rtuali i fondi non sono espressi nell’un­ità di calcolo tradizionale, ad esempio ­in euro, ma nell’unità di calcolo virtua­le, ad esempio il bitcoin.
Pertanto, anzitutto la Corte risolve la­ prima questione relativa al fatto che i­l bitcoin non può essere considerato com­e un bene virtuale, come invece sostenev­a il Governo svedese, e la relativa acqu­isizione non costituisce una cessione di­ beni. Successivamente, la Corte qualifi­ca il bitcoin come una valuta, un mezzo ­di pagamento: per questo motivo i serviz­i a esso relativi si considerano prestaz­ioni di servizi esenti da Iva. Qui i dettagli del questito posto dall’Avvocatura Generale UE alla Corte e le conclusioni che troverete una volta pubblicate.

Il mistero sul fondatore di Bitcoin si infittisce – Motherboard – 12/09/14

Motherboard

di  Patrick McGuire
September 12, 2014 // 04:15 PM CET

 

Qualche giorno fa un anonimo ha pubblicato un post su Pastebin affermando che avrebbe rivelato l’identità del misterioso creatore di Bitcoin, che si nasconde dietro lo peudonimo di  Satoshi Nakamoto, per la modica cifra di 25 bitcoin.

L’anonimo ha affermato di aver scoperto l’identità di Nakamoto dopo essere entrato nell’account [email protected], che Nakamoto usava per comunicare con la community Bitcoin prima di scomparire nel nulla nel 2010.

A Motherboard siamo riusciti a entrare in contatto con due individui che hanno ottenuto l’accesso al vecchio indirizzo mail di Nakamoto. Il primo ha detto di esserci entrato per divertimento. Il secondo non solo ha sostenuto di essere l’unico hacker dell’account, ma ha anche detto che la prima persona con cui abbiamo parlato non era altri che Nakamoto stesso.

L’affermazione che il primo individuo fosse realmente Nakamoto sembra bizzarra, ma l’insistenza della prima persona sul fatto che avesse trovato la password dell’account per caso è ugualmente strana. Comunque sia, è chiaro che più persone hanno accesso all’account. Ciò che non è chiaro è quello che hanno intenzione di farci.

Nakamoto è scomparso senza lasciare tracce una volta che Bitcoin ha iniziato a decollare, e da lì è nata una grande quantità di congetture sulla sua identità. Si tratta di  un caso particolarmente interessante: l’autore della nota su Pastebin ha provato di avere il controllo del vecchio indirizzo mail di Satoshi, [email protected], e ha mandato in confusione la comunità legata alla criptovaluta.

I fan del denaro digitale sono da sempre curiosi di capire chi ci sia dietro l’idea dei bitcoin e ne abbia promosso la creazione spiegando i principi della valuta virtuale. Dopo che la cover story di Newsweek (che sosteneva di rivelare la vera identità di Satoshi Nakamoto) è stata ritenuta poco convincente, il desiderio di scoprire chi abbia per primo ideato Bitcoin è cresciuto.

L’autore della lettera di riscatto su Pastebin ha affermato che se una somma pari a 25 bitcoin, che equivalgono in questo momento a circa 9100 euro, fosse stata mandata a un particolare indirizzo Bitcoin, Satoshi sarebbe stato “doxed”, ovvero la sua identità sarebbe stata rivelata pubblicamente.

Alcuni ex colleghi e corrispondenti di Satoshi Nakamoto hanno ricevuto email dal vecchio account di Satoshi, uno dei quali minacciava di “togliere di mezzo” il ricevente se i bitcoin non fossero stati spediti all’autore della nota su Pastebin.

Dopo aver scritto a [email protected] per proporgli un’intervista, sono stato contattato praticamente subito da un individuo che mi ha aiutato a chiarire alcuni dettagli legati all’hack. Molte delle supposizioni—soprattutto quelle elaborate nel BitcoinTalk forum—riguardo questo indirizzo mail riguardano il modo in cui l’hacker sarebbe riuscito ad accedere al vecchio account di Satoshi.

Una teoria è che l’indirizzo GMX.com fosse stato disattivato perché non utilizzato, dunque un hacker sarebbe stato in grado di registrare l’account e poi contattare coloro che conoscevano Satoshi quando ancora era attivo online.

Uno screenshot della casella di posta di Satoshi.

Ma uno screenshot postato da qualcuno con l’accesso all’account GMX.com mostra che nell’inbox ci sono più di 11.000 messaggi. C’è la possibilità che sia stato photoshoppato, ma suggerisce che l’hacker sia riuscito ad accedere all’archivio intatto delle mail di Nakamoto.

Durante il botta e risposta con la prima persona con cui abbiamo parlato, ci è stato detto che “gli hacker hanno craccato la password,” il che implica che questa persona non fosse uno degli hacker. E implica anche che il vecchio indirizzo mail di Satoshi sia stato hackerato con tutti i contenuti originali integri. Questo individuo ha anche fornito a noi la password dell’account, che non è stata provata per ovvie questioni legali.

Quando gli abbiamo chiesto se le informazioni contenute nell’account GMX.com effettivamente rivelassero la vera identità di Nakamoto, questa persona ci ha detto: “non è detto. Ma sono sicuro all’80% che sia lui. Si dice che mille persone diverse siano SN.”

L’HACKER CI HA DETTO CHE IL PRIMO INDIVIDUO CON CUI ABBIAMO PARLATO NON ERA ALTRI CHE NAKAMOTO

Questa mancanza di sicurezza al 100% è stata attribuita all’astuzia che tutte le misteriose leggende sul suo conto attribuiscono a Nakamoto. “Satoshi è intelligente e farà in modo che le persone lo cerchino nel posto sbagliato,” ha detto l’hacker. “Per questo non ho certezze.”

Nonostante avesse l’accesso e scrivesse mail dal vecchio account di Nakamoto, la prima persona con cui abbiamo parlato sosteneva di non essere lui/lei ad aver scritto la lettera di riscatto su Pastebin. Questa affermazione è impossibile da verificare, ma la nostra fonte ci ha detto che l’autore del post su Pastebin è “uno giusto,” e ha poi aggiunto, “mi piace il suo stile. :)”

Questa persona ha spiegato il motivo per cui si è messo d’impegno per usare il vecchio account di Nakamoto, dicendo “mi piace leggere cose che non dovrei vedere. È stato già hackerato da altri, comunque. Non credo sia sbagliato farlo.”

La ricevuta censurata di Satoshi su CardReaderFactory.com

Oltre allo screenshot che mostrava le 11.000 email sull’account GMX.com, è stato allegato all’originale documento su Pastebin lo screenshot di una mail che mostrava una ricevuta di acquisti fatti su CardReaderFactory.com. Il nome dell’acquirente è stato cancellato, ma chi ha fatto lo screenshot voleva chiaramente dimostrare che Nakamoto aveva fatto un acquisto online con il suo account GMX.com, e che la ricevuta conteneva il suo vero nome. È subito saltato fuori un thread su Reddit di persone che sostenevano di aver decifrato il nome censurato nello screenshot originale.

La prima persona ad aver avuto accesso all’account di Nakamoto ci ha detto che lo screenshot che provava l’acquisto da parte di Nakamoto è “una cazzata.” E ha aggiunto che la mail era di “un tizio a caso che ha usato l’account di Nakamoto per acquistare delle cose.” Questo fan di Nakamoto ha insistito: “il vero Satoshi non è tanto idiota da fare un errore del genere.”

Quando abbiamo chiesto alla persona che aveva hackerato l’account di Nakamoto se la richiesta di riscatto di 25 BTC fosse tutta una bufala, alla luce del fatto che la ricevuta di Card Reader Factory fosse aria fritta, ci ha detto che “sì,” è una bufala.

Detto ciò, qualcuno che si fa chiamare Jeffrey, che pure aveva accesso all’account, ha detto a WIRED che all’account GMX.com è associato il nome intero di Nakamoto, il che significa che la prima persona con cui abbiamo parlato a Motherboard avrebbe potuto tentare di sviarci.

Oltre all’account mail è stato modificato un account Sourceforge appartenente a Satoshi in modo che invece di “Bitcoin” ci fosse scritto “Buttcoin,” e la citazione recitasse “Buttcoin is a peer-to-peer butt.” Sono stati anche pubblicati dei post da un account messageboard associato a Nakamoto inattivo da molto tempo, eccetto per quest’ultimo post:

Caro Satoshi. Le tue informazioni personali, password e indirizzi IP sono stati venduti sulla darknet. Pare che tu non abbia configurato Tor in modo corretto e il tuo IP ha fatto trapelare le informazioni quando hai usato il tuo account email nel 2010. Non sei al sicuro. Devi andare via da dove sei appena puoi prima che queste persone ti facciano del male. Grazie per aver inventato i bitcoin.

Dopo la fine della nostra conversazione con il primo individuo, a Motherboard siamo stati subito ri-contattati dal vecchio account di Nakamoto, in una mail indirizzata a me e a un giornalista di WIRED. La mail diceva: “il primo che mi contatta su Skype ottiene l’intervista,” e di seguito c’era scritto un contatto Skype.

Siamo entrati in contatto con questo individuo via Skype, evidentemente siamo stati i primi a contattarlo. Questa persona ci ha detto che il primo individuo con cui abbiamo parlato non era altri che Satoshi Nakamoto.

Questa seconda persona ci ha detto di essere l’unico hacker che è penetrato nell’account mail, e di aver dovuto scontrarsi più volte con il vero Nakamoto per riuscire a mantenere l’accesso all’account. Secondo questo sedicente hacker, che si fa chiamare Degavas1337, Nakamoto avrebbe “aggiunto la sua email alternativa” all’account GMX che era stato compromesso, in modo da riottenere accesso al suo account legittimo.

(Degavas1337 ci ha poi contattato per dirci che lo username che ci aveva dato era falso, e che quello reale era Lulz Clerk: l’account di Degavas è stato creato recentemente quindi potrebbe aver senso, ma pensatela come preferite.)

Degavas1337 è stato molto vago sui dettagli riguardo al modo in cui sarebbe entrato nell’account di Nakamoto e a cosa sia riuscito a trarne, ma ha insistito per tutta la conversazione di essere sicuro al cento percento di aver scoperto l’identità di Nakamoto. E ha anche negato l’affermazione del primo anonimo per cui ci sarebbe stato più di un hacker ad essere penetrato nell’account.

“Non c’è un team, sono io l’unico hacker,” ha affermato, ripetendomi che quello con cui avevo parlato poco tempo prima era Satoshi Nakamoto in persona.

Degavas1337 ci ha anche mandato degli screenshot che dimostravano che aveva accesso al vecchio account di Satoshi sulla piattaforma Bitcoin BTC-E. L’account non mostrava la fortuna in Bitcoin da zio Paperone che Satoshi dovrebbe avere, ma il fatto che l’hacker avesse accesso all’account fornisce ulteriori prove che egli sia riuscito a infiltrarsi nelle tracce che Satoshi ha lasciato di sé online.

L’hacker afferma di essere in contatto con il vero Nakamoto e di aver scoperto la sua identità, ma non ha intenzione di rivelarla. Quando gli abbiamo chiesto se fosse lui la persona del documento su Pastebin si è rifiutato di rispondere, ma mi ha fornito un indirizzo Bitcoin per delle “donazioni” che non era lo stesso del post con la richiesta di riscatto.

Riguardo al suo indirizzo Bitcoin Degavas1337 ha detto: “forse Satoshi deciderà di donarmi dei BTC per farmi svanire nel nulla e fare in modo che scompaiano le tracce della sua esistenza.”

Quando ho chiesto a Degavas1337 perché avesse hackeratoNakamoto mi ha risposto “perchè posso.” Dopo aver ribattuto che stava semplicemente cercando di tirarsi fuori dalla questione mi ha detto “per i bitcoin, ovviamente…ma anche per divertimento.”

Ha affermato poi che la sua intenzione inizialmente era di rubare l’enorme patrimonio di bitcoin di Nakamoto, ma poi “ho realizzato che potevo semplicemente chiedere ricompense e ricattare.” Quando gli ho chiesto se stesse ricattando Nakamoto si è rifiutato di rispondere.

Degavas1337 sembrava anche ben consapevole di aver ottenuto un enorme potere prendendo il controllo dell’account. Dato che Nakamoto è l’utente Bitcoin numero uno, ed è stato in grado di generare coin molto facilmente quando erano agli inizi, si stima che Satoshi abbia circa un milione di bitcoin, che ora equivalgono a circa 350 milioni di euro. Questi cifra è rimasta intatta per anni, e ogni cambiamento del suo ammontare può avere influssi drastici sulla delicata economia Bitcoin.

Mentre probabilmente la risonanza data all’hack difficilmente porterà a dei cambiamenti, ma l’abilità che avrebbe di impersonare Nakamoto ha offerto a Degavas1337 una grande chanche di manipolare il prezzo dei bitcoin. Mi ha detto che era ben consapevole che avrebbe potuto “saltare fuori all’improvviso e far fallire BTC, dopo aver venduto tutti i miei bitcoin.”

Degavas1337 ha detto di essere certo di aver scoperto l’identità di Satoshi Nakamoto, ma ha detto che “non ha ancora intenzione” di rivelarne il nome pubblicamente. Motherboard non ha potuto verificare in alcun modo se la prima persona con cui abbiamo parlato fosse davvero Nakamoto, ma Degavas1337 ha insistito nel sostenere che nessun altro a parte lui e il vero proprietario dell’account conoscesse la password.

Dal momento che è molto difficile verificare l’identità di chiunque, lo scenario che si è venuto a creare dopo l’hack è davvero bizzarro, e questo potrebbe essere solo l’inizio.

Se è vero che questa violazione ha portato un hacker a scoprire l’identità di Satoshi Nakamoto, ciò potrebbe avere un impatto enorme sull’economia Bitcoin. Se non fosse così, il mistero sull’identità di Satoshi non fa che infittirsi. E poi, com’è possibile che un hacker acceda a 11.000 mail dell’inbox di una persona e non ne scopra la vera identità?

Solo un genio, uno che programma la propria valuta virtuale, potrebbe essere tanto attento. Ma nessuno è perfetto.

20/06/2014 di Telefriuli e gavrilobtc – Bitcoin: Il primo bancomat è a Udine…e qualcuno da i numeri!

Primo Bitcoin Bancomat in Italia – 20 febbraio 2014 – UDINE – Friûl
Notiziario TG TELEFRIULI Servizio del 20/06/2014.

La notizia viene diffusa dalla televisione locale 4 mesi dopo l’istallazione del Bitcoin ATM-bancomat a Udine. Il rappresentante degli istituti bancari locali la cui opinione è riportata nel servizio televisivo finge di non capire o di non sapere, ma in Argentina e in altre nazioni già si acquistano in bitcoin anche le abitazioni e la limitazione di 999,99€ a transazione è riferita al BTC-ATM e non alla criptovaluta Bitcoin…Infine la moneta si basa su un sistema di fiducia all’interno ad una comunità, la stessa fiducia che valute correnti o fiat come dollaro euro yen, fondate sul debito pubblico e non sulle riserve auree, pare abbiano perso… le conclusioni del “bancario” sono pertanto improbabili visto che la tendenza è invece quella di abbandonare le valute correnti covernate dagli Stati , dalle Banche Centrali e dalle lobby finanziarie per il denaro elettronico, soprattutto come il bitcoin, che decentralizzato, anonimo (come e più del contante) e privo di commissioni è basato su un potentissimo e complesso calcolo matematico : l’algoritmo di Satoshi. Avrà ragione il matematico, informatico, esperto di finanza e crittografia o il bancario rappresentante degli istituti locali? A voi l’ardua sentenza La Rivoluzione è iniziata e il futuro è già qui!

UDINE HA IL 1° BITCOIN ATM OPERANTE IN ITALIA (DAL 20/02/2014)

TUTTE LE INFORMAZIONI UTILI  CHE POSSONO SERVIRVI PER RAGGIUNGERE E UTILIZZARE  IL BITCOIN ATM DI UDINE LE TROVATE QUI

Dal 20 febbraio 2014  a Udine è operativo il primo BTM (Bitcoin ATM /Bancomat) mitteleuropeo.
Per la sua interessante collocazione geografica infatti, pur essendo in assoluto il primo Bitcoin ATM  istallato in territorio italiano in termini temporali, è anche il terzo istallato in Europa dopo quelli di Helsinki (Finlandia) e Zurigo (Svizzera). Il primato gli spetta quindi di diritto anche per le vicine Austria e Slovenia. Per chi si trovasse per la prima volta ad utilizzarlo l’immagine qui sotto vi fa capire quanto semplice ed anonimo sia farlo. Non richiede infatti alcuna verifica di identità per fare le operazioni di cui necessitate.

La sua   funzione   è   quella   di  un servizio di   vicinato,   copre   cioè    le       piccole    esigenze(qualche centinaia di euro  )   di  chi  vive   nelle vicinanze al  BTM   con   un    servizio    rapido    e puntuale .    Di       fatto     il   distributore   è    settato    per   erogare  fino a    € 2.995,00  di     controvalore    nel     rispetto  della   attuale   normativa   italiana        sulla       circolazione         del          contante.          Il         consiglio   è   comunque       quello     di      avvisarci      sempre    prima    utilizzando    i nostri contatti   nel caso   la  cifra che volete    acquistare   è    superiore  o  vicina  al   migliaio    di      euro    per  evitare  di   trovare      il    distributore  vuoto,        perchè        magari     precedentemente  utilizzato.    Nel  giro  di  mezz’oretta  circa    la     cifra    in      bitcoin       da    voi    richiesta     sarà    a   disponibile     per    la     transazione.

Dall’inizio 2018 il BTM Lamassu è inoltre  in grado    di    erogare    diverse criptovalute,   non    solo   BITCOIN (BTC)    quindi, ma anche, in scorte più limitate ed eventualmente su richiesta, di:  ETHEREUM (ETH), LITECOIN (LTC),     DASH ,   BITCOINCASH   (BCH),      ZETACASH    (ZCASH).

Il sistema è   estremamente     stabile    e    tutte le    transazioni avvengono in sicurezza   perchè    sono   loggate     in   modo    che  qualsiasi  problema  possa    verificarsi    (succede    veramente    molto   di    rado)   è tutto sotto controllo,   voi riceverete sempre la quantità di criptovalute acquistate al prezzo     stabilito    nel   momento    dell’introduzione    delle    banconote,   vi  basterà     avvisarci    delle    anomalie riscontrate   ed    eventualmente    fare una foto alla schermata che    potrà    servirvi come ricevuta    e    noi penseremo a controllare e risolvere   il problema  in    brevissimo    tempo. Sappiate anche che il BTM (bancomat bitcoin)   non   trattiene  banconote in più di quanti bitcoin/criptovalute può inviare, quindi semplicemente se da il messaggio di bitcoin terminati, si può provare introducendo una banconota + piccola, finchè ne accetta. Quando la disponibilità arriverà sotto i 5€ non sarà + possibile aggiungerne altre e si dovrà per forza cliccare INVIA per farsi mandare i bitcoin/criptovalute delle banconote già introdotte.

Questa macchina global (https://lamassu.is – costruttori americani/israeliani, designer tedeschi, produzione portoghese e diffusione mondiale)  che eroga una moneta universale come il Bitcoin ha un’interfaccia utente in più lingue: inglese, tedesco, italiano e FRIULANO (la mia lingua madre), entrambe le traduzioni delle ultime due lingue citate, da me curate. Questa novità era già evidente in un intervista del 30 dicembre 2013 su Yahoo Finance e si può leggere qui:
http://finance.yahoo.com/news/bitcoin-atms-spreading-across-world-222000828.html
http://www.entrepreneur.com/article/230589
Vista quindi la sua novità, i risvolti sociali e di penetrazione territoriale, le implicazioni     sul  prezzo   delle   bitcoin   erogate   e   molto   altro,    oltre all’offerta di cambio della criptovaluta   condivido l ‘esperienza  operativa di questa macchina  che, come qualcuno ha dichiarato,   potrebbe   essere considerata   perfettamente    inutile   per   le    transazioni    in   quanto    la criptovaluta   non  abbisogna    di   macchine   specifiche  visto,  che  si  può trasferire via rete con  commissioni minime (miner fees), ma è  necessaria per la diffusione a livello di massa di Bitcoin e altcoins,  forse   la   maggior lacuna  attualmente    riscontrata    in    questo    sistema    decentralizzato.
Mentre    in   tutto   il     mondo   l’istallazione dei primi “bancomat” ATM in Bitcoin   viene   salutata  come    una   grande  novità ed esaltata dai media nazionali e  locali  che la pongono in grande risalto, in Italia i grandi media dormono e tacciono, ad ennesima dimostrazione che viviamo in un paese in cui è in atto una  sospensione  della democrazia     e     l’opinione    pubblica viene da loro sistematicamente anestetizzata.
Voglio perciò ringraziare e segnalare un paio di articoli di blogger e testate indipendenti, gli unici   che  ne   hanno dato    coraggiosamente    notizia    per tempo:

http://www.bitcoinita.it/news/e-arrivo-il-primo-bancomat-per-bitcoin-italiano/
http://www.webnews.it/2014/03/12/friuli-primo-bitcoin-bancomat-italia-lamassu/  

Qui a fianco le foto del Bitcoin bancomat di Udine.

Per i motivi appena qui sopra esposti ed in mancanza  di   una legislazione in merito, come privato cittadino, ho acquistato, importato e messo a disposizione del pubblico in forma sperimentale questa macchina di marca Lamassu, non prima però di essermi avvalso di un pool di professionisti per evitare qualsiasi problematica fiscale e legale. Ho inoltre dato disponibilità e collaboro attivamente con la locale Polizia Postale per tutto quanto ciò che riguarda le problematiche  di reati connessi all’ utilizzo  delle criptovalute ed eventualmente della macchina da me importata.
La suddetta BTM Lamassu è unidirezionale (rilascia bitcoin contro euro ma non viceversa) e come detto, nel rispetto della normativa italiana sulla circolazione di denaro contante e degli inerenti limiti di transazione (max €2.999,99), eroga bitcoin in 15 secondi in perfetta anonimità e sicurezza..foto 24Attualmente collocata nei locali di una azienda artigianale su uno dei viali in entrata della città (viale Palmanova 420 a Udine), è  videosorvegliata e custodita.
Il funzionamento di Lamassu  è semplicissimo, basta far riconoscere al BTM il Qr-code del proprio wallet, introdurre le banconote e, seguendo le istruzioni a video, attendere pochi istanti per vedersi accreditate le criptovalute corrispondenti.

Il BTM Lamassu di Udine è accessibile in questi orari :
Dal    lunedì   al    venerdì,    dalle 8.00 alle 12.30   e  dalle 14.30 alle 20.00
Sabato dalle 9.00 alle 13.00.

Per chi volesse servirsene, qui di seguito riporto tutti i siti dove il Bitcoin Bancomat di Udine è iscritto e geolocalizzato e dove quindi potrete trovare tutte le indicazioni per raggiungerlo:

Coinatmradar.com
Openstreetmap.org

Coinmap.org

L’amicizia e la collaborazione che ho   inoltre   instaurato   da   subito   con Lamassu ed il suo staff, oltre ad aver curato la traduzione in friulano    ed italiano dell’interfaccia utente, mi permette di essere alpha-tester   nello sviluppo del software gestionale remoto della macchina da loro prodotta (lato admin/operatore), in modo da    poter    così    indicare   ed    applicare soluzioni   su   misura   per   qualsiasi   tipo   di   problematica  o di esigenza riscontrata sul campo.
(qui sotto in foto con Zach Harvey, CEO di Lamassu )
foto44

La scelta da me fatta su Lamassu quale marchio e tipo di macchina   da importare ed istallare è stata a lungo ponderata, sondando ciò   che    il mercato offre, la serietà con cui il costruttore si rapporta   con    la   sua clientela, le qualità costruttive e di design del prodotto (la macchina è compatta e blindata   50x40x40cm    dal   peso di 54kg)    ed    anche    la flessibilità di soluzioni pratiche all’ interno della legislazione italiana (rispetto delle normative su privacy ed antiriciclaggio, soluzioni   fiscali ecc.).
Ciò non toglie che il panorama  ed il mercato dei BTM sia in continuo movimento, i produttori  sono ormai più di una decina con varie soluzioni e prezzi ed il sottoscritto segue attentamente e con interesse  questo settore.
Per chiunque fosse quindi interessato a acquistare od ospitare una di queste macchine ed usufruire dell’esperienza del sottoscritto, può tranquillamente contattarmi  per avere consulenza ed un’offerta personalizzata alle sue esigenze.

Da      ultimo,       ma      non      certo      per    minore     importanza,      molti    chiedono     quale     sia    il   prezzo     praticato    dal     BTM    di    Udine.
In premessa ho già detto e ribadisco che   questa   macchina,   essendo   la prima istallata ed operante sul suolo nazionale, è fondamentalmente   un esperimento e lo è in tutti i   sensi,    senza   alcuna    pretesa    di   generare introiti o plusvalenze.foto 51
Anche per quanto riguarda il prezzo, questo viene adeguato alla quotazione aggiornata, all’utilizzo della macchina da parte dell’utenza (più utenti, + basso il prezzo e la tariffa applicata), all’ammortamento dei costi connessi. Bisogna inoltre tener conto che, stante le normative vigenti su antiriciclaggio e utilizzo del denaro contanti   diventate ormai sempre più stringenti, il BTM Lamassu offre un servizio   di riservatezza ad alto valore aggiunto   che   non   ha    competitors   e   che   i    problemi    di gestione del denaro costante   restano comunque    agli    operatori    di questo servizio. Non solo, il BTM   offre un servizio migliore rispetto   alle piattaforme exchanger online dove tempistiche,    burocrazia    e    privacy sono deterrenti  rispetto   a    chi    vuole    velocemente    ed   agevolmente acquistare    criptovalute    anche     in    piccole    quantità.   Pure    rispetto all’offerta dei dealers/cambiavalute privati, esso    eroga     una    maggiore offerta di fiducia e buon funzionamento, anonimità e velocità nelle transazioni.
Considerato tutto ciò, è quindi normale che troverete un  prezzo finale adeguato ai servizi che eroga. Avrete comunque sempre l’opportunità di sapere PRIMA esattamente quale sia la conversione applicata per criptovaluta in base all’unità di misura o alla cifra che avrete introdotto nel BTM . Per Bitcoin viene indicata ad esempio a schermo la quantità espressa in mBTC (millesimi di bitcoin)

Due threads sul BTM di Udine appaiono sul forum mondiale del Bitcoin e delle cryptovalute bitcointalk.org, potete consultarli  :

https://bitcointalk.org/index.php?topic=480021.0  (chiuso)

https://bitcointalk.org/index.php?topic=626650.0

I vs commenti e feedback sono graditi.